domenica 26 febbraio 2012

Il castello di domenica 26 febbraio



VITTORIA (RG) – Castello Colonna Enriquez

La città di Vittoria fu fondata nel 1607 dalla contessa Vittoria Colonna, sposa di Ludovico III Henriquez de Cabrera conte di Modica dal 1596. Morto il marito, la contessa si trovò a dover fronteggiare gravi difficoltà economiche provocate dalle spese di rappresentanza inconsulte cui Ludovico III si era dato nella circostanza del matrimonio di Filippo III, re di Spagna, con Margherita d'Austria nel 1599. Vittoria Colonna decise di richiedere al re di Spagna la concessione di un privilegio regio per la fondazione di un nuovo insediamento, che le avrebbe consentito di risollevare le sorti del patrimonio familiare. La richiesta venne accolta, ed il privilegio regio, concesso dal re Filippo III il 31 dicembre 1607 a Madrid, dispose la riedificazione dell'antica Kamarina, con il nome di Vittoria, in onore della sua fondatrice. Il nucleo cittadino sorse attorno al castello, appaltato il 4 Marzo 1607, probabilmente su preesistenze di origine medievale, e alla chiesa Madre. Il castello era il simbolo del potere armato del barone (al tempo castellano e sovrintendente della città), il quale, attraverso un fedelissimo esecutore dei suoi ordini, da una parte proteggeva l’abitato come suo possedimento, dall’altra lo sorvegliava incutendo timore e riverenza. Accanto ad esso furono costruiti i magazzini frumentari della corte, per raccogliere e conservare i frumenti e gli orzi che annualmente venivano versati come “terraggio” dagli enfiteuti e dagli affittuari della nuova terra di Vittoria. Questi magazzini erano costituiti da grandi silos scavati in spaziosi locali sotterranei, suddivisi in senso trasversale, che si susseguivano uno dopo l’altro ed erano comunicanti tra loro. Oggi si può accedere ai primi due locali dei magazzini frumentari, mentre vi sono alcuni sotterranei inesplorati. Il tutto necessita di opportuno restauro. Il castello Colonna Enriquez al piano terra conserva parte delle originarie strutture realizzate con piccoli blocchi di arenaria locale ben squadrata, con questi sono girate le volte a botte poggianti su spessi muri dove appaiono evidenti le suture dei blocchi, i quali, nel senso verticale, non sempre si alternano. Nella parte antica, fra le due lesene di centro, si trova un grande portone ricoperto in lamiera che immette in un vasto atrio dal quale si accede, attraverso due portici strombati, in due camere rettangolari; di fronte c’è una bellissima trifora, al centro di questa si apre un corridoio con volta a botte che immette nel cortile retrostante. Questo cortile è costituito da un muro pieno a sinistra, da un muro frontale il quale presenta cinque archi vuoti fino a terra, di cui due guardano sulla Valle dell’Ippari, e a destra da un muro pieno di oltre tre metri portante sulla struttura tre archi bassi che consentono, dal piano superiore del castello, risalente all’Ottocento, la vista verso il mare. A destra e a sinistra ci sono due piccoli locali rettangolari con due volte a botte, disposte ad altezza diversa; su queste, anticamente, si impostavano le due rampe di scale che, partendo dal cortile, si riunivano portando sul terrazzo con i merli. I locali sottostanti costituivano, quello di destra il dormitorio e quello di sinistra la gendarmeria. I due locali più piccoli servivano come deposito di armi, munizioni e viveri. Nel 1612 fu aggiunto il primo piano con le stanze per l’abitazione del conte o del castellano. Nel 1643, la nobildonna Vittoria Colonna fece eseguire dei lavori di ristrutturazione e restauro sia al quartiere abitato che alle vecchie stanze del castello, al corridoio, alla scala ed ai magazzini; questo in previsione della visita di Giovanni Alfonso a Vittoria ed anche per l’imminente insediamento nel castello del barone Giovanni Grimaldi, invitato a risiedervi come castellano oltre che sovrintendente. A lavoro ultimato il Castello presentava: cinque stanze abitative ed una sala rimessa a nuovo; il corridoio e la scala di accesso al primo piano riparati opportunamente; le volte delle stanze, i sottotetti ed i tetti completamente rifatti, come pure le docce e i doccioni per le acque piovane da convogliare nella cucina del luogo; un grande vano a pianterreno, una cucina, un’anticucina costruiti in aggiunta al resto dell’edificio; il portone d’ingresso allestito con legno di quercia e cardini lunghi secondo la sua altezza; nuovi tendaggi alle finestre. Dopo il restauro del Castello ebbe luogo la prevista venuta del Conte insieme alla sua famiglia e ad un folto seguito di nobili e dignitari della corte vicereale, oltre ai soldati di scorta ed al personale di servizio. Con il terremoto del 1693, i locali superiori, l’elegante scala semiesterna di accesso, gran parte del prospetto e delle volte delle camere prospicienti la piazza crollarono, e furono necessari ulteriori lavori di restauro continuati nel 1787, quando i locali dell’ex sottoscala vennero riuniti a due a due per realizzare le due cellette che si trovano nella trifora attuale. L’edificio dal 1816 al 1950 fu adibito a carcere mandamentale dal Comune di Vittoria. Abbandonato per alcuni anni, venne in seguito restaurato divenendo Museo Civico Polivalente. Nei locali del pianoterra è allocata, provvisoriamente, la sede del Consorzio di Tutela del Vino Cerasuolo DOCG di Vittoria. Purtroppo sul web non sono riuscito a trovare valide immagini del castello, ho dei dubbi che quella inserita rappresenti effetivamente questo monumento. Se in futuro riuscirò a procurarmi di meglio lo aggiungerò alla pagina.

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