sabato 28 luglio 2012

Il castello di domenica 29 luglio





FORNELLI (IS) – Castello 

Non è altro che un borgo medievale composto di singole "cellule edilizie", ovvero case e chiese, racchiuse dalle spesse mura di cinta comprendenti le sette torri costruite in età normanna. Fulcro del complesso è il palazzo marchesale, simbolo del paese nonché edificio di notevole interesse architettonico. Per ricostruire la storia del castello e del palazzo, si possono individuare due fasi che accompagnarono la realizzazione dell'abitato di Fornelli. Le fasi non sono databili con precisione, a causa delle ristrutturazioni avvenute nel corso dei secoli e anche per la mancanza di studi accurati sull'abitato medievale. Si può ipotizzare con una certa sicurezza, comunque, che il processo di incastellamento del borgo, iniziato in età longobarda, abbia trovato il suo primo momento costruttivo alla fine del X secolo, se già intorno all'anno 1000 Leone Ostiense lo citò tra le località che gravitavano intorno all'abbazia di San Vincenzo al Volturno. Nella prima fase oggi riconoscibile, Fornelli cominciò a prendere forma attraverso la costruzione del palazzo marchesale, della torre di vedetta e della chiesa, dando vita così al primitivo borgo rurale del paese. L'accesso al castello era possibile grazie a una porta principale aperta nelle mura, raggiungibile attraverso un ponte levatoio al di sotto del quale si trovava un fossato, per la difesa della fortezza dalle incursioni nemiche. Una porta secondaria permetteva invece le uscite di emergenza. Nella seconda fase, relativa a un ulteriore sviluppo del borgo, la cinta muraria difensiva si presenta più articolata, munita di torri di vedetta di forma cilindrica con la base a scarpa. Le torri sono in alcuni casi annesse ad abitazioni private, due sono collegate al palazzo marchesale, mentre nel torrione centrale si apre la porta principale di accesso al borgo. In questa fase si trovano diversi altri punti di accesso, oltre al predetto. Il palazzo, nonostante comprenda nella sua struttura anche altri edifici, ha sempre mantenuto un aspetto unitario ed omogeneo, come un unico volume strutturale. Solo osservando attentamente le porte, le finestre e le coperture realizzate dai singoli proprietari su ciascuna cellula, ci si rende conto della molteplicità di edifici di cui si compone il manufatto. Una struttura di questo tipo rappresenta la tipica abitazione abruzzese-molisana, nata per svilupparsi con il crescere delle famiglie: più aumentavano i componenti, compresi gli animali, maggiore era l'accrescimento dei volumi delle singole abitazioni. Il palazzo fu quindi il frutto di una necessità abitativa, una casa più grande, priva di elementi difensivi poiché già inserita nel borgo fortificato. Si sviluppa su due piani, un pianterreno suddiviso in fondaci e il piano nobile. Un'ala del palazzo è più alta, sembra che abbia anche un secondo piano: in realtà non è così, in quanto l'edificio segue le linee della collina, che in quel punto è più alta. Nel X secolo il castello di Fornelli - come detto - possedimento della badia di S. Vincenzo al Volturno, fu occupato con la forza dal conte Landolfo di Isernia; l'abate di San Vincenzo, Giovanni, si recò a Benevento dall'imperatore Ottone II, per chiedere la restituzione delle terre usurpate da Landolfo. La restituzione avvenne il 10 ottobre 981, attraverso un documento che è il primo ad attestare l'esistenza di un castello a Fornelli. Nel 1011 l'agro di Fornelli fu abitato dall'Abate del Monastero di S. Vincenzo al Volturno, Ilario di Matera, conosciuto per la sua santità. Francesco Pandone ne prese possesso nel 1433 e la sua famiglia ne mantenne la proprietà fino al 1525, quando passò alla famiglia Galluccio. Nel 1648 i titolari del feudo furono i Caracciolo, ai quali successero prima i Dentice e infine i marchesi Carmignano, ultimi signori di Fornelli, fino al 1832. Nel 1744 Carlo III di Borbone soggiornò a Fornelli, di passaggio con le truppe verso Castel di Sangro, per prevenire una manovra austriaca. In quell'occasione il re stabilì i suoi quartieri nell'area esterna al cortile del palazzo, in un'ala chiamata da allora "alcova di Carlo III". Fino al 1968 erano ancora presenti le antiche porte con lo stemma dei Borbone. Il passaggio del re non fu un evento piacevole per gli abitanti di Fornelli: infatti dopo pochi giorni, conclusa l'operazione, il sovrano tornò indietro con le truppe, che in mancanza di vettovagliamenti adeguati si diedero a ruberie di ogni sorta nel paese, arrivando perfino a uccidere il sindaco, che non aveva potuto dar loro il denaro richiesto. Il palazzo marchesale venne incendiato nel 1943 dalle armate tedesche e gran parte dell'archivio storico contenuto nell'edificio andò perduto, con la conseguenza che i pochi documenti rimasti non permettono di ricostruirne completamente la storia.

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