giovedì 26 settembre 2013

Il castello di giovedì 26 settembre






SMERILLO (FM) - Castello

Smerillo sorge su un crinale roccioso a 806 metri s.l.m., è un balcone naturale di straordinaria bellezza che spazia a 360 gradi. Ad est domina tutto il fermano fino al mare, la vallata del Tenna e dell’Aso fino alle coste abruzzesi; ad ovest si contemplano le vette dei Monti Sibillini; a nord le colline maceratesi fino ad arrivare al Monte Conero; a sud lo sguardo arriva fino ai monti della Laga ed al Gran Sasso. Il nome Smerillo sembra derivare da un falco, lo Smeriglio (Falco columbarius), che popolava le numerose cavità presenti nella roccia dominata dal paese. Non si sa con sicurezza l’origine del castello di Smerillo, alcuni pensano che sia nato al tempo dei romani in quanto nel suo territorio sono state trovate numerose monete dell'epoca. Ma i primi documenti scritti arrivati fino a noi sono datati intorno al 1100 e riguardano soprattutto le vicende del casato che governò il castello. I signori di Smerillo discendevano dal conte Alberto (il più antico rappresentante del casato dei signori di Smerillo di cui si ha notizia) che alla fine del 1100 risulta livellario dell’abbazia sabina di Santa Maria di Farfa di Santa Vittoria in Matenano per cui pagava ai monaci un canone annuo per il Castello di Smerillo. I signori di Smerillo erano imparentati con il casato che dominava il castello di Montepassillo (Comunanza), inoltre possedevano la giurisdizione su un ampio territorio diviso attualmente tra i comuni di Comunanza, Amandola, Monte Monaco, Monte Fortino. Alla fine del 1200 la crisi economica che aveva colpito i signori di Smerillo, costrinse a vendere le loro quote del territorio al Comune di Fermo, in cambio dell’esenzione al pagamento delle imposte sui beni personali. Il Comune di Fermo si assicurò così la giurisdizione del castello di Smerillo e nel 1298 impose a Smerillo le istituzioni comunali dandogli la libertà e la cittadinanza fermana. In quell'anno Antonio Volientis, fermano, acquisto'  - dai feudatari Corrado di Bove, Anselmuccio di Brancaleone e Francesco di Alberico - il castello di Smerillo che, come gli altri comuni soggetti a Fermo, fu abbastanza autonomo in quanto il Comune di Fermo interveniva solo negli affari di maggiore importanza. Il 3 marzo 1396, Luzio e Antonio, custodi della rocca di Smerillo per conto del comune, tradirono Fermo e consegnarono la rocca a Gentile e Rodolfo da Varano, Duchi di Camerino, i quali volevano estendere il loro dominio nella vallata del Tenna e quindi fortemente interessati a quel centro che godeva di una posizione strategica per il loro scopo. I Fermani chiamarono alle armi gli uomini dei castelli dipendenti e mossero contro Smerillo. Il fatto che Fermo non venne a combattere da sola, fa pensare che i Da Varano l'avessero fortificato ben bene. Fermo riuscì a riprendere il controllo di Smerillo e del territorio circostante che, successivamente, furono annessi allo Stato della Chiesa prima e al regno d’Italia poi. Una incursione del duca di Carrara nel 1404 produsse seri danni alle fortificazioni. Fu fatta richiesta a Sisto V, nel Cinquecento, di poterle restaurare. Per permettere i lavori il Papa dispose l'esenzione dalle tasse per tre anni. A testimonianza del grandioso passato di Smerillo restano i ruderi delle mura di cinta del castello, la porta nord e il "cassero". Dal punto di vista architettonico Smerillo si doveva presentare con due strutture urbanistiche distinte ma complementari tra loro: la prima (l’attuale “rocca”) dove si trovavano le abitazioni dei signori e la seconda dove si trovavano le case del popolo. Lo spazio riservato ai signori era protetto su tre lati da una cinta muraria con delle torri, mentre il quarto lato era privo di fortificazioni in quanto era affacciato sulla rupe. La prima cinta muraria venne costruita nel XIV secolo, lungo le pendici del monte probabilmente, costituita da due terrapieni, uno interno e uno esterno con l'aggiunta di una palizzata difensiva. Il borgo dove si trovavano le case dei contadini era privo di fortificazioni e le case erano disposte lungo la via principale che portava alla dimora dei signori, (struttura architettonica ancora attuale). Successivamente fu costruita una cinta muraria anche intorno al borgo con due porte di ingresso ancora oggi ben visibili.

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