domenica 2 marzo 2014

Il castello di domenica 2 marzo






PIETRAGALLA (PZ) – Palazzo Ducale Acquaviva

Situato sul punto più strategico che comprende la parte alta del paese, sulle sue origini è importante non trascurare l'influenza monastica che caratterizzò l'Italia Meridionale dal VII all'VIII secolo segnando con le loro architetture il territorio lucano. Su una pietra scolpita che si trova all'interno della chiesa madre risalente al 1659, si fa riferimento alla comunità di San Basilio. Quindi è possibile ipotizzare che all'origine il complesso monumentale sia stato sede di una comunità monastica, anche se risulta difficile stabilire quale sia stato il nucleo originario e gli ampliamenti successivi. Il centro di Pietragalla, menzionato nel 1118 nel Catalogo dei Baroni, apparteneva alla contea normanna di Tricarico. La sua storia tuttavia è intimamente legata alle vicende che hanno accompagnato la costruzione del Palazzo Ducale ed alle famiglie nobiliari che si sono
succedute. Intorno al 1300, per volontà dei Signori Acquaviva D'Aragona già fondatori del Castello angioino di Cancellara, ebbe inizio la costruzione del Palazzo Ducale, uno dei più notevoli esempi di residenza fortificata.
Dopo il terremoto del 4 dicembre 1456 che rase al suolo il borgo di Casalaspro e parte dell’abitato di Pietragalla, dell’originaria struttura (si suppone un piccolo monastero basiliano e un modesto castello) non restò che qualche traccia. Nel 1480, i documenti storici indicano come reggente del Palazzo Ducale Caterina Zurlo, una nobile napoletana che aveva ottenuto l'investitura del feudo di Pietragalla dal Re Ferrante. Caterina Zurlo sposò Mario Orsini, Conte di Pacentro e, con la famiglia Orsino (o Ursini), cominciò il programma d'ampliamento del Palazzo Ducale. Al posto del diruto castello, a partire dai primi anni del 1500, ebbe inizio – da parte di maestranze napoletane – la  costruzione della nuova residenza che, nel tempo, fu oggetto di ristrutturazioni ed aggiunte, sino ad assumere la conformazione attuale che colpisce per la sua imponenza e complessità architettonica. Strutturalmente l’impianto si divide in due parti: la prima, a destra dell’arco di ingresso, richiama la struttura dell’antico castello, risalente attorno al 1100; la seconda è costituita dall’ampliamento a sud-ovest, ove si denota una diversa impronta nella distribuzione architettonica arricchita da ampie loggiate, voluto dagli Orsini all’inizio del 1500, che, in seguito al matrimonio di uno dei figli, decise di ampliare il Palazzo e di migliorarlo sia staticamente che funzionalmente. La proprietà, nel XVII secolo, passò dagli Orsini agli Affaitati (1622) e da questi ai Melazzi nel 1653, quando il Barone di Bisceglie, Francesco III Melazzi per 38.600 ducati acquistò le terre di Pietragalla e Casalaspro. Nel 1676 la struttura subì un violento incendio. Oltre ai lavori di ricostruzione fu realizzato il collegamento del loggiato centrale con quello di sinistra. Dai Melazzi che regnarono su Pietragalla per quattro generazioni, passò agli Acquaviva d’Aragona quando Giulia – una delle figlie di Teodosio Melazzi, che non aveva eredi diretti, sposò Luigi degli Acquaviva. Il Palazzo Ducale di Pietragalla rappresenta un complesso di particolare interesse sotto il profilo architettonico ed artistico per cui è sottoposto a tutte le disposizioni a tutela ai sensi della Legge n.1089 del 1° giugno 1939, per i motivi illustrati nella relazione storico-artistica e come dichiarato nel decreto del 7 gennaio 1991 del Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali. Infatti, in maniera gradevole si armonizzano vari stili caratteristici di periodi diversi, con volte in pietra, portali bugnati e, sia sulla facciata anteriore, sopra l’arco di ingresso che sul prospetto interno, finestre bifore che richiamano quelle del Palazzo Ducale di Venezia. Il Palazzo Ducale di Pietragalla rappresenta, inoltre, l’emblema dell’eroica difesa dei pietragallesi che il 16 e 17 novembre 1861, rinchiusi tra le mura interne, resistettero all’attacco dei briganti  al comando di Carmine Crocco Donatelli e del generale spagnolo Borjés. Una pagina di rilievo sotto il profilo storico, questa, in quanto a Pietragalla ebbe fine il secondo brigantaggio politico post unitario. L'evento e' testimoniato da una lapide posta sulla facciata principale del Palazzo Ducale recante la scritta: “Questo storico Palazzo degli Acquaviva d'Aragona fortilizio improvvisato dalle memorande giornate del 16 e 17 Novembre 1861 ardimentosi cittadini in piccolo numero opposero vigorosa estrema eroica resistenza alle orde brigantesche del generale Borjes che decimate sbaragliate e sconfitte dal rinsaldato valore del popolo in armi volsero in precipitosa e disordinata fuga perdendo per sempre la tracotante baldanza che di stragi e di rovine aveva funestato le terre lucane Pietragalla nel  71° anniversario consacra l'imperitura riconoscente gratitudine a queste mura ospitali sacre alla memoria dei posteri rivendicando orgogliosa la gloria di aver cancellata col valore dei suoi figli l’obbrobriosa pagina dell’ultimo brigantaggio politico meridionale”.
Dopo la II guerra mondiale, la proprietà del feudo unitamente al Palazzo Ducale fu venduta ai privati. La proprietà del complesso è cosi divisa: l’ala alla destra dell’arco, guardando il prospetto anteriore, è di proprietà della parrocchia, quella a sinistra di privati. In alcuni saloni di quest’ultima parte sono custodite tele di scuola napoletana del ‘700, affreschi di elevato prestigio artistico ed un dipinto, del XVIII secolo, su uno dei soffitti, raffigurante il “Ratto delle Sabine”. All'inizio del complesso si trovano i resti di una chiesa ad unica navata coperta con capriate lignee dove internamente sono ancora evidenti i resti di un altare. Prospiciente la chiesa troviamo un cortile con al centro una botola di una cisterna, sul lato sinistro una torre (o un campanile) più alta della misura attuale. Lungo la facciata principale spicca un ampio portico sopra il quale vi è una loggetta che si estende per quasi tutta la facciata dell'edificio, sorretta per il resto da sporgenze che aumentano il volume del palazzo e sono munite di ampi portali, visibilmente restaurate altre loggette isolate di notevole pregio contribuiscono a rendere armonioso l’aspetto della struttura. Degni di nota alcuni caratteristici portali bugnati di pregevole fattura. Un suggestivo portale di ingresso dell'ala Est del palazzo mette in comunicazione l'esterno con il borgo antico. Link consigliati: http://www.aptbasilicata.it/Galleria-Immagini.1426+M5c24daa227d.0.html (con varie foto), http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/arte_e_cultura/2011/22-novembre-2011/pietragalla-paese-lucano-che-lotto-contro-briganti-1902258760437.shtml,

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