giovedì 5 dicembre 2013

Il castello di giovedì 5 dicembre






ANACAPRI (NA) – Castello di Barbarossa

Così chiamato a causa del soprannome del corsaro ottomano Khayr al-Din che lo espugnò nel 1535, è situato sulle rupi a nord est di Anacapri, a 412 mt. s.l.m., su uno dei picchi minori del massiccio del Monte Solaro. La sua data di costruzione non è certa, ma è da ascrivere forse alla fine del IX secolo. In ogni caso era sicuramente esistente alla fine del secolo successivo, edificato per volere degli amalfitani, i quali eressero la fortezza per controllare l'intera isola di Capri, avvalendosi della scadente manodopera locale. Il maniero inizialmente era proprietà di Adelferio, figlio di Sergio di Amalfi, il quale indicava la zona come Anglum ad Castellum (letteralmente «l'angolo nei pressi del Castello»). Adelferio cedette il castello, così come gli altri suoi possedimenti ad Anacapri (quali Artimo, Orrico e Gradola), il 15 novembre 988 a Giovanni Comite di Capri; nel documento è citato infatti «unam silvam ad angulum ipsum castellum». Il territorio protetto dalla rocca risulta abitato abbastanza stabilmente sia nel X che nell'XI secolo. La conquista normanna della Campania obbligò gli amalfitani ad ammodernare la struttura per offrire maggior resistenza al nemico. Gli spazi interni della rocca furono quindi scanditi da nuovi ambienti, tra cui una cappella con volta estradossata. Altri interventi, avvenuti nel XIII secolo, introdussero una torre cilindrica scarpata, due cortine, le mensole per le caditoie ed altri elementi che si resero necessari dopo l'evoluzione delle tecniche d'assedio e delle armi da fuoco. Nel XV secolo l'isola di Capri fu continuamente sottoposta agli attacchi dei corsari musulmani. In effetti Capri rappresentava per i pirati un'importante base strategica per le loro scorrerie lungo il golfo di Napoli e, per questo motivo, l'isola venne assaltata almeno sette volte. Di conseguenza la popolazione caprese usò spesso la fortezza come rifugio, ma essa, dopo le incursioni del 1535 guidate dai pirati ottomani Khayr al-Din e Dragut, venne distrutta e chi vi aveva trovato riparo venne rapito o derubato. Gli angioini tentarono di ricostruire la fortezza, ma senza successo, a causa della poca esperienza degli edili napoletani; quindi toccò agli abitanti di Anacapri far fronte alla manutenzione del castello, che di conseguenza non venne mai ricostruito. Da questo momento il castello Barbarossa fu quasi totalmente ignorato fino al XVIII secolo, quando il maniero venne incluso in alcuni trattati di geografia. Venne tuttavia utilizzato, agli inizi dell'Ottocento, per scopi militari, essendo stato potenziato sia dagli inglesi (1806), che costruirono delle caditoie per fucilieri ed una polveriera, sia dai francesi (1808), che realizzarono una cinta muraria che, partendo dal castello, raggiungeva il termine della scala Fenicia. Nella metà dell'Ottocento, in seguito alla crescita tra i circoli letterari dell'interesse per l'ambiente mediterraneo e per i reperti archeologici, alcuni viaggiatori eruditi descrissero il castello come «una rovina immersa in una natura selvaggia ed incantevole», e nella prima metà del Novecento la struttura divenne una tappa obbligatoria segnata in tutte le cartine e le guide turistiche relative a Capri. Il castello Barbarossa nel 1898 fu acquistato insieme al territorio circostante dal medico svedese Axel Munthe che, detestando la caccia ne fece un «santuario degli uccelli». Munthe, infatti, condusse per tutta la sua vita una campagna per abolire la caccia e riuscì ad ottenere perfino una legge speciale, stilata da Benito Mussolini stesso, che la vietava nell'isola per tutto l'anno. Dopo la morte di Munthe, a partire dal 16 giugno 1950 il castello entrò a far parte della Fondazione Axel Munthe ed è di proprietà del Consolato Svedese che ha sede nella villa San Michele anacaprese. Il castello ha pianta quadrangolare, ma una delle pareti è semicircolare. I ruderi della parte più alta, oltre a costituire il nucleo centrale della costruzione, corrispondono a quella che una volta era la zona residenziale del maniero; difatti qui vi è una cappella con copertura a volta, abside e un piccolo campanile a vela. Il quartiere di alloggio era difeso, sul lato aperto verso Capri, dallo stapiombo naturale della roccia. Al di sotto della cappella, è presente una cisterna, che venne adibita a magazzino. Accanto alla cappella e sfalsato rispetto ad essa, è presente un secondo ambiente del quale sono conservati alcuni elementi architettonici, tra i quali la copertura a volta, una piccola feritoia ed un'apertura ad arco. Vi è infine un vano coperto da un solaio in travi di ferro. La fortezza è stata edificata con muratura a sacco, utilizzando la pietra locale. Le coperture, come già accennato, sono composte da volte ed i pavimenti sono in maiolica. Degli elementi di difesa, rimangono due torri: una, a pianta quadrata, costruita in epoca sveva; l'altra, a pianta circolare, in età angioina. Quest'ultima è composta da una tipica base con il muro a scarpa su cui si innesta il muro cilindrico della torre, nel punto di innesto vi è una fascia in pietra grigia di sezione semicircolare detta redondone. Un'altra torre cilindrica risulta inglobata nei resti di un bastione che , per le sue caratteristiche si deve ritenere cinquecentesco, forse costruito proprio dopo l'assedio del Barbarossa. La fortezza è circondata da una macchia bassa, che risente della siccità e dello scarso nutrimento, quasi da degradare in gariga. Tra le specie vegetali presenti vi sono il corbezzolo, la coronilla, l'euforbia, l'erica, la ginestra e il mirto. D'inverno, invece, fioriscono l'anemone, l'asfodelo, la brassica, il caprifoglio, il croco ed il cisto rosa e bianco. In prossimità del castello sono presenti alcuni esemplari di pino d'Aleppo, sopravvissuti agli incendi del 1972 e del 1987 che hanno coinvolto la pineta piantata nel 1901 in loco dal Munthe. Il castello Barbarossa è sede della stazione ornitologica di Capri. Infatti il monte dal quale si erge la fortezza costituisce un'importante tappa per gli uccelli migratori che sorvolano il Mar Mediterraneo dall'Europa all'Africa per lo svernamento e nel verso opposto in primavera. L'attività ornitologica nell'isola fu iniziata dalla Società Ornitologica Svedese nel 1956, cui si è aggiunta all'inizio degli anni Ottanta la LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli, sostituita poi dal Centro di Inanellamento dell'Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale di Bologna.
Foto: da www.capritourism.com e da http://sit.provincia.napoli.it

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