lunedì 14 maggio 2012

Il castello di lunedì 14 maggio




CORTONA (AR) – Fortezza Medicea

Conosciuta anche come Fortezza del Girifalco, fu utilizzata probabilmente nel periodo altomedioevale da guarnigioni gote e longobarde, ma la prima documentazione certa risale all'anno 1258, quando fu ceduta ad Arezzo. Dopo il 1266 vi furono eseguiti diversi interventi di rifacimento, proseguiti poi successivamente nel 1300 sotto la Signoria dei Casali. Furono in seguito i Senesi ad aiutare i Cortonesi sia nella ricostruzione delle mura che della Fortezza, poco prima che la città passasse sotto il dominio di Firenze (1411). Risale a questo periodo il corpo centrale, o maschio, che serviva da chiave di volta del circuito delle fortificazioni. Nel 1540 il Granduca Cosimo I de' Medici (detto Cosimo il Vecchio), a seguito di una lunga ispezione di tutte le fortificazioni da poco entrate nel dominio di Firenze, rimase colpito dalla peculiare posizione di quella di Cortona. Decise allora di farne uno dei baluardi più imponenti del potere mediceo nell'aretino. Sebbene l'opera, avviata nel 1556, sia stata finanziata con denaro fiorentino, la popolazione locale contribuì di tasca propria, sottoposta ad una pesante tassazione. I lavori, diretti dall'architetto Gabrio Serbelloni, nipote del papa Pio IV, e dal cortonese Francesco Laparelli, si conclusero nel 1561. Il Serbelloni continuò la linea tracciata anni prima, sull'architettura militare medicea, dai due Sangallo. L'intervento di ristrutturazione della Fortezza interessò anche le mura e le porte della città: furono abbattute le torri che, con cadenza regolare, sorgevano sulle mura, furono anche chiuse alcune porte ed abbattuti i borghi esterni. La città trasse fin da subito i benefici della nuova ristrutturazione, che gli permise di difendersi dalla pressione dei Senesi e dello Stato della Chiesa, i cui confini non erano molto lontani da quelli di Cortona. Con il nuovo clima di pace e stabilità politica instauratosi a partire dal XVII secolo, l'interesse dei Granduchi per le costruzioni militari iniziò a sfumare, in favore dei fastosi palazzi residenziali e la rocca iniziò progressivamente a perdere di importanza. La Fortezza divenne così la sede di una piccola guarnigione con esclusivi compiti di polizia cittadina. L'aspetto attuale è il frutto della ristrutturazione cinquecentesca: imponenti mura seguono un tracciato trapezoidale con quattro bastioni angolari di forme e dimensioni diverse. Ognuno di essi aveva un proprio nome: quello a sud era chiamato S. Margherita (la patrona della città di Cortona, infatti la Fortezza si trova vicino alla chiesa di S. Margherita), prossimo all'ingresso, dove era situato il corpo di guardia; gli altri erano ad ovest S. Maria Nuova (altra chiesa di Cortona), a nord S. Egidio (il monte più alto delle montagne cortonesi) e infine S. Giusto a sud. Al loro interno si trovavano il magazzino delle polveri ed il carcere (a sud), quattro posti cannone (a ovest), due cannoniere (a nord) e tre fuciliere (a est). Le mura vennero concepite con progetti di ultima generazione, munite ai loro piedi di terrapieni studiati per attutire i colpi dei cannoni, mentre ogni bastione ha delle feritoie laterali su cui venivano sistemati i cannoni che consentivano di difendere tutti i lati della struttura. Il corpo centrale del fortilizio ha dimensioni piuttosto ridotte per cui si pensa che potesse ospitare solo un'esigua guarnigione, pur tenendo presente che diverse baracche dei soldati che si trovavano lungo i lati del cortile sono state demolite. Osservando bene l'edificio dall'esterno, si può notare che vi sono, nella facciata rivolta verso l'ingresso, diverse integrazioni a mattoni e notevoli rimaneggiamenti: ampie finestre sostituiscono quelle più antiche molto più piccole, ciò a dimostrazione dell'uso diverso che si fece nel tempo del palazzo, il quale venne assumendo via via caratteristiche sempre più 'civili'. Il materiale utilizzato nelle varie epoche per la sua costruzione è molto differenziato, infatti a pietre ben squadrate si alternano vari materiali. Le parti più antiche rimaste sono la facciata interna e la muraglia orientale che chiude a nord il cortile interno. L'accesso alla Fortezza avviene per mezzo di un grande portone rivestito di ferro e ulteriormente protetto da una chiusura a saracinesca. Ai lati dell'accesso si vedono subito due casamatte progettate per il fuoco incrociato. Il Maschio è visitabile anche se poi al suo interno sostanzialmente non c'è nulla. Dal secondo piano del Maschio si può visitare tutto il camminamento di guardia. Dalla Fortezza e dal suo camminamento si può ammirare praticamente tutta la Val di Chiana fino al Monte Amiata ed al Monte Cetona oltre che vedere un'interessante scorcio del Lago Trasimeno. Attualmente la fortezza, recentemente restaurata e di proprietà comunale, viene utilizzata per manifestazioni ed esposizioni. Si avvia ad essere un importante centro per l’arte contemporanea nonché uno spazio utilizzato per eventi culturali. In rete ho trovato un articolo che parla della fortezza come futura sede di un centro supertecnologico delle arti, aperto alla ricerca internazionale, alla sperimentazione e contaminazione di generi come musica, teatro, cinema e arti visive. Un progetto ambizioso, di cui sarà direttore artistico un illustre cittadino cortonese, la rockstar Jovanotti. Non so come sia andata a finire questa storia...se qualcuno è più informato, si accettano aggiornamenti !

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