martedì 22 luglio 2014

Il castello di martedì 22 luglio






CAMEROTA (SA) – Castello marchesale

Nell' Alto Medioevo il territorio strategico di Camerota era una zona di confine fra il Principato Longobardo di Salerno e il tema imperiale bizantino di Calabria. La regione, abbastanza spopolata, ospitava eremiti italo-greci che occupavano le grotte come quella di San Biagio. Insediamenti rurali nacquero vicino alle badie italo-greci di San Cono(one) e quello di San Pietro a Licusati prima dell'inizio dell'XI secolo. Non ci sono indizi che il territorio di Camerota fosse ancora integrato nella notevole espansione economica e demografica del principato longobardo. Non si sa nemmeno se i Longobardi avessero creato una fortificazione con una guarnigione a Camerota. Però si sa che con l'avvento dei Normanni il territorio cominciò ad essere maggiormente popolato e capace di produrre ricchezza. Dopo la conquista di Salerno da parte dei Normanni nel 1076, apparve una famiglia signorile nel territorio, con consistenti proprietà nel Cilento. Florio di Camerota era un funzionario reale molto in vista nel Regno di Sicilia durante la seconda meta del XII secolo. Essendo un territorio strategico, Camerota soffrì molto durante la guerra del Vespro Siciliano alla fine del XIII secolo che finì con la divisione del Regno fra la parte di Napoli e quella di Sicilia. Nel 1552 la cittadina fu devastata e saccheggiata dai Turchi, comandati dal generale Rais Dragut, che assalirono il castello danneggiandolo. Nel 1647 la città, cavalcando la sommossa di Masaniello, si sollevò contro il proprio feudatario, Paolo Marchese, che aveva tentato di ripristinare lo jus primae noctis. La rivolta si concluse con la morte del signore che i camerotani, inferociti, uccisero e fecero a pezzi, disseminandoli poi un pò dovunque. Nel 1828 Camerota aderì ai moti cilentani soffocati dai Borboni. Dal 1811 al 1860 Camerota fu capoluogo dell'omonimo circondario appartenente al Distretto di Vallo del Regno delle Due Sicilie. La parte più alta del borgo è dominata dal castello medievale, che si apre su piazza Vittorio Emanuele III. Verso la fine del XIII secolo ne fu signore Tommaso da Salerno e nella prima metà del secolo successivo Marino de Diano, a cui successe Roberto Origlia, il cui feudo rimase alla famiglia fino al 1404 quando fu dato in fitto ai Borrello e successivamente ai Lancellotti, pur rimanendo sempre un possedimento dei Sanseverino. Passò infine a Francesco Landone figlio del conte di Venafro e, quando Camerota divenne marchesato, fu attribuito alla famiglia de Sangro, poi ai Marchese e agli Orsini. Costituito da un corpo a due piani, era dotato di una torre maestra, collegata visivamente alle altre del territorio, per garantire la difesa dagli attacchi nemici. Si presume che sia stato costruito nel Medioevo. Il castello di Camerota era nel 909 la seconda roccaforte del Cilento, assieme ad Agropoli. Il fortilizio marchesale fu uno dei 150 Munita Oppida. Il maschio principale sembra risalire al periodo normanno (tardo secolo XI-inizio secolo XII). Insieme con la Chiesa italo-greco di San Daniele, formava l'asse originale del più antico rione del paese. Oggi rimangono solo le mura e le torri. Al maniero si accedeva attraverso tre porte, una delle quali (la Porta di Suso) è ancora visibile; le altre (Porta di Santa Maria e Porta di San Nicola) sono invece completamente scomparse. All'interno vi era anche una cappella. Durante dei saccheggi fu dato alle fiamme. In origine fu costruito come residenza signorile. Attualmente l'edificio è in rovina, ridotto in pessime condizioni dall'incuria dell'uomo e dagli agenti atmosferici. Un primo intervento di recupero si è avuto solo alcuni anni fa, grazie all’interessamento dell’amministrazione comunale che è riuscita a beneficiare di un finanziamento di centomila euro stanziato direttamente dal governo. Denaro che non è però bastato a mettere in sicurezza l’intera struttura.

Foto: da www.corriereimmobiliare.com e da www.camerotamuvip.eu. La terza è una cartolina della mia collezione. 

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