venerdì 11 maggio 2012

Il castello di venerdì 11 maggio




ASCOLI PICENO – Forte Malatesta


Edificata nei pressi delle sponde del torrente Castellano e del ponte di Cecco, passo obbligato per chi accedeva in città dalla zona est, è un’opera fortificata di difesa urbana della città, ricostruita sui resti di precedenti architetture. Infatti tale area ha ospitato come prima costruzione un impianto termale di epoca romana; il termarium, detto “Terme del Lago”, era alimentato da una conduttura ricoperta da “opus reticulatum”, ancora visibile, che convogliava fin qui l’acqua salmacina proveniente dalla sorgente di Castel Trosino. Altre notizie riguardanti gli edifici sorti su questo luogo narrano di opere difensive allestite nella zona del vicino ponte di Cecco realizzate dai Piceni, utili per rafforzare l’ingresso alla città dopo l’avvenuta disfatta, del 91 a.C., ai danni degli ascolani inflitta da Gneo Pompeo Strabone. Il forte, in seguito alla distruzione per opera dei Longobardi, venne riparato per poi essere nuovamente raso al suolo nel 1242. Galeotto Malatesta, condottiero delle milizie ascolane nella guerra vinta contro Fermo, nel 1349, divenuto per riconoscenza Signore di Ascoli la ricostruì, intenzionato ad abitarvi e a difendersi dalla ostilità degli ascolani che mal sopportavano la sua tirannia. In questo edificio fece rinchiudere, nel maggio 1349, il vescovo Isacco Bindi che, a seguito di spietate esecuzioni poste in essere dagli ufficiali malatestiani, aveva denunciato le angherie ed i soprusi di Galeotto alla popolazione. Di questa fortificazione è possibile identificare, oggi, la torre quadrangolare di levante. Le cronache locali dell’anno 1353 narrano la cacciata di Malatesta dalla città avvenuta con un gran tumulto di popolo che si sollevò contro la sua prepotenza, distruggendo il forte. Nel 1376 la costruzione subì nuovi ed ingenti danni a causa della sommossa contro Blasco Garcia Albornoz, che governava la città a posto dello zio Cardinale. Dal 1533 al 1536, il Forte venne ceduto alle ex Clarisse del Monastero di Santa Maria delle Donne. L’attuale rocca rappresenta la definitiva sistemazione operata da Antonio da Sangallo il Giovane, che la progettò a pianta stellata di forma irregolare ed elevò tra il 1540 e il 1543 su incarico di Papa Paolo III Farnese. Lo scopo fu quello di inglobare e riunire i resti delle antiche preesistenti costruzioni e della chiesa di Santa Maria del Lago che, sconsacrata, fu trasformata in mastio e suddivisa in tre livelli, dando vita così ad un nuovo complesso fortificato. Verso le sponde del Castellano disposte in tre ordini furono messe le troniere. Quelle più basse sono per la maggior parte rettangolari, quelle superiori sono "a campana". Una lapide fu apposta nel 1543, in ricordo della fine dei lavori. Il Forte fu oggetto di un nuovo restauro nel 1600. Tra il 1797 e il 1798 il Governo Pontificio lo utilizzò come caserma. La struttura odierna è frutto, inoltre, di successive modifiche apportate per migliorarne la funzionalità poiché la fortezza ha ospitato il carcere giudiziario cittadino dal 1828 al 1978. Il forte Malatesta è stato riaperto al pubblico,a fine ottobre 2010, dopo decenni di lavori di restauro, che lo hanno riportato all'antico splendore. Ora ospita il Museo dell’Alto Medioevo che raccoglie gli ori della necropoli altomedievale di Casteltrosino, scoperta a fine Ottocento.

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