venerdì 15 giugno 2012

Il castello di venerdì 15 giugno




MONTALCINO (SI) – Castello di Argiano

II minuscolo borgo di Argiano potrebbe essersi sviluppato già in epoca romana. Il castello, citato in un documento di Ludovico il Pio (778-840), viene elencato, nel 1208, tra le località tenute a versare una imposta straordinaria a Siena; successivamente, nel 1438, fu aggregato direttamente al contado senese. Dell'antico edificio, che domina dall'alto di una bassa collina le valli della bassa val d'Orcia e dell'Ombrone, con le pendici del Monte Amiata come scenario all'orizzonte, e a poca distanza (alcune centinaia di metri in linea d'aria) dal potente castello di Poggio alle Mura, vediamo ancora il solitario torrione del cassero e alcune pareti sbrecciate e miseramente franate. Il torrione, a base quadrata, è ancora imponente, impreziosito da belle finestre con arco a tutto sesto e dotato di forte scarpatura dal lato a valle. Un piccolo cortile interno lo separa dall'area prettamente abitativa, il palazzo (usato come casa rurale fino a pochi anni orsono). Nella cortina muraria est che unisce i due corpi del fortilizo si apre la porta principale, anch'essa con arco a tutto sesto rivestito con pietra brugnata. Sul lato opposto una postierla dava probabilmente accesso ad un più vasto cortile esterno che si doveva estendere fino ai margini scoscesi del colle, delle sue mura resta oggi un solo breve tratto che parte dall'angolo sud-ovest del mastio. L'abbandono graduale del castello iniziò nel 1583 quando a circa mezzo chilometro di distanza fu costruito, su disegno di Giovanni de' Pecci, la nuova rinascimentale Villa di Argiano, un palazzo appartenuto nei secoli a varie potenti famiglie come i Montanini, i Tolomei, i Sozzini, gli Ugurgieri, i Chigi. Attorno al maniero sorgono la chiesa di San Pancrazio, recentemente restaurata, e altre vecchie case che formavano il borgo di Argiano, nel quale aleggia ancora oggi un alone di mistero e di suggestione, accresciuti dalla rigogliosa natura circostante. Il castello ormai in rovina, detto anche "Argianaccio" per differenziarlo dalla vicina Villa d'Argiano, è posto al centro degli sterminati vigneti di proprietà della Banfi S.p.A. che producono anche il famoso Brunello di Montalcino.

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