venerdì 19 luglio 2013

Il castello di venerdì 19 luglio






ARCEVIA (AN) – Castello di Nidastore

Il castello di Nidastore – "nido degli astori", ossia dei falchi che venivano usati per la caccia nel Medioevo – è il più settentrionale dei nove di Arcevia, ai confini con la provincia di Pesaro. Nidastore sorse verso la metà del XII secolo e fu da sempre conteso tra il Vescovo di Fossombrone e Rocca Contrada. Nel 1232 entrò nella sfera di potere di Arcevia, tuttavia Nidastore non volle mai assoggettarsi completamente e i documenti d'archivio testimoniano di continue ripetute ribellioni, tra cui quella del 1430 che portò alla completa distruzione del castello, poi ricostruito a spese di Arcevia. Nel 1408 il castello venne concesso al nipote del Vescovo, Raniero di Taddeo dei Ranieri di Pesaro, che venne ucciso da fuoriusciti da Rocca Contrada. A questa vicenda è legata la tradizione secondo cui il Ranieri sarebbe stato ucciso dagli stessi abitanti di Nidastore, guidati da Cecco di Tocco, in seguito alla pretesa dello stesso di esercitare lo jus primae noctis sulle loro spose (dopo la cerimonia e il banchetto, arrivava la carrozza del conte per prelevare la sposa e portarla nella sua alcova). La testa del conte venne gettata nel pozzo del castello e il vescovo di Fossombrone, pur biasimando quell'omicidio, riconobbe la proprietà dei beni del conte agli uomini di Nidastore, sia come risarcimento dei gravi affronti ricevuti sia come naturale diritto alla successione; infatti alcuni giovani nidastoresi erano figli del conte. Nel 1460 Sigismondo Malatesta, signore di Rimini e nemico acerrimo della Chiesa, si impadronì di Nidastore dopo aver messo in fuga le truppe papali comandate dal vescovo di Corneto, Bartolomeo Vitelleschi. Nel 1462 il castello fu definitivamente riconosciuto a Rocca Contrada da Pio II. L’abitato attuale risale alla seconda metà del ‘400, quando Rocca Contrada, dopo varie distruzioni, ebbe l’obbligo di riedificare il castello: da notare la cinta muraria ben conservata su cui poggiano direttamente le abitazioni e alcuni palazzi con portali cinquecenteschi e seicenteschi in ottimo stato di conservazione.


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