martedì 19 febbraio 2013

Il castello di mercoledì 20 febbraio







CALICE AL CORNOVIGLIO (SP) – Castello Malaspina in frazione Madrignano

Posto a circa 400 mt s.l.m., a difesa del borgo di Madrignano, domina dall'alto, col suo aspetto tetro e imponente, l'ampia piana del fiume Vara fino al suo naturale sbocco nella zona costiera. Una prima citazione del castello malaspiniano è presente in un diploma imperiale di Federico Barbarossa, risalente al 1164, nel quale espressamente viene concesso il castrum Madrognani ad Obizzo Malaspina. Probabilmente il maniero, o un suo primario impianto, fu edificato in un tempo anteriore a quel documento, forse durante la dominazione degli Estensi o dei conti-vescovi di Luni. Dal 1206 la proprietà sul feudo di Madrignano - e quindi del relativo castello - fu esclusivamente dei Malaspina che ne mantennero il dominio fino al 1416 (appartenne a diversi rami della famiglia: da Azzone di Lusuolo nel 1355, a Corrado e Azzone di Mulazzo nel 1446), anno dell'assalto e distruzione operata dalla Repubblica di Genova negli scontri che interessarono tutto il territorio feudale dei Malaspina. Madrignano passò dunque ai conti Fieschi. Conquistato poco tempo dopo dai conti di Mulazzo e ancora ripreso dalla famiglia fliscana per un breve periodo, solamente nel 1469 il castello ritornò nelle mani dei Malaspina per circa tre secoli. Da ricordare per le sue malefatte, Giulio Cesare Malaspina, fratello di Bonifazio II, ucciso nel 1592 da alcuni madrignanesi. Preso il controllo nel 1600, provocò la reazione del governatore spagnolo di Pontremoli che invase Madrignano provocando ingenti danni al castello. Tornato al potere, Giulio Cesare morì senza eredi, lasciando Madrignano al marchese Rinaldo di Suvero, che però dovette successivamente cederlo ai marchesi di Mulazzo. Una seconda distruzione il castello di Madrignano la subì tra il 1705 e il 1706 durante gli scontri tra gli eserciti franco-spagnoli con gli imperiali austriaci (guerra di successione spagnola). Il maniero fu assediato per ben dodici giorni prima di essere espugnato. Data la posizione strategica della rocca, si decise di demolirla e per velocizzare la cosa, furono utilizzate mine di polvere da sparo. Ma la costruzione era solida e nonostante le esplosioni, il castello crollò solo parzialmente, con danni tuttora visibili. Il conflitto terminò con la sconfitta degli spagnoli e i Malaspina poterono tornare a Madrignano. Tuttavia il marchese Azzo Giacinto non riuscì a ricostruire l'intero maniero; si limitò a riadattare a dimora le parti che erano sopravvissute alla furia degli spagnoli. Fra l'altro fu ricostruita la Torre Nuova, quella delle due tuttora esistenti che guarda verso il borgo. Dal 1772, così come il castello di Calice al Cornoviglio e i possedimenti viciniori, la proprietà rientrò nei confini del Granducato di Toscana seguendone le sorti. Con il Regno d’Italia il maniero fu adibito a prigione e a caserma. Subì danni dal sisma che colpì la Garfagnana e la Lunigiana nel 1920, ma ancora di più dai diversi bombardamenti aerei alleati nella Seconda guerra mondiale. Solamente nel 1980 - dopo decenni di abbandono - furono intrapresi mirati interventi di recupero e consolidamento della facciata, lavori però che nel suo intero complesso non furono completamente portati a termine per mancanza di fondi. Attualmente il sito è in fase di restauro.

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