mercoledì 18 luglio 2012

Il castello di lunedì 16 luglio




CASALBAGLIANO (AL) – Castello dei Bagliani

Il primo nucleo abitativo documentato, sorto presumibilmente dopo la fondazione di Alessandria (1168), viene citato negli Statuti alessandrini con il toponimo di Casalis de fontana o Casalis fontanae e a partire dagli inizi del XIV secolo con quello di Casalis Balianorum (dal nome della nobile famiglia decurionale di Alessandria che vi costruì un castello e vi mantenne i possessi sino alla sua estinzione). La frazione assunse quindi il toponimo di Casal Bagliano o Casalbagliano ed anche Casalbagliani. Fu altresì baronia della famiglia Peretti da Carmagnola su investitura di Carlo Emanuele III di Savoia (1747). Di vocazione prevalentemente agricola, seguì nel corso dei secoli le sorti della vicina città di Alessandria assumendo spesso funzioni di presidio difensivo e/o di accampamento militare. Nella frazione è presente il castello dei Bagliani, costruito, secondo la tradizione, verso la fine del XIII secolo e loro residenza sino alla scomparsa dell'ultimo discendente, il marchese Raimondo Luigi (1750-1825). L’edificio, concepito inizialmente come elegante villa signorile e in seguito, con la costruzione della torre, divenuto castello vero e proprio, fu realizzato con meticolosità, arricchito di affreschi e particolari architettonici. Il castello passò quindi per eredità prima agli Inviziati, poi ai Petitti di Roreto e da questi ai Paravicini che lo abitarono sino agli inizi del ‘900. Ceduto a privati, il castello fu acquisito successivamente dal Comune di Alessandria, attuale proprietario. Durante la I Guerra Mondiale fu adibito ad ospedale militare e poi a sede della sezione locale del partito fascista. Ancora integro ed efficiente per tutta la prima metà del secolo scorso, fu via via oggetto di spoliazione e di completo abbandono, così da facilitarne rapidamente il degrado. Negli anni ci sono stati lenti logoramenti e crolli, come quello del 1° febbraio 1998 alle 18: un boato e la caduta di una parte della facciata. Dato il suo attuale stato assai pericolante, il castello è recintato e non è accessibile al pubblico. La struttura è imponente, la si può ammirare percorrendo la strada che dal quartiere Cristo porta fuori città. L’elemento più evidente, e anche il più antico, è l’alta torre duecentesca che, come quella di Masio o quella di Teodolinda a Marengo, faceva parte del complesso di torri di avvistamento. Su di essa è cresciuto un albero, facendole guadagnare il soprannome da molti, come l’architetto alessandrino Mario Mantelli, di “torre chiomata”, come la Torre Guinigi che si trova a Lucca.

Nessun commento: