giovedì 18 dicembre 2008

Trapiantarsi all'estero grazie al lavoro virtuale


DM è un giovane italiano che sta mettendo in pratica uno stile di vita che gli permette di vivere all’estero e lavorare con clienti italiani!
La sua esperienza prende spunto da Tim Ferriss, che evangelizza il ‘lifestyle arbitrage’ cioè vivere in una nazione meno costosa mentre si lavora virtualmente in una nazione che paga meglio, grazie a internet e varie tecnologie disponibili al giorno d’oggi.
DM: Ho una piccola agenzia di marketing e pubblicità online nel campo del viral marketing (lavoro in continua crescita che spesso è confuso con lo spam ma che con quest’ultimo non ha nessun collegamento.). Da dove lavoro o il luogo è indifferente al mio lavoro.. Ho vissuto un anno in Erasmus a Copenhagen, 3 mesi a Sevilla, da due mesi sono a Barcelona e ad Aprile andrò a vivere a NYC per 3/5 mesi per poi girare un anno in giro per le americhe con il mio laptop…
Italiansinfuga: Cosa offre Barcellona che non puoi trovare in Italia?
DM: Barcelona è cresciuta molto negli ultimi 10 anni. Dopo le olimpiadi del 92 ha avuto il suo boom. Barcelona offre cultura, arte, serate concerti, locali.. la gente si chiederà “si, questo lo fa anche l’Italia..”. Bè in primo luogo i prezzi sono più abbordabili ma è il modo di comunicarli che fa la differenza. Un modo + moderno con un linguaggio cosidetto giovanile.
La playa d’estate è un altro fattore (anche se io sono arrivato ad Ottobre). La pulizia delle strade e l’impegno sempre maggiore del comune ad impegnarsi a creare strade pedonali e corsie per biciclette..
La città è cosmopolita ma anche locale. Ci sono persone da tutto il mondo. Si parla sempre più inglese, si parla spagnolo e molto catalano (cosa che a me non piace moltissimo..).
Italiansinfuga: Ci spieghi in che modo la tecnologia disponibile oggi consente di vivere e lavorare come fai tu?
DM: Tutti passano ore e ore davanti al computer ogni giorno. Le tecnologie come internet , skype o facebook avvicinano in modo straordinario le persone seppur in modo virtuale (non dimentichiamocelo..!!!). Se tutto il mio lavoro è basato su internet, non ho bisogno di un ufficio, se i miei clienti si trovano in Italia, a Londra o ad Amsterdam, non ho bisogno di incontrarli se possiamo avere una videochiamata in skype e sentirci quasi 24 ore al giorno (ciò non toglie che un incontro “reale” non sarà mai surclassato da uno virtuale).
Se su internet ci sono centinaia di milioni di persone che ogni giorno ci passano ore il mercato si dirigerà di conseguenza su internet… C’è molto lavoro su internet.. ma non serve + saper utilizzare Office o scrivere una mail.. come spesso le aziende italiane chiedono nei colloqui..
Italiansinfuga: Che consigli pratici daresti a chi vuole lavorare con aziende italiane ma vivere all’estero come fai tu?
DM: Di pubblicizzarsi su internet. Se si conosce il cinese ad esempio, ci sono tantissime offerte di lavoro per aziende italiane che vogliono esportare i loro prodotti in Cina.. dal vino al parmigiano e così via.
Se si conoscono le lingue si può lavorare come traduttore… posso vivere nelle Filippine e lavorare come traduttore Italiano / Spagnolo /Inglese / Tedesco.
Le aziende italiane, al contrario di quello che si pensa, sono alla continua ricerca di persone qualificate ma non le trovano e specie in Italia..
L’università italiana ha un gap enorme su tutti i fronti e gli studenti, pur sapendolo, ci MARCIANO sopra.. Ho aiutato lo svolgimento (ma non ho potuto partecipare purtroppo.. ) a una manifestazione contro la Gelmini qui a Barcelona organizzata dagli studenti italiani in Erasmus a Barcelona.. le manifestazioni sono importantissime.. io ci credo fino in fondo! Ma se un corso di 3 anni ce ne metti 5 o uno di 5 ce ne metti 7 o 8 di anni.. sei tu studente che ci marci sopra e sarà solo peggio per te!
Italiansinfuga: Grazie Daniele e in bocca al lupo!
Se volete emigrare all’estero, fate tesoro dell’esperienza di Daniele.

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