martedì 28 giugno 2011

il castello di martedì 28 giugno



NARNI (TR) – Rocca Albornoz

Venne eretta nel 1367 per volere del cardinale Egidio Albornoz, poco prima che egli spirasse presso il castello di Bonriposo a Viterbo (24 agosto 1367) e sorse sui resti di un primitivo insediamento militare costruito da Federico Barbarossa. Nel 1371 vi si insediò il primo castellano, Giovanni de Novico. Nel 1378 vennero ultimati i lavori della fortezza che, completa e imponente, presentava sulla porta di accesso l'unione di quattro stemmi, probabilmente quelli dei papi Gregorio XI e Urbano V e dei cardinali Angelico Grimonard e Filippo d'Alençon. La potente struttura militare, nei secoli, ospitò papi, cardinali, condottieri e divenne la sede del governatore. Nel 1405 si trova la prima citazione del Bastione (bastiglia, bastigia), una ulteriore fortificazione della quale oggi rimane la base di una cisterna incorporata ma che aveva certamente anche una torre di avvistamento; la Rocca ebbe bisogno di un elemento aggiuntivo di sicurezza col quale era in comunicazione attraverso una via diretta sotterranea. E' errato accostare la Rocca alla potenza della città: al contrario ne segnò il declino di autonomia, libertà e forza del libero comune, della «civitas». Con la sua edificazione non si vollero certo accrescer le opere di difesa comunali, essa fu un elemento di quel «sistema» di fortezze che il papato, dopo Avignone, pose a presidio dello Stato. I Narnesi ben compresero questi significati: la Rocca fu a lungo estranea alla loro vita, ignorata, spesso detestata. Solo nel 1539 le chiavi del maniero arrivarono in mano ad un narnese, Girolamo Arca, anch'egli funzionario del potere papalino. Tra i papi che vi soggiornarono ricordiamo Bonifacio IX (1392), Niccolò V (1449), Sisto IV e Innocenzo VIII. Tra i vari castellani che si sono alternati alla sua difesa possiamo citare: Controsello Caracciolo di Napoli (1390), Giovanni Tomacelli (1393), Angelo Piccolomini (1464), Durante Duranti (1507), Ubertino degli Strozzi (1529), Eustachio Confidati di Assisi (1652), Federico Lolli e Pietro II Eroli di Narni (1762), GiuseppeJacobelli (1857). Nel 1568, con l'accusa di aver ucciso senza motivo un servitore, vi fu rinchiuso Francesco Cenci (1549-98), nobile romano di costumi crudeli e dissoluti, padre di Beatrice (1577-98), colei che sarà giustiziata a Ponte Sant'Angelo in Roma nel 1598 con l'accusa di aver assassinato il padre insieme al fratello Giacomo. Nel 1798, 14.000 francesi al comando del generale Alessandro Louis Berthier (1753-1815), dopo la proclamazione della Repubblica Romana e la fuga di Pio VI (1775-99), spogliarono la rocca di tutte le armi che furono portate a Perugia e fuse per fare cannoni. Dal 1834 al 1906 divenne carcere, arrivando ad ospitare anche 300 detenuti. Nel 1906 fu acquistata all'asta dal principe russo Mestschezsy per una somma irrisoria: 13.000 lire con pagamento rateale; la vendita venne fatta dal Demanio quasi in sordina. Il principe con un altro socio la tenne fino al 1972, quando passò ad una famiglia romana. La fortezza, a forma di quadrilatero, presenta quattro torri agli angoli, chiamate: di San Bernardo (nord-est), San Filippo (sud-est), San Giacomo (sud-ovest) e (a nord-ovest) il "Mastio" più alto e possente che risulta dall'unione di due torri. Immersa in un suggestivo paesaggio coronato da olivi su un colle a 332 metri a dominio della valle del Nera, circondata da un fossato e da una doppia cinta muraria, subì non pochi assalti, tra cui quello delle milizie lanzichenecche di ritorno dal Sacco di Roma (1527). ospita internamente una cappella e una cisterna in travertino che si apre sul cortile. Attualmente è patrimonio comunale e, dopo anni d'impegnativi restauri, è tornata all'antico splendore. Oltre ad essere sede di convegni, ospita interessanti mostre. Per approfondire si può visitare il seguente link: http://www.briotti.com/index_rocca.htm

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