martedì 23 aprile 2024

Il castello di martedì 23 aprile


                                      



ARNAD (AO) - Casaforte e Torre di Ville

Il complesso monumentale di Osta, chiamato anche casaforte e torre di Ville e risalente al Medioevo, oggi è stato trasformato in struttura residenziale rurale e non è visitabile. La casaforte di Ville apparteneva a Pietro di Vallaise nel 1295. Viene citata in vari documenti testamentari dei Vallaise del XV secolo come domus fortis, ad esempio nel testamento di Francesco di Vallaise del 1477, in cui si trova scritto «in sala domus fortis prope turrim Plano Arnadi». Oggi la struttura si presenta degradata ed è caratterizzata da numerosi edifici su cui spiccano due torri. La torre più antica, risalente al XII secolo e di pianta 10,30 m x 11 m, è di tre piani, con feritoie al secondo e terzo piano e i solai in legno. L'accesso originario si trova a sud, a 8 metri di altezza, ed è sormontato da un architrave coronato da un arco cieco. Numerose sono le finestre gotiche, alcune decorate con stemmi e cornici. Secondo André Zanotto e Mauro Cortellazzo, che riprende il Lange, presenta numerose analogie architettoniche con altre torri valdostane, in particolare con la tour de l'Archet di Morgex e la torre de la Plantaz di Gressan: le mura di 2 metri di spessore, la struttura massiccia e la tecnica costruttiva, ossia l'uso di due paramenti con opera centrale a sacco. Tutte queste torri sono state edificate in zone che non presentano alcun elemento morfologico che possa facilitare la difesa, anzi appare chiara la scelta di spazi pianeggianti, aperti e non sempre in prossimità di percorsi viari. Tutte e dieci si caratterizzano quindi per la particolare scelta del sito. La cappella della casaforte, dedicata a Sant'Antonio, ha inciso su una trave la data del 1785. Sulla facciata presenta un affresco dedicato a Sant'Antonio, mentre all'interno conserva degli stucchi di epoca barocca. Altri link per approfondimento: https://www.geometriefluide.com/it/arnad-turismo/#complesso-di-osta-a-ville_3#cookie_ok, https://www.icastelli.it/it/valle-daosta/aosta/arnad/casaforte-di-ville

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Casaforte_e_torre_di_Ville, https://www.lovevda.it/it/banca-dati/8/castelli-e-torri/arnad/casaforte-e-torre-di-ville/985,

Foto: la prima è presa da https://www.lovevda.it/it/banca-dati/8/castelli-e-torri/arnad/casaforte-e-torre-di-ville/985, la seconda è di Patafisik su https://it.wikipedia.org/wiki/Casaforte_e_torre_di_Ville#/media/File:Casaforte_e_torre_di_Ville_abc4.jpg

lunedì 22 aprile 2024

Il castello di lunedì 22 aprile



CANDIDONI (RC) - Castello di Borrello

Casale di Borrello, ne seguì le vicende, venendo assoggettata alla signoria di Ugo di Brienne, conte di Lecce, nella seconda metà del XIII secolo. Passò successivamente a diversi signori: Gualtiero Appard, Tommaso de Argot, Guglielmo di Sanfelice, Ruggero di Lauria, de Santillis, Enrico Sanseverino, Saladino Santangelo, Carlo Ruffo di Sinopoli, Ugo d’Alagno, Aniello Arcamone. Sul finire del Quattrocento fu concessa a Ludovico il Moro, in compenso degli aiuti prestati al re Ferdinando d’Aragona in occasione della congiura dei baroni; ultimi feudatari furono i Pignatelli. All’inizio del XIX secolo, fu inclusa tra le università del cosiddetto governo di Laureana di Borrello e poi tra i comuni del circondario facente capo a questo centro, nella cui giurisdizione fu mantenuta anche dai Borboni. Le scosse del 5 e 7 febbraio 1783 furono distruttive e provocarono la rovina completa del centro abitato. Duramente colpita anche dai terremoti dell’inizio del XX secolo (1905, 1907, 1908), la città fu ammessa a godere di alcune provvidenze disposte dallo stato. Il castello fu fatto edificare probabilmente dal conte Ruggero, durante la dominazione normanna, a scopo difensivo ed era ubicato su una piccola collina. Era dotato di una cinta muraria; lo stile doveva essere gotico-normanno come si evince dalla presenza di archi gotici con delle volte a tutto sesto visibili ancora oggi. Il fossato era assente poiché il castello era ben difeso dalla ripidezza dei pendii della stessa collina e dalle grosse mura di cinta, l’unico merlo sopravvissuto alle rovine testimonia, inoltre, che il fortilizio possedeva robusti merli difensivi. Il maniero franò più volte a causa del terremoto. Altri link suggeriti: https://www.loquis.com/it/loquis/3027732/Castello+normanno+di+Laureana+di+Borrello, https://www.laureanaonline.it/storia/storia.htm

Fonti: https://catalogo.beniculturali.it/detail/ArchitecturalOrLandscapeHeritage/1800177853, https://www.mondimedievali.net/Castelli/Calabria/reggiocalabria/provincia000.htm#candidon

Foto: la prima è di Beni Culturali Standard (BCS) su https://catalogo.beniculturali.it/detail/ArchitecturalOrLandscapeHeritage/1800157643#lg=1&slide=0, la seconda è presa da https://www.loquis.com/it/loquis/3027732/Castello+normanno+di+Laureana+di+Borrello

martedì 16 aprile 2024

Il castello di martedì 16 aprile



SERRAVALLE DI CHIENTI (MC) - Rocca da Varano

In età comunale Serravalle divenne una fortezza strategicamente importante per Camerino, in quanto situata all’incrocio delle zone di influenza dei comuni di Nocera, Spoleto e, soprattutto, Foligno. Il castello di Serravalle, sorto tra il XII e gli inizi del XIII secolo, annoverato tra i possedimenti della Santa Sede, entrò a far parte del sistema difensivo dello stato camerte nel 1240 d.C. in seguito alla donazione (Privilegio) da parte del cardinale Fieschi, salito poi al Pontificato con il nome di Innocenzo IV, al Comune di Camerino in piena guerra tra guelfi e ghibellini; al castello di Serravalle si aggiunsero in seguito quelli di Tufo e di Serramula. Nel corso dei secoli a venire il castello fu classificato come “castrum Serravallis” nella descrizione albornoziana del “Descriptio Marchiae” e nel diploma di Paolo II. I Serravallesi, staccatisi dalla Diocesi di Nocera Umbra, eressero una nuova Parrocchia, dedicata a S. Lucia, nella Diocesi di Camerino, e Serravalle assorbì anche nel nome gli agglomerati di Tufo e di Serramula. Successivamente al Comune di Serravalle di Chienti furono aggregati i centri abitati di Cesi, Copogna e San Martino, i nuclei di Bavareto, Gelagna Alta e Gelagna Bassa, Castello, Taverne, Borgo, Dignano, Madonna del Piano, Corgneto, Costa, Acqua Pagana, Civitella, Col Pasquale, Voltellina, Colle Curti, Attiloni, Forcella e Castello d’Elce, nonché le case sparse delle contrade Casali, Colle Lepre e S. Croce. Serravalle acquisì via via maggiore importanza specie dopo la costruzione della via Lauretana (oggi strada statale 77 della Val di Chienti), cosi che la popolazione venne aumentando. Grazie a questa via devozionale, agli inizi del ‘500 il luogo fu importante stazione di sosta, come testimoniano le numerose edicole votive della Madonna di Loreto sorte lungo il percorso e l’Ospedaletto dei Pellegrini, situato al centro del paese, di cui restano la facciata due-trecentesca, con porta ad arco acuto e caratteristica “porta del morto” a lato e le tracce di un affresco di Madonna con Bambino. La fortificazione sulla gola del Chienti si deve ai Varano che nel punto dove la valle si restringe, alzarono le mura di confine; questa come altre faceva parte di un sistema difensivo creato da questa famiglia sulla riva sinistra delle sorgenti del fiume Chienti fino a Sefro destinata a chiudere la frontiera di Sud-Ovest. La fortezza di Serravalle, i cui resti sono visibili nella frazione Castello, era stata realizzata a sbarramento della strada e, attraverso due porte fortificate, esercitava l’imposizione di un pedaggio per merci e viandanti. Numerosi sono gli episodi storici legati alla fortezza camerte nel passaggio di truppe per tutto il XIV e XV secolo. Scendendo da Colfiorito lungo la strada statale 77 superata la Fonte delle Mattinate e imboccata la discesa, subito nella parte dove la valle si restringe sensibilmente si nota a sinistra sulla costa un’alta torre e sulla destra un moncone di muraglia dove insiste una grossa lapide dove campeggia una scritta:"RUDERI DELLA PODEROSA FORTEZZA CHE PROTEGGEVA IL DUCATO DEI DA VARANO DI CAMERINO 1300 c.". Il castello era costituito da un perimetro esterno a forma di quadrilatero irregolare dominato da 5 torri, di cui 3 allineate sul lato orientale della strada che da Castello saliva verso l’altopiano. Di questa fortezza rimangono i resti della cinta muraria posta in pendio lungo il fianco del monte: una torre rettangolare piuttosto alta posta sulla destra della strada statale 77, che si conserva ancora in alzato dopo un moderno intervento di restauro, e un bastione diroccato di forma circolare, sulla sinistra e più in basso rispetto al piano della strada, oltre a questo si notano tratti semi-sommersi di mura. Altri link suggeriti: https://www.qsl.net/ik6cgo/dci/castello_di_serravalle.htm, https://www.guidedocartis.it/?page_id=9841

Fonte: https://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-dei-varano-serravalle-del-chienti-mc/

Foto: la prima è presa da https://www.guidedocartis.it/?page_id=9841, la seconda è presa da https://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-dei-varano-serravalle-del-chienti-mc/

venerdì 12 aprile 2024

Il castello di venerdì 12 aprile



VICCHIO (FI) - Torre dei Cerchiai

Per capire l'origine del Castrum Vichii occorre risalire alla storia della ricerca, da parte di Firenze, di opporsi alle forze dei Conti Guidi (per Vicchio) e dei Conti Ubaldini (per Borgo S.Lorenzo e Scarperia) e alla costruzione dell'attuale Ponte a Vicchio, per avere così il controllo del Mugello. Eretto dalla Repubblica Fiorentina, l’anno di fondazione storicamente celebrato è il 1324 anche se la costruzione iniziò già dal 1308. In una lettera del Podestà e dei Priori delle Arti fiorentine si legge che nessuno doveva essere costretto a lavorare per la costruzione del castello o ad andare ad abitarci, eccetto quelli che lo facevano di loro spontanea volontà. Con la costruzione delle mura (1324) che richiudevano un'area molto più ampia dell'antico Vico, il borgo entrò definitivamente a far parte del contado fiorentino. Da questo momento iniziò un periodo di concreto sviluppo. L'antico Castello, situato sopra un colle alto m.203 slm, era cinto di alte mura e chiuso da due porte: a est "porta a Dicomano" a ovest "porta Fiorentina". Le mura erano alte circa 20 braccia, mentre le sei torri poste agli angoli del perimetro esagonale, comprese le due maggiori che sovrastavano le porte, misuravano 40 braccia. Le due porte, che venivano serrate, avevano avanti un antiporto o cancello di ferro. La pianta dell'antico Castello era delineata in forma di esagono schiacciato in cui l'asse maggiore è occupato dall'attuale Corso del Popolo (prima Corso Vittorio Emanuele) fra le due alte torri (sbassate nel 1725). Il Castrum Vichii si rivelò di grande importanza strategica per la sua posizione e nel 1364, sotto la pressione di frequenti scorrerie militari, venne ingrandito e fortificato. Con l'ampliamento e le fortificazioni, i Fiorentini intendevano offrire ai popoli che avevano sottomesso nel 1322 un sicuro luogo di rifugio che sostituisse nella regione la funzione militare rivestita anni prima dalla rocca di Ampinana del Conte Guido Novello. La popolazione aumentò con l'ingresso delle genti di Ampinana e delle rocche di Belfonte e Gattaia, riscattate dai fiorentini. I Guidi, infatti, cedettero gli ultimi possedimenti mugellani, i castelli di Belforte e Gattaia e i privilegi feudali su numerosi popoli e pievi di questa parte del Mugello, nel 1374. Tracce delle dispute con i conti Guidi si trovano anche in una delle pagine iniziali dello Statuto della Podesteria di Vicchio e Rostolena e nel libro "Origini del Castello di Vicchio" di Pierluigi Cantini edito da Arti Grafiche Giorgi & Cambi - Firenze - nel 1979. Tra la fine dell'800 e l'inizio del 900 il piccolo castello di Vicchio cambiò volto. Dal 1885 al 1888 venne abbattuta una parte delle mura castellane per costruire una via (Via Garibaldi) che collegava la piazza centrale (P.za Giotto) con il piazzale delle fiere e dei mercati (P.za della Vittoria) situato appena fuori le "mura di tramontana". Attorno a questa grande piazza sorsero, in pochi anni, le scuole elementari maschili e femminili, le logge del mercato, il nuovo teatro e abitazioni private. Poco lontano era stato realizzato nel 1881 il nuovo macello comunale. Con l'arrivo della ferrovia Pontassieve-Borgo S.Lorenzo (1913) fu realizzato un nuovo viale che collegava l'antico piazzale delle fiere con la stazione Ferroviaria (Viale Beato Angelico). Nel 1893 veniva inaugurato l'acquedotto che portava in paese l'acqua dalle sorgenti di Monte Giovi e venne istallata nel centro della piazza del castello, una fontana, poi rimossa nel 1901 per dar posto alla statua di Giotto. Nel maggio del 1902 il paese fu illuminato dalla luce elettrica. L'attuale centro abitato di Vicchio evidenzia ancora la forma esagonale dell'antico castello con resti di mura medioevali e la torre dei Cerchiai, situata in Piazza della Vittoria. Di origini medievali, è stata ristrutturata dopo il disastroso terremoto del 1919. Oltre a questa torre, come già detto, ve ne erano altre cinque sparse lungo le mura della città. Si tratta di un raro esempio di torre a base pentagonale. In alto la costruzione possiede una merlatura e la porta è sormontata da una lunetta e una piccola finestra.

Fonti: https://www.comune.vicchio.fi.it/castrum-vichii-castello-di-vicchio, https://discovermugello.it/cosa-vedere-vicchio/,

Foto: la prima è del mio amico, e inviato speciale del blog, Claudio Vagaggini su https://www.facebook.com/CastelliRoccheFortificazioniItalia/photos/a.10158124869155345/10158124871455345/?type=3. La seconda è una cartolina della mia collezione

giovedì 11 aprile 2024

Il castello di giovedì 11 aprile



CATANIA - Torre del Vescovo

Costruita nel 1302 in quella che è oggi l'area adiacente all'Ospedale Vittorio Emanuele II, acquisì in seguito questo nome quando il Vescovo di Catania, Antonio de' Vulpone, la acquistò per destinarla a lazzaretto. Egli si assicurò, in tal modo, il controllo della zona nord della città , garantendosi di conseguenza un privilegiato ruolo politico. La costruzione attuale è cinquecentesca, a pianta quadrangolare e realizzata in pietra lavica e malta. Nella parte superiore sono ancora presenti delle feritoie probabilmente utilizzate un tempo dagli arcieri a difesa della fortezza. Viste le dimensioni molto contenute, il lazzaretto venne poi ampliato inglobando il vicino bastione cinquecentesco facente parte delle Mura di Carlo V. Questo complesso divenne quindi un ospedale che venne chiamato Ospedale degli Infetti, così chiamato in quanto destinato al ricovero dei cittadini colpiti dalla peste del 1576. La torre, un tempo confinante con le mura cittadine, oggi è inserita in un'aiuola spartitraffico, nel quartiere Antico Corso. L'edificio ha conservato fino ad oggi tre muri perimetrali e solo il primo piano, mentre è probabile che il progetto originario della Torre prevedesse anche un secondo piano, il quale includeva un pavimento ligneo. La quarta parete sembra essere stata tolta come accorgimento difensivo. In caso d’assedio, se gli invasori avessero conquistato la torre non avrebbero potuto utilizzarla contro la città. Non c’è presenza di merlatura, pur essendo norma nelle costruzioni medievali. La scarpa a pianterreno sembra essere stata costruita successivamente alla struttura. Altri link per approfondimento: https://www.balarm.it/news/da-postazione-bellica-e-lazzaretto-la-torre-del-vescovo-di-catania-e-il-bastione-degli-infetti-127491

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Torre_del_Vescovo, https://turismoct.myhostingweb.com/articolo.php?idarticolo=8830, https://catania.italiani.it/la-torre-del-vescovo-una-costruzione-bellica-e-medica/,

Foto: la prima è di Comitato Popolare Antico Corso su https://tmatic.travel/en/view/story/torre-del-vescovo_W1jmXM9/it, la seconda è presa da https://catania.liveuniversity.it/2022/09/16/torre-del-vescovo-catania-monumero-bellico/

mercoledì 10 aprile 2024

Il castello di mercoledì 10 aprile



MONTAIONE (FI) - Castello di Tonda

Il nome Tonda, deriva probabilmente dalla forma della collina su cui si trova, che è infatti rotonda, oppure si riferisce a un luogo segnalato con pietre o piante disposte in modo circolare stando a rappresentare un’area sacra. (un luogo che esiste in quella zona? E’ molto vago scritto così). La zona era probabilmente abitata già dai tempi degli Etruschi, tuttavia Tonda è nominato per la prima volta in un documento volterrano del 1161, fu assegnato in feudo nel 1212, insieme ad altri beni, ai fratelli pisani Ventilio e Guido di Ildebrandino. In seguito il castello passò al conte Ranieri della Gherardesca e fu venduto nel 1267 al comune di San Miniato per 833 lire, 6 soldi e 8 denari. Passato a Firenze nel 1370, nel 1379 fu assegnato alla podesteria di Montaione, della quale fu sede insieme a Figline. Il Castello di Tonda era caratterizzato da mura di cinta con all'interno una chiesa, una torre, una cisterna per la raccolta di acqua piovana e il palazzo del comune. Rimasto disabitato dopo la seconda guerra mondiale poiché molti contadini lasciarono le campagne per spostarsi nei paesi più grandi o nelle città a lavorare nell’industria nascente, il borgo, divenuto proprietà di una società svizzera, è stato valorizzato con una sapiente opera di ristrutturazione e destinato a residence turistico così come molte altre case della zona. Il borgo è e dopo i restauri adibito a struttura turistica (https://www.castellareditonda.com/). 
Altri link suggeriti: https://www.latoscanadileonardo.it/it/luoghi/citta-metropolitana-di-firenze/comune-di-montaione/tonda.html, https://smartarc.blogspot.com/2012/07/tonda-montaione.html

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Montaione#Architetture_castrensi, https://www.visitmontaione.com/it/montaione-toscana-italia/localita/tonda

Foto: la prima è del mio amico (e inviato speciale del blog) Claudio Vagaggini, la seconda è di marcot su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/352938

mercoledì 3 aprile 2024

Il castello di mercoledì 3 aprile



STIGLIANO (MT) - Castello

In seguito alla caduta dell’impero romano, Stigliano venne invasa dai Goti, cui successero i Longobardi. Feudo di diversi signori, Stigliano è appartenuto a Goffredo Britanno, suffeudatario del Conte di Montescaglioso, passando poi a Goffredo di Sarzin, finché nel 1274 re Carlo donò il feudo a Giacomo di Bosciniano. Nel 1289 sotto Carlo II, il feudo era nelle mani di Guglielmo della Marra, già governatore della città di Napoli e vi rimase per oltre due secoli, quando passò ai Carafa. Fu poi la volta dei Colonna di Roma. Su di uno sperone roccioso nei pressi del paese sono ancora visibili i resti del castello medioevale e parte della cinta muraria. La parte vecchia del paese era infatti anticamente circoscritta con mura in pietra. L'accesso era garantito da quattro porte di cui attualmente una ancora esistente (Porta del Mozzo) Oltre alla porta, ancora distinguibile, fino a qualche anno fa, uno spicchio di torrione testimoniava l'esistenza di un'antica cinta muraria. Nell'indifferenza delle vecchie amministrazioni comunali e della popolazione civile, è andato distrutto anche il vecchio Castello di Stigliano. Costruito in epoca feudale, fu in seguito adibito a carcere. Il terreno al di sotto del maniero ha, purtroppo, ceduto il 9 febbraio 2014 alle 12:45, portandosi dietro uno degli ultimi pezzi di storia antica del paese. Posto sulla sommità di un promontorio, con una veduta mozzafiato su tutto il territorio stiglianese, il Castello, o meglio, ciò che rimaneva di esso, è stato trascinato a valle dal terreno in movimento, una tracimazione di roccia e terra che ha distrutto il boschetto sottostante fino a raggiungere le case più vicine. È andato altresì distrutto un imponente orologio posto in cima alla torre del medesimo edificio. Altri link suggeriti: https://www.stigliano.net/la-fine-di-un-mito/ (con video frana), http://www.old.consiglio.basilicata.it/conoscerebasilicata/cultura/percorsi/castelli/stigliano.htm, https://www.facebook.com/watch/?v=771797803434970 (video con drone), https://www.youtube.com/watch?v=GYfjVsZzuiA (video di PiccolaGrandeItalia.tv)

Fonti: https://www.basilicataturistica.it/territori/stigliano/, https://www.mondimedievali.net/castelli/Basilicata/matera/provincia000.htm, articolo di Mariantonietta Rasulo su https://www.orientepress.it/quando-i-beni-culturali-sono-di-serie-b-il-castello-di-stigliano-una-morte-annunciata/

Foto: la prima è di CaRo2020 su https://www.lucania.one/00page1g.php?comune=stigliano&cit0=Stigliano&nome3=rocco&contatc=&mini=20201006094552_1091192320&ef=&vid=0&pnr=&mp=&prf=&album=&albtit=&grup=tutti, la second è una foto d'epoca presa da https://www.stigliano.net/la-fine-di-un-mito/