sabato 6 aprile 2013

Il castello di domenica 7 aprile





SIMERI CRICHI (CZ) – Castello bizantino

Il paese è composto da due distinti agglomerati urbani. Simeri è il borgo più antico, d’origine medievale, in cui sono stati portati alla luce una serie di reperti della prima metà del ferro e del periodo magnogreco. Crichi, invece, fu fondato nella seconda metà del XVIII secolo, pare da un gruppo di contadini di Sellia. Per quanto riguarda Simeri, ancora oggi si possono ammirare i resti del castello, edificato dai Bizantini nel X secolo, che sorge sulla sommità di un'altura che domina la pianura costiera. Fu costruito con pietra fluviale e malta proveniente dal vicino fiume. I primi feudatari risultano i Falloc e poi i Ruffo (1266) che trasformarono il maniero in dimora signorile. A loro seguirono i Centelles, i quali persero i loro possedimenti per insubordinazione alla Corona Spagnola. In questo periodo il castello venne distrutto ma poi fu ricostruito nel 1482, al tempo dei d’Aragona d’Ayerbe che, conti dal 1519, mantennero la titolarità fino al 1580. La baronia da allora passò attraverso diverse famiglie. Fu di Casa Borgia, poi dei Ravaschieri di Satriano, dei De Fiore (marchesi dal 1715), dei Barretta Gonzaga (con titolo di duchi dal 1749) ed infine, dei De Nobili di Catanzaro, ultimi feudatari. Danneggiato dal terremoto del 1783, Simeri fu riconosciuto comune con decreto del 4 maggio 1811 e gli furono attribuite le frazioni di Crichi e di Petrizia (quest’ultima gli fu tolta con il riordino amministrativo borbonico del 1816 e attualmente fa parte del comune di Sellia Marina). Con decreto del 16 settembre 1848 il comune fu riunito e la sede municipale spostata a Crichi. Nel 1998 il castello è stato acquistato dal Comune di Simeri Crichi dopo un atto di compravendita con  gli eredi dell’antico maniero. Un passaggio importante per il suo recupero, ma anche per bloccare definitivamente il suo degrado, con veri atti vandalici avvenuti nel passato, dove addirittura venivano prelevati materiale per poi essere riutilizzati per uso improprio nella costruzione di abitazioni private, ma anche dal passaggio al suo interno dell’acquedotto comunale  provocando così danni alla sua stabilità. Speriamo che l’edificio possa essere restaurato e riportato agli antichi splendori, visto che i muri perimetrali sono quasi interamente intatti. L’opera di restauro potrebbe portare anche a delle importanti scoperte, essendoci un piano interrato mai esplorato con vari collegamenti sotterranei che arrivano sino all’antico quartiere di Simeri.

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