giovedì 9 maggio 2013

Il castello di giovedì 9 maggio






SUBBIANO (AR) – Castello Della Fioraia in frazione Castelnuovo

Allo sbocco dell'Arno, nella pianura che si allarga verso Arezzo, sorge in bella posizione panoramica Castelnuovo di Subbiano, con la massiccia mole del castello dominato dall'alta torre a controllo strategico della vallata. Il castello, posto sopra una rupe, si vede da lontano incorniciato dai cipressi e per arrivarci occorre lasciare la strada statale 71 umbro-casentinese. Il parco ai piedi dell’edificio è ricco di piante ed essenze del luogo alle quali si mischiano grandi palme che conferiscono all'insieme un aspetto tipico dei primi decenni del novecento. E’ un castello un po' anomalo rispetto agli altri esempi nel Casentino, molto romantico nell'aspetto esteriore, con forme chiaramente del XV secolo, epoca in cui fu ricostruito. Le sue prime notizie risalgono al 1022 quando era conosciuto come Vico di Sesto, nome di origine romana forse indicante il sesto miglio di distanza da Arezzo. Con Caliano, Bibbiano, Subbiano, La Nussa e Montegiovi faceva parte del sistema difensivo longobardo. Il castello ebbe vicende storiche tormentate che culminarono nel 1130 con la sua distruzione ad opera del governo dei consoli aretini in guerra contro il potere vescovile e l'abate di Santa Fiora. Furono i monaci benedettini, aiutati dai canonici e dai nobili di Petrognano, a ricostruirlo e gli diedero il nome di Castelnuovo, ma nel 1170 fu distrutto di nuovo e poi ricostruito, finchè nel 1400 ceduto dalla Signoria di Firenze a Simone Della Fioraia ambasciatore di Firenze come ricompensa per le sue imprese diplomatiche. I nobili Della Fioraia ne mantennero la proprietà fino alla fine del Settecento ed apportarono numerose modifiche e migliorie al corpo originario per adattarlo all'esigenza di farne la sede dei loro interessi familiari. La fortificazione è caratterizzata da un'alta e massiccia torre quadrata merlata, con coronamento aggettante a beccatelli e con le caditoie sotto le arcatelle che sorreggono lo sporto, circondata da un ampio recinto fortificato rettangolare, del quale la parte occidentale conserva ancora tracce della forma primitiva medievale. Tutto l'impianto originario è stato oggetto di numerose trasformazioni nel corso degli anni, la più pesante delle quali avvenne nel settecento, quando il maniero fu praticamente trasformato in residenza signorile. Oltre alla torre, anch'essa rimaneggiata, la corte interna è l'elemento che più mantiene inalterato il carattere medievale, seppure parzialmente rinnovato in caratteri neogotici, da notare come la scala del cortile interno riprende le forme di quella del cortile del Castello di Poppi. Anche la porta, detta 'Porta Vecchia', è ben conservata e ai suoi lati sono murati gli stemmi di nobili famiglie della zona. La cappella del castello è stata stata affrescata nei primi anni del ‘500 da un allievo di don Agnolo di Lorentino, le cui opere sono molto comuni nelle chiese del contado aretino. All’interno del corpo quadrangolare posto di fianco alla torre vi è un atrio ristrutturato in stile neogotico e in cui si trovano alcuni frammenti di sculture in arenaria risalenti ad epoca medioevale. Attualmente solo il parco e la resede esterna al castello sono accessibili.

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