sabato 3 maggio 2014

Il castello di domenica 4 maggio






GUARDISTALLO (PI) – Castello

Il toponimo Guardistallo è attestato per la prima volta nel 1144 e deriva dalle parole germaniche warda ("guardia") e stall ("luogo") con il probabile significato di "luogo di guardia". Appartenuto in precedenza ai Longobardi, il territorio della comunità di Guardistallo viene menzionato in un documento del 1155: Gherardo e Ranieri, figli del conte Gherardo della Gherardesca, offrirono una parte dei loro beni situati nel castello di Guardistallo al vescovo di Volterra Galgano. Le vicende del piccolo borgo di Guardistallo, sorto intorno al castello dei Della Gherardesca, seguirono per alcuni secoli lo stesso destino delle comunità vicine: Bibbona, Riparbella, Casale Marittimo e Montescudaio, anch'esse controllate per conto della Repubblica Pisana dalla famiglia comitale pisana dei Della Gherardesca. Nel 1406, con la caduta della Repubblica Pisana, anche Guardistallo finì sotto il dominio fiorentino e giurò fedeltà a Firenze. Occupato nel 1447 dall’esercito di Alfonso d’Aragona, re di Napoli, che distrusse gran parte delle case e dei palazzi (rimase tuttavia in piedi il cassero della rocca dei conti, che fu abbattuto solo dal terremoto del 1846), fu poco dopo riconquistato dai fiorentini contro i quali partecipò alla sfortunata ribellione condotta da Pisa. Nel 1648 il granduca di Toscana Ferdinando II concesse Guardistallo e Casale Marittimo al nobile fiorentino Ferdinando Ridolfi, incaricato di ricostituire l'antico feudo di Montescudaio che diventò un marchesato. Nel 1739 il granduca di Toscana Francesco II appartenente agli Asburgo-Lorena assegnò il territorio di Guardistallo al marchese Carlo Ginori. Guardistallo venne così incorporato, insieme ai territori di Cecina, Riparbella, Casale Marittimo e Bibbona, nel Marchesato di Riparbella. Il 14 agosto 1846  i paesi della costa toscana furono colpiti da un violento terremoto che in pochi attimi abbatté case, palazzi, chiese e torri. Gran parte dei castelli medievali nella zona compresa tra Casale, Volterra e Pisa fu distrutta in quell’occasione. Guardistallo, insieme a Orciano nella Val di Tora, fu il paese che riportò i danni maggiori. Il 70% delle case fu distrutto e la parte del castello, la più alta del paese, andò completamente in rovina: il cassero della rocca con le abitazioni circostanti, la chiesa con il campanile e il cimitero furono ridotti a un ammasso di macerie. Nonostante ciò, ancora oggi il paese offre non pochi reperti della sua importante storia medievale, come ad esempio i ruderi del castello, cui si accede attraverso una porta che conserva molti dei suoi caratteri originali. All’interno della rocca sono visibili il tracciato delle mura ed alcune antiche case. Anche il borgo conserva deliziosi angoli di origine medievale inseriti, almeno in parte, nella loro primaria planimetria. Per approfondire suggerisco di andare qui: http://www.archeogr.unisi.it/repetti/dbms/sk.php?id=2290


Foto: di carlo62 su http://www.trekearth.com e da http://ilprofumodeitarocchi.blogspot.it/2013/10/pan-dei-morti-halloween-il-castello-di.html

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