martedì 20 novembre 2012

Il castello di mercoledì 21 novembre






SESTO CAMPANO (IS) – Castello Angioino di Roccapipirozzi

Durante la dominazione longobarda il feudo fu di proprietà delle contee del ducato di Benevento per poi passare sotto il dominio normanno. Agli inizi del 1300 fu assegnato ad Andrea e Nicola Rampini ai quali successe la famiglia della Ratta di origine spagnola, ospitata dalla sposa di Roberto d’Angiò. Nei Regesti Angioini del 1320 viene citata una località chiamata "Rocca Piperocii", da identificare senza dubbio con l'attuale centro fortificato. Con l'arrivo di Carlo III di Durazzo la famiglia Ratta perse il possesso del feudo. Nel 1465 appartenne a Diomede Carafa, conte di Maddaloni. Nel 1569 Giambattista Carafa vendette il feudo a Isabella di Lannoy. Il figlio di quest'ultima a sua volta lo vendette a Filippo Spinola alla cui famiglia rimase fino all'abolizione della feudalità. Il castello è costituito da un recinto, con alte mura a scarpa e dotate di merlatura, che ingloba un torrione circolare. Il suo impianto perimetrale ha una forma irregolare condizionata dall'adattamento naturale dello sperone di roccia calcarea sul quale fu edificato, posizione che permetteva il controllo su una vasta parte del territorio. Il recinto e il torrione non sembrano contemporanei: durante la dominazione longobarda esisteva, forse, un recinto munito di una torre quadrata sostituito, a seguito di un evento catastrofico o per un adeguamento alle nuove esigenze belliche, da un torrione a pianta circolare fondato direttamente sulla roccia affiorante, detto anche “maschio” (XIV secolo). Il torrione venne ad assumere il ruolo di ridotto a cui si arrivava attraverso un percorso tortuoso e forse un piccolo ponte levatoio. Il maschio presenta alla sommità una corona di beccatelli sui quali poggiava un piano in aggetto per la difesa piombante. Dato che non vi sono tracce di gradini, si pensa che alla fortezza vi si accedesse da una scala di corda retrattile. Altri elementi militari di interesse sono le feritoie dei merli, la cui realizzazione è piuttosto rudimentale e presenta una insolita terminazione con due conci disposti a cappuccina. L’ipotesi che si tratti di arciere originali, non riadattate all’uso di archibugiere, sembra probabile. Degna di nota è anche la torre angolare che serviva da protezione laterale ad una porta secondaria della fortezza. La fortezza nonostante avesse solo la funzione militare nel corso degli anni accolse anche la popolazione del borgo che vi si rifugiava in caso di bisogno. Intorno al castello si snoda il borgo medievale caratterizzato da case serrate tra loro con stradine strette. Nella roccia originariamente era stato ricavato un percorso segreto che permetteva di raggiungere la fortezza dal borgo. Il castello a differenza delle altre fortezze molisane non venne trasformato in dimora signorile, al contrario fu lasciato in uno stato di abbandono. Oggi è di proprietà del Comune che ha elaborato una proposta di restauro per il consolidamento della cinta muraria e la sistemazione dell'area circostante con percorsi pedonali e giardini. Sono infatti in corso lavori di recupero e restauro del torrione e della braca merlata di epoca successiva. Verrà recuperato e ricostruito l'annesso fabbricato esterno alle mura al fine di ottenere una struttura per attività culturali, turistiche e ricettive. Molte altre notizie si possono trovare al seguente link: http://www.francovalente.it/2007/09/16/roccapipirozzi/

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