venerdì 30 marzo 2012

Il castello di venerdì 30 marzo



ARCEVIA (AN) – Castello di Loretello

Loretello è un castello perimetrato completamente da una possente cinta muraria, che sorge su un poggio a 300 metri d’altezza, distante circa 15 km da Arcevia, in direzione S. Lorenzo in Campo. Tra i castelli del territorio rimasti è quello più antico: nominato per la prima volta nel 1072, edificato insieme alla chiesa di S. Andrea dai monaci di Fonte Avellana. Il 14 Maggio 1139 Papa Urbano II, su richiesta del priore Benedetto, pose sotto la protezione della Santa Sede tutti i beni di Fonte Avellana compreso il castello di Loretello. Esso rimase alle dipendenze del monastero fino al 1159 quando sorse una contesa di competenza con il vescovo di Fossombrone. A dirimere la questione venne interpellata la curia romana che affidò il caso alla mediazione di cinque illustri cardinali romani scelti direttamente dal Papa. La questione venne risolta il 2 aprile del 1185 quando fu stipulato "un instrumento col quale il vescovo Nicola di Fossombrone concedeva al priore Salvo di F.A. ed ai suoi successori la metà di quanto alla chiesa apparteneva e più metà del castello con tutte le possessioni e gli uomini alla stessa metà appartenenti".
Intanto in quegli anni emerse prepotentemente Arcevia, una solida roccaforte che primeggiò nella zona. Loretello, che osò resisterle, venne costretto ad arrendersi ed umiliato al punto da vedere il suo castello quasi distrutto dalle fondamenta. Questo accadde nel 1255. Da allora Loretello rimase sotto l'influenza di Arcevia seguendone le vicende fatte più di lutti che di trionfi. Fossombrone accettò il fatto compiuto e in compenso ricevette da Arcevia un indennizzo. Nel 1273 trentatrè famiglie di Loretello giurarono sottomissione e fedeltà alle autorità comunali di Arcevia e nel 1289, con un atto formale notificato dal rettore della Marca, Loretello divenne possesso definitivo di Arcevia. Questa appartenenza fu per Loretello una continua fonte di tragedia. Gli eserciti che si mossero contro Arcevia per assediarla passarono spesso per Loretello che venne sottoposto a continue invasioni e devastazioni. Questo continuo stillicidio fa perdere a Loretello importanza e prestigio fino a ridurlo ad un insediamento di poche famiglie, undici "fuochi". Il vero e proprio castello, come appare oggi, risale ad un ampliamento avvenuto probabilmente tra la fine del ‘300 e i primi decenni del ‘400. Quasi intatti sono la sua cinta muraria in laterizio (interamente percorribile), i rivellini, la munita porta (dove sono visibili i meccanismi del ponte levatoio), mentre il bel ponte di accesso a tre arcate è stato aggiunto nel Settecento, quando la funzione di castello venne a mancare. Vi sono poi due tipiche torri: la "Torre della guardia", torre di avvistamento, strutturata in tre piani, costruita ad angolo per respingere i colpi delle bombarde; essa è collegata, tramite una galleria, con le abitazioni vicine. La seconda torre è detta "La prigione" : è un'elegante e sofisticata costruzione a forma circolare, coronata nella parte superiore da merli a coda di rondine di gusto ghibellino e da una cintura di beccatelli che gira tutt'intorno alla torre. Usata in tempi non lontani, come abitazione privata, è certamente uno degli aspetti più caratteristici del castello. La costruzione veniva usata sia come vedetta e sia come prigione per criminali. La torre è strutturata in sei livelli aventi ciascuno una sola cella con strettissime feritoie per fare entrare quel pò di luce e di aria necessarie alla sopravvivenza. La parte più bassa della torre era collegata al fosso. In questa cella, secondo una tradizione, venivano immersi nell'acqua i condannati alle pene più gravi. Nel secondo girone, ove si trovavano gli strumenti di tortura, fra cui le tagliole, venivano detenuti coloro che erano sottoposti alla tortura. La sommità della torre, un tempo senza copertura, ma coronata con merlatura Ghibellina, serviva per la ronda delle guardie e luogo di avvistamento. Una cintura di beccatelli adornava ed adorna tuttora, sebbene i beccatelli sono in parte trasformati in piccionaie, la base dell'ultimo piano di questa singolare costruzione che è posteriore di diversi secoli al progetto originario del castello. Il Castello era retto da un Capitano che amministrava la giustizia civile e l' ordine pubblico, mentre il Consiglio del Castello provvedeva all' amministrazione corrente. La storia degli ultimi due secoli è strettamente legata alla Storia Patria dell'unità d'Italia (1861). Da questo momento il Castello di Loretello perde la propria autonomia amministrativa, ora concentrata presso il Comune di Arcevia. Malgrado ciò ancora dopo la Prima Guerra mondiale nel Castello sono presenti alcune forme associative come la banda musicale e la "Cooperativa di consumo ex combattenti". Per approfondire si può visitare il seguente sito web: www.ilcastellodiloretello.it/

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