domenica 13 gennaio 2013

Il castello di domenica 13 gennaio






MESSINA – Forte Spagnolo di San Salvatore

Risale all'XI secolo l’edificazione o la ristrutturazione di una torre normanna – dedicata a Sant’Anna, posta all'estremità della punta del porto di Messina. Si ipotizza, infatti, che la suddetta torre sia stata innalzata nel 1081, all'interno di un preciso progetto per rafforzare la difese cittadine. Come è noto, intorno alla metà del XII secolo, in questi luoghi sorse il famoso monastero basiliano del S. Salvatore di Messina linguae phari (da cui deriva il nome del forte), la cui fondazione si attribuisce nel 1086 al Conte Ruggero che su quel luogo aveva trovato suoi partigiani uccisi. Il monastero attirò ben presto diversi monaci dediti allo studio e alla compilazione di testi sacri, classici e musicali (preziosi codici musicali greco-bizantini sono custoditi presso la Biblioteca Regionale di Messina). Nel 1385 vi fu ospitato Papa Urbano VI; si ha notizia di una chiesa annessa che sarebbe stata decorata con ricchi mosaici (tra i primi in Sicilia). Nel 1282 la torre di Sant’Anna resistette all'assedio degli Angioini durante la guerra dei Vespri. Solo durante il XVI secolo avvenne, per volontà del governo spagnolo (Carlo V), un notevole stravolgimento dell'intero complesso. Nel 1537 venne innalzato, con la collaborazione dall'ingegnere Antonio Ferramolino da Bergamo, un impianto fortificato di nuova concezione, che inglobò le vecchie fabbriche medievali della torre e del monastero. Si procedette allo sgombero dei monaci che si insediarono nell'area oggi occupata dal Museo Regionale. La decisione di erigere la fortezza fu presa per rendere più efficace la difesa del porto e della città (anche se più tardi i Borboni la utilizzarono per bombardare la città stessa in rivolta): la sua posizione strategica ne faceva uno strumento militare di estrema potenza. Sempre a scopo difensivo, gli Spagnoli realizzarono altre fortificazioni in città: le Mura e i forti Castellaccio e Gonzaga. Nel 1549 l'esplosione della polveriera del Forte San Salvatore causò seri danni all'intera costruzione, come ad esempio la distruzione della chiesa, la cui unica testimonianza che rimane è un fonte battesimale dell'XI secolo, oggi al Museo. Riadattata e nuovamente aperta alla devozione dei fedeli, fu successivamente trasformata in cappella militare e chiusa alla cittadinanza. Intorno al primo decennio del XVII secolo vennero ultimate fortificazioni aggiuntive. Nel 1614 venne spostato l'ingresso nella sede attuale e probabilmente furono introdotti il fossato ed il ponte d'accesso (entrambi in uso fino a tutto l'Ottocento e poi cancellati) e la porta della polveriera. Nel 1674, durante la rivoluzione antispagnola il forte fu espugnato dai Messinesi che lo tennero per quattro anni. Ma nei secoli successivi due terremoti, avvenuti nel 1783 e nel 1908, provocarono danni irreparabili al castello. Soprattutto il secondo, seguito da relativo maremoto, decretò il definitivo abbattimento delle mura interne al porto nell'anno seguente. Sulla torre "Campana", posta all'estremità, si trova una stele di 60 metri di altezza, che sostiene una grande statua benedicente della Madonna della Lettera in bronzo dorato (alta 6 metri), opera di Tore Edmondo Calabrò. La stele fu illuminata per la prima volta nel 1934 da Papa Pio XI, che azionò dal Vaticano un radiocomando di Guglielmo Marconi; essa appare a chi giunge dal mare e in atto benedicente verso la prospiciente città, di cui ora ne è il simbolo. Sul fronte del baluardo rivolto alla città viene inoltre apposta, a grandi lettere, la frase che secondo tradizione è contenuta nella lettera trasmessa dalla Vergine ai messinesi (Vos et Ipsam Civitatem Benedicimus). La struttura del Forte, che non è connotata da una forma architettonica elegante ma che si adatta alla conformazione naturale della penisola di San Ranieri, si compone di una serie di cinte murarie convergenti verso il vero e proprio baluardo centrale di forma semi-cilindrica. I bastioni alloggiavano batterie di artiglieria rivolte verso lo Stretto e verso l'imbocctura del porto. Attualmente si entra nella struttura attraverso una porta del '600 - sormontata da un'iscrizione in spagnolo riferita ai lavori eseguiti nel 1614 e dallo stemma asburgico - incassata fra due contrafforti che si addossano al vecchio fronte, provvisto di una merlatura per fucilieri di epoca più recente. Al baluardo semicircolare (la polveriera o Forte Campana) si accede attraverso un portale bugnato che immette in un salone rettangolare voltato a botte, in fondo al quale è possiblile vedere i resti dell'antica torre S.Anna, inglobata nella struttura del forte. Una scala conduce alle sale superiori e poi ancora alla terrazza, dove sono collocate le casematte con le bocche da fuoco strombate e profilate con pietra calcarea. Sopra questa si trova un ulteriore terrazza che ospitava una seconda batteria di cannoni, camminamenti di ronda sui muri perimetrali e sistemi di scolo delle acque piovane. Le strutture sono state realizzate in pietrame e blocchetti calcarei, frammenti i laterizio e ciottoli di mare legati insieme con malta e sabbia. Recenti restauri hanno migliorato lo stato di conservazione della fortezza, il cui accesso rimane tuttavia interdetto poichè la struttura si trova nell'area di una base della Marina Militare Italiana.




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