mercoledì 5 settembre 2012

Il castello di martedì 4 settembre




VICO EQUENSE (NA) – Castello Giusso

Si erge su un promontorio roccioso a picco sul mare e oggi si presenta come un affascinante maniero carico di storie, la cui struttura è frutto delle diverse trasformazioni che ha subito nel corso del tempo. La tradizione vuole che nel XII secolo Carlo II D’Angiò, ricostruendo la città di Vico con mura difensive, fece edificare il castello dapprima con scopi militari, per poi trasformarlo in residenza estiva. Tuttavia l'ipotesi più accreditata è che il maniero sia stato costruito dal feudatario Sparano di Bari, secondo le forme militari dell'epoca, con alloggi per soldati, magazzini per i viveri e depositi per munizioni, ottenendo anche un finanziamento dal re angioino: il complesso fu costruito tra il 1284 ed il 1289. Con il passare degli anni appartenne a Gabriele Curiale, paggio della corona d'Aragona, a Ferrante Carafa, feudatario del paese nel 1568 e a Matteo Di Capua, appartenente alla famiglia dei Ravaschieri, i quale furono feudatari di Vico Equense dal 1629 al 1806, anno in cui Giuseppe Bonaparte abolì i feudi; divenne quindi residenza estiva della famiglia reale. Dopo un breve periodo nelle mani di Nicola Amalfi, fu di proprietà della famiglia Giusso, che lo acquistò per una somma di quattrocentomila ducati, dal 1822 al 1934, quando fu ceduto alla Compagnia di Gesù, i quali a loro volta lo vendettero a privati nel 1970. Della sua fisionomia originale rimane ben poco, solo parte della cinta muraria ed una terrazza sul mare: nel XV secolo furono costruite tre torri, di cui una chiamata Torre Mastra, un ponte e un fossato; nel secolo successivo due torri furono abbattute per far posto al palazzo baronale. Semidistrutto dall'invasione gotica e notevolmente provato da numerose incursioni piratesche, fu in parte ricostruito nel 1604. Fu con i numerosi lavori di restauro del XVII secolo che il castello perse il carattere militare per essere trasformato in una dimora signorile: furono infatti sistemati i giardini, adornati con grotte, giochi d'acqua e piante secolari, furono impreziositi gli interni e furono create alcune sale per ospitare la collezione d'arte, andata poi perduta, di Matteo Di Capua. Successivamente, Luigi Giusso, e poi il figlio Girolamo, ristrutturarono notevolmente l'edificio, donandogli la caratteristica colorazione rosa salmone ed affrescando i saloni come quello delle Armi e quello dei Ventagli, oltre alla piccola cappella privata, dedicata a Santa Maria della Stella, la quale si trovava sullo stesso luogo in cui sorgeva una chiesa, retta dai monaci benedettini, abbattuta per far posto al castello. All'interno del castello morì il 21 luglio 1788 il giurista napoletano Gaetano Filangieri, convinto che l'aria del posto avrebbe giovato alla sua salute cagionevole. Gli appassionati di mistero devono poi sapere che il Castello Giusso è accompagnato anche da una misteriosa leggenda secondo cui la fortezza  sarebbe tutt’oggi abitata da Giovanna D’Angiò, detta anche Giovanna La Pazza. La spettrale nobildonna pare fosse un’amante insaziabile che, sulle orme di una vedova nera, allestiva trappole letali destinate ai suoi amanti (proprio una di queste fu causa della sua stessa morte). Dalle parti di Vico Equense c’è chi dice che durante le nottate di luna piena, spezzate dal battere delle onde sulle rocce, si possono sentire ancora le voci urlanti dei poveri amanti sventurati. L'imponente maniero viene oggi utilizzato per cerimonie, meeting ed esposizioni d'arte. Ulteriori notizie su di esso si possono trovare visitando il link www.castellogiusso.it

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