giovedì 28 agosto 2014

Il castello di venerdì 29 agosto







POGGIO TORRIANA (RN) - Castello Guidi di Montebello (o di Azzurrina)

Di Mimmo Ciurlia

Dall’alto dei suoi 436 metri, il Castello di Montebello, sorto come rocca difensiva in epoca romana, domina la valle del Marecchia e dell'Uso, offrendo al proprio visitatore un affascinante panorama. La sua poderosa rocca fu non a caso posta a guardia di una via, quella che risale la Valmarecchia (l’antica “Via Maior”) di grande valore strategico poiché costituiva il collegamento principale con il Montefeltro e con la Toscana, e rappresenta senza dubbio uno degli edifici storici più interessanti della signoria malatestiana di tutto il territorio romagnolo. Il castello ha la particolarità di poggiare le sue fondamenta proprio sul picco del un monte. È un complesso in cui è possibile leggere ancora con chiarezza gli interventi subiti nel corso dei secoli, da quelli più strettamente militari a quelli finalizzati all'adattamento in dimora nobiliare. Il mastio e parte della fortezza sono ancora quelli risalenti all’originale struttura, databile intorno all'anno 1000. L'ingresso è dato da due archi a sesto acuto che si aprono nel cortile dell'edificio, il quale è composto da due parti ben distinte: quella a ponente, la più antica, è rimasta fedele all'originario disegno architettonico medievale; la parte a levante presenta invece caratteristiche più propriamente residenziali. Nel corso della sua storia, fu meta di molteplici assalti. Già nel III secolo dopo Cristo i romani vi eressero una torre di vedetta a pianta quadrata, che fu integrata nell’XI secolo a un inespugnabile fortilizio militare. I primi documenti che ne parlano risalgono al 1141, quando venne concessa dal Papa Lucio II alla chiesa riminese, che a sua volta la assegnò il 24 settembre 1186 ai Malatesta di Verucchio. I Malatesta dotarono il castello di fortificazioni in quanto si trovava al confine con il territorio dei Montefeltro, nemici storici della famiglia riminese. Dopo circa 200 anni, nel 1393 furono i Montefeltro, con un audace colpo di mano, a conquistarla: la Rocca rimase sotto il loro dominio fino al 1438, quando il signore dei Malatesta Sigismondo Pandolfo la riconquistò. Ma la fortuna militare del Malatesta declinò fino a quando, nel 1464, venne sconfitto a Pian della Marotta, presso Senigallia, per mano dell'esercito pontificio inviato da Papa Pio II (Piccolomini) e guidato da Federico da Montefeltro. In seguito alla sconfitta, Montebello passò ai conti Guidi di Bagno. Da allora la famiglia dei conti Guidi è tuttora proprietaria della rocca. Dopo il Cinquecento la fortezza subì degli interventi per essere adattata a dimora nobiliare. Rispetto alla struttura del 1464, i Guidi hanno ristrutturato un'intera ala del castello, adibendola ad ala nobile che custodisce decine di pezzi di arredo come quadri, mensole, specchi, cassettoni, forzieri e cassapanche, fra le quali una dipinta risalente all'epoca delle Crociate, due seggioloni in legno nero del XVI secolo, un elegante divano a 4 posti seicentesco ricco di intagli e, nelle sale delle feste e dei banchetti, l'imponente credenza della fine del '500 ed il bellissimo tavolo ottocentesco. Indubbiamente si tratta di autentici gioielli di arte e artigianato italiano fra il 1400 e il 1700. Tra il 1968 e il 1973, il castello ha subito un grande intervento di restauro per ripristinare la rocca dagli ingenti danni dei bombardamenti della Seconda guerra mondiale ed è poi diventato un museo a partire dal 1989. Dallo stesso 1989 è aperto ai visitatori ed è inserito tra i monumenti del patrimonio nazionale italiano per il suo alto valore storico. Del castello si tramanda ancora oggi la storia di Guendalina Malatesta figlia di un certo Ugolinuccio o Uguccione, feudatario di Montebello, meglio conosciuta come “la leggenda di Azzurrina”. La leggenda narra di una bambina nata albina. A quell’epoca chi aveva l’onta di nascere “diverso” era considerato figlio del demonio, e quindi doveva venire condannato al rogo. Fu allora, per difendere (o nascondere) la figlia che i genitori le tinsero i capelli, ma il bianco dell'albinismo non trattiene il colore, e reagisce al pigmento diventando azzurro. Ecco spiegato lo “strano” caso e l'appellativo ad esso legato. Durante il solstizio d’estate, il 21 giugno 1375, Azzurrina,  giocava sorvegliata a vista dalle guardie, mentre fuori infuriava un temporale. La sua palla di pezza cadde però nella ghiacciaia e lei scese dall’unico ingresso, per recuperarla. Trascorso diverso tempo, gli armigeri non vedendola ritornare fuori, accorsero a cercarla ma non ne ravvisarono più alcuna traccia. La bambina era inspiegabilmente scomparsa! Da allora, c'è chi dice che allo scadere del solstizio estivo di ogni lustro, si possa udire ancora un suono (il pianto di Guendalina?) provenire dalla nevaia del castello. Il 21 giugno del 1990, tecnici del suono interessati a tali episodi effettuarono le prime registrazioni. Furono impiegate apparecchiature sofisticate e tutte le frequenze vennero incise. In sede di studio si procedette all'ascolto: tuoni, uno scrosciare violento di pioggia, e poi ...un suono!!! Anno 1995, sempre 21 giugno. Nuove registrazioni. Stesso suono. Anno lustro 2000. Ancora 21 giugno. Ancora il solstizio estivo e, ancora, quel suono che si ripeteva. Sono numerosi gli studiosi che con modernissime apparecchiature hanno cercato di avvalorare questa storia, e sono molti i turisti che, curiosi, vanno a visitare la Rocca per udire le registrazioni di questi misteriosi suoni. Il castello ha un sito ufficiale: www.castellodimontebello.com/

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