venerdì 22 marzo 2013

Il castello di venerdì 22 marzo







GINOSA (TA) - Castello normanno-Doria

Quello di Ginosa è un villaggio concepito e strutturato come borgo medievale, ma scavato nella roccia dei pendii tufacei della gravina, dove abitazioni, chiese, cappelle, laboratori e molini testimoniano un ricco intreccio di arte, spiritualità e praticità. I secoli successivi furono caratterizzati dal continuo succedersi di feudatari, da Manfredi, a Filippo d´Acaia (1296), Stefano Sanseverino (1399), Ugone di Moliterno (1412), Pirro del Balzo (1459) principe di Altamura e Duca di Montescaglioso coinvolto nella congiura dei baroni ed infine al saggio e generoso Federico d´Aragona che, divenuto re di Napoli, nel 1496, fece dono del feudo ad Antonio Grisone Sanseverino, accusato poi di tradimento. Nel 1556, l´Imperatore Carlo V nominò barone della città il fedelissimo ammiraglio Antonio Doria, dal quale i ginosini ebbero diversi benefici, confermati successivamente da Giambattista, suo figlio, che legò il proprio nome a numerosi interventi quali il miglioramento delle campagne, l´innesto nel bosco di una qualità di olivastri tale da rendere l´oliveto di Girifalco uno dei più estesi della regione e la trasformazione del castello in grande e comodo palazzo. Situato sopra un pianoro murato, l’edificio domina tre lati della gravina ed è collegato alla via principale del paese mediante un ponte a quattro arcate (un tempo levatoio al posto dell´attuale terza arcata), a tutto sesto, che si eleva su un largo e profondo fossato. Il castello venne fatto costruire verso il 1080 da Roberto il Guiscardo per difendersi dalle possibili incursioni saracene. Fu realizzato da Riccardo d’Altavilla, detto il Senescalco. Ad avallare tale ipotesi ci sono documenti attestanti la fortificazione del castrum Genusium, tra cui il catalogus Baronum riflettente la situazione amministrativa ordinata da Ruggero II dopo il 1144. Esso, quindi, costituiva la difesa del paese ed era allo stesso tempo l´abitazione del conte, e lo stesso stemma del castello rappresentava lo stemma del paese. Originariamente la costruzione era costituita dal solo mastio rettangolare su tre livelli (la torre posta a nord-est) al quale si aggiunsero poi altre strutture compresa la facciata principale attualmente visibile. Infatti, tra il 1496 e il 1515 l’impianto viene ampliato dal barone Antonio Grisone che fece realizzare gli ambienti a nord della torre. Nel XVI secolo vennero demolite le tre torri merlate (oggi incorporate nel complesso ormai ristrutturato) ed il ponte levatoio per essere trasformato in palazzo nobiliare di tipo rinascimentale della famiglia Doria. Solo la parte posteriore del Castello, quella a strapiombo sulla gravina, non subì modifiche, almeno nella parte esterna, mantenendo così lo stile normanno che ancora oggi possiamo ammirare. Il sottosuolo del castello comprende antri e caverne, e al di sotto ancora erano state scavate tre profonde fosse coniche, larghe al fondo e restringentisi in alto, adibite più tardi a cisterne, ma dapprima orride carceri scavate nella pietra, con una grata di ferro per consentire il passaggio dell´aria. Nel Settecento il Castello, divenuto di proprietà della famiglia Spinola – Alcanice de los Balbases, fu oggetto di lavori di restauro e conservazione che, però, non alterarono l’impianto rinascimentale. L’aspetto attuale del castello è frutto di ulteriori aggiunte di corpi di fabbrica operate tra il XVII e il XIX secolo fra cui, per ultima, la costruzione della facciata principale per opera del feudatario Ferdinando Ferretti. L’accesso al palazzo avviene, come sopra detto, attraverso un ponte su arcate a tutto sesto che immette, superato il portale d’ingresso ed un corridoio voltato a botte, nell’irregolare corte centrale su sui si impostano due scale di distribuzione. Il prestigioso monumento solo da poco è entrato appieno nel patrimonio comunale. La sua acquisizione per il Comune di Ginosa non è stata semplice poiché era abitato fino agli anni ’80 da privati.

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