mercoledì 29 settembre 2010

Il castello di venerdì 5 maggio



BARLETTA (BT) – Castello Svevo

Fu costruito molto probabilmente nel periodo normanno, e ne appare traccia per la prima volta in un documento del 1202. L'edificio fu concepito per fungere da prigione-fortezza contro i nemici, poiché era circondato dal mare che in quel tempo giungeva sino all’attuale fossato, ma con l’elezione al trono di Federico II di Svevia, il castello fu adibito a residenza privata, come dimostrano le finestre della struttura che si affacciano sul cortile. Numerose sono le impronte lasciate sulla fortificazione pugliese dai diversi popoli succedutisi nei secoli: l'intervento federiciano è testimoniato dal corpo di fabbrica posto sul lato sud con due finestre che recano scolpite nelle lunette l'aquila imperiale che stringe tra gli artigli una lepre, motivo ricorrente nel repertorio iconografico svevo. Nel periodo angioino, i lavori, decisi da Carlo I nel 1269, si protrassero per diversi anni, fino al 1291, e videro l'intervento dell'architetto regio Pierre D'Angicourt, lo stesso che ampliò il castello di Lucera. In questa occasione si ristrutturarono il corpo di rappresentanza regia ed il palazzo, si costruì la cappella e si rafforzò militarmente il complesso costruendo una cinta muraria con una torre rotonda posta ad angolo. Gli Aragonesi tra il 1458 ed il 1481, rafforzarono la cinta muraria e successivamente, per ordine di Carlo V, il castello assunse la configurazione ad impianto simmetrico con quattro baluardi pentagonali angolari a pareti sfuggenti ed aperture di fuoco disposte radialmente e lungo le cortine (con progetto forse realizzato dall’architetto Evangelista Menga), adeguandosi ai canoni di fortificazione dell'epoca. Venne rinforzata la zona verso la città, più esposta a possibili attacchi, si intervenne sul lato di levante, sullo spigolo sud-est e sulle cortine murarie. Altri interventi si sono susseguiti nel corso dei secoli fino ai recenti lavori di restauro, iniziati nel 1970 e conclusisi da poco. Il castello di Barletta anche se costruito su un impianto normanno-svevo-angioino, è dunque spagnolo, nella sua versione moderna realizzata, grazie a Carlo V di Spagna. Il castello tornò quindi ad essere una fortezza inespugnabile e praticamente inattaccabile, grazie alla sua struttura a base regolare e gli spigoli dei cortili protetti da imponenti bastioni, rendendo impossibile qualsiasi attacco da parte di pirati o guerriglieri. Il castello riaffermò la sua funzione difensiva anche il 24 maggio 1915, data che segnò il violento attacco delle forze austriache sulle coste italiane e nella quale la sua struttura rimane intatta e nuovamente inattaccabile. Oggi l'edificio ospita al suo interno il Museo Civico, la Biblioteca Comunale e il famosissimo busto di Federico II di Svevia, al quale è legata tutta la storia della Terra di Bari. È la sede preferita per l’organizzazione di eventi culturali, letterari, concerti, mostre e conferenze di interesse regionale e nazionale. Gli elementi architettonici principali del Castello di Barletta sono:
- i quattro bastioni angolari a punta di lancia,
- il fossato che corre lungo il perimetro dell’edificio,
- il rivellino e il ponte levatoio,
- le cannoniere e la merlatura sugli spalti.
Il castello è costruito su tre ordini di fuoco dei quali, i primi due inferiori sono muniti di casamatta, mentre quello superiore è a cielo aperto. Due cordoni marcapiano girano attorno al complesso. Dove dal cordone superiore in basso, la scarpata pende di 1,5 m circa, mentre verso l’alto il muro è verticale fino alla sommità. La lunghezza di ciascuna fronte varia da 130 a 120, di cui 2/5 sono di cortina e 3/5 sono occupati dai bastioni. Lungo tre lati gira un importante fossato che serviva in caso di emergenza, avrebbe potuto essere inondato dal mare. Ogni bastione dista l’uno dall’altro 125 m. e ognuno presenta all’interno due casematte circolari sovrapposte (16 metri di diametro) con al centro un’apertura circolare per la dispersione dei fumi o dei rumori d’artiglieria. Tutto il complesso è costruito con pietra calcarea chiara, tagliata in blocchi perfettamente quadrati e bugnati, che provengono da cave della zona. I muri sono molto spessi e questo si può notare all’interno con un colpo d’occhio nelle fessure dei bastioni che danno verso l’esterno. Al castello vengono attribuite numerose definizioni, tra cui normanno, svevo, angioino. Nessuna delle quali è errata, poiché ognuna di queste civiltà e dominazioni ha contribuito – come abbiamo visto – alla realizzazione del complesso architettonico, strutturale del castello. Tra le opere in esso conservate, ricordiamo il Sarcofago degli Apostoli, altorilievo in pietra prima testimonianza del Cristianesimo a Barletta, risalente al periodo compreso tra il III e il IV secolo. Altri link di approfondimento: https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Barletta, https://www.youtube.com/watch?v=RvjJ8y8IX90 (video di itinerapuglia), http://www.federicoitineraridellostupore.it/index.php/it/puglia/barletta/il-castello, https://www.youtube.com/watch?v=TZ4e5bNZatA (video di Massimo Nalli), https://www.youtube.com/watch?v=ZpMH6RekOBg (video di BUNKER TV)

Fonti: https://www.abarletta.it/guida-turistica/monumenti/castello-di-barletta/, https://www.beniculturalionline.it/location-4744_Castello-Normanno-Svevo-di-Barletta.php, http://www.castellocarlov.it/castello-di-barletta/

Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, la seconda è presa da http://www.federicoitineraridellostupore.it/index.php/it/puglia/barletta/il-castello

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