venerdì 26 novembre 2010

Il castello di venerdì 26 novembre



IL CASTELLO NORMANNO-SVEVO DI MELFI (PZ)

La città di Melfi, adagiata su un colle vulcanico nella parte settentrionale del Vulture, fu la capitale dei Normanni del Sud prima che fosse scelta Palermo, e in seguito residenza frequentata spesso da Federico II. Il suo castello è senza dubbio il più noto della Basilicata ed uno dei più grandi del Meridione. A dimostrazione della sua vastità, una leggenda lo vuole composto da 365 stanze, come i giorni dell’anno. Costruito sulla sommità di un colle nell’XI secolo sui resti di un’antica rocca normanna e successivamente oggetto di ampliamenti e alterazioni ad opera di Svevi, Angioini e Aragonesi, il complesso mostra chiaramente elementi e architetture delle varie dominazioni. La sua imponente massa frastagliata di superfici, muri, bifore, torri, feritoie ed altri particolari, fa in modo che si formino dei suggestivi giochi di luci ed ombre sempre diversi nelle varie fasi della giornata, creando delle atmosfere magiche, irripetibili e che ci riportano indietro nel tempo; cosicchè sembra quasi di rivedere gli antichi personaggi passeggiare sui suoi bastioni. E’ munito di ben dieci torri, di cui sette rettangolari e tre pentagonali, di concezione angioina. Ripercorrendo brevemente la storia di questa grandiosa costruzione, scopriamo che vi si svolsero quattro concili papali tra 1059 e 1101 e vi fu bandita la prima crociata nel 1089. Federico utilizzò il castello anche come tesoreria regia, come deposito delle riscossioni effettuate in Basilicata, nonché come prigione, visto che il saraceno Othman di Lucera vi fu incarcerato e dovette pagare 50 once d’oro per riacquistare la libertà.
Il maniero ha subito numerosi restauri in seguito al sisma del 1980 e oggi è di proprietà del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Alcune delle sue sale in una parte del pianterreno del corpo frontale, ospitano il Museo Nazionale del Melfese, nel quale sono esposti numerosi reperti archeologici provenienti dalle zone limitrofe. Nella torre dell'Orologio è custodito il Sarcofago romano ritrovato nel 1866. L'immenso blocco di marmo è probabilmente l'urna funeraria di Emilia Sauro, la figlia di Cecilia Metella.

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