martedì 22 ottobre 2013

Il castello di martedì 22 ottobre 2013






BUTERA (CL) - Castello Arabo-Normanno

Nella bella Piazza della Vittoria a Butera, sorge l'imponente castello, da ritenersi ricostruito quasi interamente sugli avanzi di uno precedente di epoca normanna e la cui esistenza è testimoniata da due diplomi del gran conte Ruggiero (1091-1093) e da una bolla di papa Urbano II. Tale castello normanno, a sua volta, sarebbe stato costituito dal riattamento di una precedente rocca bizantina, della quale si ha notizia nel IX sec. ed era di proprietà dell'emiro Alaba. Secondo lo storico normanno del tempo Goffredo Malaterra, Butera era considerata dai musulmani una delle piazzeforti più importanti per il dominio dell'isola ed essi la conservarono sino al 1088, anno in cui il gran conte Ruggiero vi scacciò i dominatori insediandovi la sua gente e disponendo la deportazione dell'aristocrazia musulmana del luogo in Calabria. Verso la metà del XII sec. (1130) il castello pervenne al conte Enrico di Lombardia, capo degli Aleramici venuti in Sicilia, a seguito del suo matrimonio con Flandrina figlia di Ruggiero. Nel 1150 circa, Idrisi descrive Butera come "rocca valida assai" ed essendo diventata un centro popoloso costituito da normanni, bizantini arabi e lombardi, venne elevata a contea. Al tempo di Guglielmo I, detto "il malo", mentre la Sicilia era agitata dagli intrighi dell'ammiraglio Majone, un certo Bartolomeo Garsiliato, ribellatosi al re, si impadronì del castello con forte numero di seguaci. Successivamente la ribellione fu alimentata anche dal conte Goffredo di Monte Canoso che, lasciato buon presidio nei suoi castelli di Noto, Sclafani e Caltanissetta, si recò a Butera. Re Guglielmo allora marciò col suo esercito contro Butera, assediando il castello e, non riuscendo a conquistarlo, offrì al conte Goffredo "licenza di potersi partire cò suoi liberamente". Ma intanto Matteo Bonello organizzava la cattura del re stesso, odiato dal popolo. E una volta imprigionato, Guglielmo promise di lasciare di sua volontà il regno ed i congiurati acclamarono il suo figlio maggiore Ruggiero, che poco dopo ebbe così tragica fine. Frattanto il popolo, con strano mutamento d'animo, riusciva a liberare Guglielmo che perdonò i congiurati e promise un governo migliore. In seguito Ruggiero Scalvo ed i figli del duca Tancredi, continuando la sommossa, occuparono il castello di Butera assieme a quello di Piazza Armerina ed a queste nuove re Guglielmo, nel 1161, andò col suo esercito contro le fazioni avverse. Occupata Piazza prese d'assedio per la seconda volta il castello e costrinse gli occupanti ad arrendersi ma col patto che potessero uscirne salvi. Il re avrebbe quindi evacuato il borgo, "rovinato il castello da fondamenti e, con suo editto fatto intendere che non voleva che mai più si riedificasse né s'abitasse". Il castello sarebbe poi stato ricostruito da Guglielmo II. A seguito di una dubbia podestà di Artale Alagona del 1345 circa, ne fu signore Calcerando Santapau il quale lo avrebbe fatto restaurare ed a quell'epoca risale la torre tuttora esistente (1400). Nel 1355 circa, Butera viene descritto come "terra et castrum". Secondo la leggenda il Castello di Butera era collegato al Castello di Falconara attraverso un lunghissimo percorso sotterraneo fatto scavare da Ugone Santapau, al quale il re Martino I aveva concesso la proprietà dei due castelli, come segno di riconoscenza per i favori ricevuti. Nel 1540 Butera passò, per via ereditaria, alla famiglia Branciforti e ne ricevette investitura Ambrogio Santapau Branciforte al quale re Filippo I di Sicilia, il 21 agosto 1536, concesse il titolo di principe di Butera (prima concessione di principato in Sicilia). In successivi passaggi diretti, il castello giunse ad Ercole Michele Branciforte Pignatelli principe di Butera (1800) e infine, pochi anni dopo, per linea femminile, pervenne alla casa Lanza Branciforte. L'edificio costituiva il nucleo centrale di una roccaforte la cui difesa era affidata, oltre che alla poderosa cinta muraria, alle scoscese pareti della collina sulla quale si erge, a quota 400 m s.l.m., il centro storico di Butera. Dominava da un inaccessibile sperone la piana di Gela e per la sua posizione strategica fu ambita preda di tutti i conquistatori della Sicilia. All'inizio si trattava di una semplice fortificazione ai cui angoli sorgevano delle torri (quattro o cinque) collegate tra loro da cortine murarie, delle quali restano oggi parti inglobate in edifici di epoca successiva. Le torri venivano utilizzate come punti d'avvistamento e di difesa, mentre all'interno c'era un cortile dal quale si accedeva alle stalle, a vari magazzini, armerie e a una cisterna dalla forma ovale. Di grande valore artistico e di notevole impatto scenografico è il torrione che custodisce alcuni ambienti dagli addobbi scultorei tra i quali spicca lo stemma della famiglia nobiliare Santapau: un'aquila a due teste recante una catena e una spada sguainata. Dell'antica struttura, restaurata già nel 1897 dal Patricolo ed interessata in seguito da crolli nel 1904 e 1924 e da nuovi lavori di ricostruzione (nel 1935) e restauro (a partire dal 1985 ed infine ultimati nel 1997), rimane una torre e delle sale coperte da volte a crociere. L'ampia corte, racchiusa tra le mura del castello, è oggi adibita a pubblica piazza. Recenti scavi ivi effettuati hanno consentito l'individuazione di tre ampie cisterne interrate all'interno delle quali sono stati recuperati frammenti ceramici di età medievale. La struttura attualmente esistente è soltanto una delle torri dell'antico complesso, alta circa 36 metri e abbellita da bifore di stile catalano con pilastrini e capitelli. Sul fronte prospicente la piazza Vittoria è visibile l'unica bifora originaria. Con i restauri degli ultimi anni è stata recuperata interamente la scala esterna d'accesso al secondo livello della torre, sono state consolidate le murature e ricostituiti gli ambienti superstiti nei volumi originari. Sul lato nord della torre, a quota del terzo livello, è stato ricostruito il volume mancante con una struttura in ferro e vetro. Il terzo livello è coperto da una splendida volta a crociera costolonata con stemma gentilizio. La proprietà attuale è pubblica e ciò che rimane del castello è adibito a spazio espositivo. Infatti, alcune sale della torre sono divenute sede dell’Antiquarium che ospita e raccoglie numerosi ed antichissimi reperti che vanno dal VII sec. a.C. all’età medievale.

Foto tratte dal seguente album:

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