martedì 16 novembre 2010

Il castello di martedì 16 novembre



CASSANO D'ADDA (MI) - Castello Visconti-Borromeo

La sua costruzione sembra risalire all’epoca carolingia, a dominio del fiume Adda.
Durante il Medioevo, fu oggetto di lotte tra Guelfi e Ghibellini e seguì le vicende politiche della vicina Milano, conteso tra Torriani, Visconti e Sforza. Si presenta in modo sicuramente originale, privo delle fondamentali caratteristiche che accompagnano i castelli lombardi: una sola torre, nessun merlo, nessun bastione, nessun fossato. Questa conformazione altro non è che il risultato di una plurimillenaria storia di rimaneggiamenti e di abbandoni. Il castello venne ampliato e fortificato in epoche diverse, nel XIII, XIV e XV secolo. Il complesso edificio, disposto attorno ad un cortile trapezoidale, presenta, tra le altre, una parte viscontea poi trasformata e una parte sforzesca verso il fiume, realizzata per rafforzare un punto che offriva un facile appiglio alle aggressioni nemiche. La ristrutturazione Sforzesca trasformò il fronte orientale del castello in una poderosa barriera destinata a sostener l’urto dei veneziani e delle loro artiglierie. Venne costruita così una grande muraglia affiancata alla rocca, rafforzata da contrafforti esterni e munita di retrostanti casematte, alta quanto la scarpata naturale fino al castello.
Nel secolo IX la corte e il castello appartenevano agli arcivescovi di Milano, nel 1538 il feudo fu concesso da Carlo V alla famiglia D’Adda e nel 1549 divenne marchesato. Passò poi ai Castaldi, che lo tennero fino al 1752, ai Bonelli, e da questi venduto nel 1781 al marchese Gian Francesco D’Adda.
Solo con Carlo Emanuele III di Savoia, re di Sardegna, l'ormai stanca ed inutilizzata fortezza ebbe nuove attenzioni da parte di architetti e ingegneri. Nel 1764, in pieno illuminismo, si fece demolire il portone del ricetto, che cingeva il borgo fortificato e si procedette ad altre opere di smantellamento. Superata la sua funzione bellica tra il XVIII e il XIX secolo, il maniero fu riadattato ad usi diversi; sede di pretura e carceri, caserma militare. Nel Novecento continuò incessante l'opera di "snaturalizzazione" del castello che finì per ospitare una filanda, sede di Pretura, officine, laboratori artigianali, malsane abitazioni. Fino ai primi anni Ottanta vi si trovava anche una frequentatissima discoteca ricordata con nostalgia dai giovani dell'epoca. Ogni ambiente della rocca finì insomma vittima dell'incuria e del più sconfortante degrado. Agli inizi degli anni Novanta si registrò un improvviso quanto inatteso colpo di spugna: si sbaraccò tutto quanto non attinente alla vetustà e alla importanza del luogo e si diede il via a lavori di restauro che restituirono, almeno esternamente, un certo decoro all'antico castello.

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