giovedì 31 ottobre 2013

Il castello di giovedì 31 ottobre






SAN MAURO FORTE (MT) – Torre normanna

Unico elemento superstite dell’antico complesso fortilizio che proteggeva l’abitato, la torre ha forma circolare con la base inglobata in bastione a perimetro stellato probabilmente aggiunto successivamente. La tipologia dell’impianto strutturale porta alcuni storici a ritenere la torre di epoca primo-angioina anche se la fortezza originaria è ritenuta di impianto normanno-svevo. Infatti, in età normanna (inizi del XII secolo) il nucleo abitato, diventato parte della contea di Montescaglioso, fu ampliato e munito di un castello dal conte Loffredo, le cui tracce residuali ancora si riconoscono al di sotto della chiesa parrocchiale. Il fortilizio aveva, probabilmente, la forma di un parallelepipedo con una corte centrale, simile a quello di Gioia del Colle in Puglia. Poi passò ai Del Balzo e agli Orsini, ai Sanseverino, ai Della Marra, ai Carafa ed ai Colonna. La vera crescita del paese si registrò, tuttavia, nel periodo angioino, allorché l’abitato si espanse in modo eccezionale con un tessuto edilizio pianificato secondo moduli costanti, seguendo un ordinamento per piccoli isolati rettangolari e quadrati. In questa fase, forse tra la fine del XIV e gli inizi del XV secolo, al castello fu accostata una torre cilindrica coronata da mensole, beccatelli e merli. La nuova struttura restava collegata a quella antecedente attraverso un pontile o un ponte levatoio e costituiva il centro delle difese fisse secondo una logica difensiva più evoluta applicata in varie località tra cui S. Agata dei Goti in Campania (sistema che presenta evidenti analogie) e Corigliano Calabro. Gli eventi bellici che travagliarono il Mezzogiorno tra il 1435 ed il 1486, con la lotta per la successione al trono del Regno di Napoli e la guerra civile culminata nella congiura dei baroni, indussero a migliorare le fortificazioni sia dei centri costieri, sia dei centri interni, in particolare di quelli collocati in posizione geografica strategica. In tale arco temporale fu realizzata una contro-torre a scarpa, modellata a festoni, che tuttora circonda alla base la torre cilindrica. Dalle caratteristiche architettoniche si può desumere che ricalchi la tipologia introdotta dall’architetto Guglielmo Sagrera a Napoli in Castel Nuovo nel 1456. Rientra in un più generale processo di adeguamento tecnico delle fortificazioni avvenuto in varie zone del Mezzogiorno nella cosiddetta età di transizione. Trova analogie tecniche con i rimodellamenti del castello di Ortucchio, realizzato nel 1488 da Antonio Piccolomini, che presenta un simile processo di riconversione di strutture medievali, includendo all’interno di un recinto una torre preesistente, del fortilizio di Calascio in Abruzzo e della torre di Adrano in Sicilia che costituiscono esempi di trasformazione di una semplice fortificazione preesistente in un presidio militare vero e proprio. Rispetto a questi riferimenti la torre di San Mauro dimostra di possedere, tuttavia, un più singolare connubio di elementi medievali e moderni, oltre ad una straordinaria dotazione di mezzi di difesa, poiché doveva contare su almeno undici bocche da fuoco di lunga gittata. Si tratta di un’eccezionale concentrazione di armamenti che ne fanno una delle più complete postazioni del Mezzogiorno. L’interno si sviluppa su tre livelli oltre al basale, composti da un unico ambiente. Al primo piano, che si raggiunge attraverso una porta sita sul camminamento basale, si riconoscono un grande camino e il boccapozzo di una cisterna ricavata nella roccia su cui è fondata la struttura. I principali elementi di architettura militare si riconoscono nelle feritoie distribuite sia sul bastione che sul perimetro della torre, nei beccatelli di coronamento della struttura che in origine reggevano archetti pensili e nelle feritoie per cannoniere presenti sia sul camminamento del bastione che all’ultimo livello. Probabilmente il lato occidentale della struttura, dove oggi si estende la piazza, era protetto da un fossato successivamente colmato, mentre il lato orientale era difeso dalla rupe. Alla fine del XVIII secolo il feudo fu acquistato da diversi acquirenti (già amministratori dei feudatari): Arcieri, Lauria e Acquaviva, i quali s’investirono del titolo di baroni, si stabilirono nel paese e si costruirono i propri palazzi. La torre per secoli è stata riprodotta in dipinti e stemmi familiari del luogo e, negli anni '80, nella serie filatelica dei castelli.

Foto: da www.hevelius.it e una cartolina della mia collezione

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