martedì 20 gennaio 2015

Il castello di martedì 20 gennaio






RONCADE (TV) - Castello (o Villa Giustinian, Ciani Bassetti)

Il maniero fu donato nel 900 da Ottone II ai Conti di Collalto. Successivamente venne distrutto per mano di Cangrande della Scala. Fu Girolamo Giustinian, patrizio veneto, ad attuarne nel XVI secolo la ricostruzione, sulla traccia del precedente edificio. Quella attuale è una struttura assai caratteristica in quanto è delimitata da una cinta di mura turrite, richiamo ai fortilizi medievali. I terreni su cui oggi insiste il palazzo erano sin dal Quattrocento dei Badoer, proprietari anche di cinque mulini nella vicina Musestre. Il 1º giugno 1495 Girolamo Badoer fece testamento, lasciando l'intero patrimonio alla figlia Agnesina. Quest'ultima aveva sposato in prime nozze Benedetto Badoer e poi, rimasta vedova, Girolamo Giustinian, al quale diede sette figli. Nella storia della Serenissima Repubblica di Venezia la famiglia Giustinian ha lasciato una chiara traccia. Ricordiamo i Dogi Stefano e Marco Antonio, il Beato Nicolò Monaco e la Beata Eufemia oltre che San Lorenzo, primo patriarca di Venezia. Dopo aver eseguito quanto previsto dal testamento del padre (tra cui la costruzione di una casa canonica per il parroco di Roncade) e aver predisposto per i figli, Agnesina e il marito intrapresero la costruzione di una casa di villeggiatura che risulta già avviata in una "condizione" del 1514. Nel 1522 i lavori dovevano essere già a buon punto dato che il complesso poteva già ospitare Leonardo Giustinian, Ottaviano Bon e Agostino Foscari; nel 1529, invece, vi soggiornarono Giovanni Corner e il cardinale Francesco Pisani. Due anni dopo la morte del marito, avvenuta nel 1532, Agnesina stilò un nuovo testamento nel quale dichiarò di possedere a Roncade una villa con corte, alloggi, orti e giardini. Nel 1536 l'edificio è per la prima volta raffigurato in una mappa: presenta un aspetto molto simile a quello attuale, già circondata da una cinta di mura merlate con possenti torri agli angoli. Nel 1881, alla morte di Sebastiano Giustinian, la villa passò alla sorella Maria; spirata anche l'ultima proprietaria, nel 1915 venne acquistata dai Ciani Bassetti cui appartiene tutt'ora. Fu il Barone Tito Ciani Bassetti nel 1930, a riconoscere nell'antico castello il luogo in cui avrebbe preso vita il suo sogno. Il restauro della costruzione permise di ritrovarne l'originaria bellezza, e avviarvi un'attività vitivinicola per la quale il terreno sembrava essere nato. Durante la seconda guerra mondiale il complesso fu occupato da un comando tedesco e subì alcuni bombardamenti aerei che danneggiarono particolarmente i torrioni e il muro di cinta verso il brolo. Al termine del conflitto fu prontamente restaurato dai proprietari. La proprietà ha forma rettangolare ed è delimitata, appunto, dalla cinta muraria, circondata a sua volta da un fossato. All'interno sorge la casa padronale con due lunghe barchesse separate ai lati; all'estremità di quella settentrionale si colloca il piccolo oratorio privato. L'accesso si apre sul lato occidentale delle mura, quello adiacente alla strada, ed è sottolineato da due torrette cilindriche. Il fronte principale della casa padronale, a due livelli più sottotetto, si caratterizza al centro per una doppia loggia in aggetto, con arcate a tutto sesto e colonne in pietra d'Istria, il tutto coronato da un frontone triangolare ornato da affreschi. Le ali laterali presentano, disposte lungo due assi, finestre ad arco a tutto sesto che diventano piccole aperture rettangolari nel sottotetto. Il tutto è concluso dalla copertura a padiglione. Le pareti nord e sud erano pure affrescate con finte architetture, medaglioni e figure, ma dei dipinti restano poche tracce. Il fronte posteriore, verso est, presenta una scalinata monumentale che, un tempo, conduceva a un pronao; i resti di quest'ultimo sussistono accatastati sul retro del palazzo. Gli interni di entrambi i livelli hanno la medesima organizzazione, con salone passante al centro e ambienti minori ai lati. Si caratterizzano per i pregevoli soffitti in legno, con travatura squadrata e cassettoni costituiti da catinelle dipinte con foglie e girali. Lungo le pareti, subito sotto le travi, si snoda una fascia monocroma con putti e medaglioni con effigi di imperatori romani. I due piani sono messi in comunicazione da una ripida scala in pietra d'Istria, con un solo ramo e volta a botte. L'oratorio, intitolato a Sant'Anna, conserva al suo interno i busti di Agnesina e Girolamo Giustinian, fondatori della villa. Oltre 30 statue di Schiavoni sono disseminate all'interno del parco della Villa. Una leggenda vuole che la loro origine sia da attribuirsi ad una vicenda di passione, tradimenti e magia legata al passato. Si narra che un tempo il conte Giustinian assoldò gli Schiavoni per custodire la virtù della moglie durante la sua assenza. Al suo ritorno, di fronte alla scoperta del tradimento, avvenuto proprio per opera loro, accecato dall'ira e dal dolore, chiese ad un mago di trasformarli in statue. Se la veridicità della vicenda può suscitare qualche perplessità, è invece indubbio l'effetto ancora più suggestivo che le statue conferiscono all'ambiente. Altri link per approfondire sul castello: http://www.trevisoinfo.it/castello-roncade.htm, https://www.youtube.com/watch?v=f6QvBn3ogRg (video di Hotel Promotions)

Fonti: http://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Roncade, http://www.castellodironcade.it/castello-di-roncade/la-nostra-storia.php

Foto: da http://www.castellodironcade.it/ e da https://www.facebook.com/castellodironcade/photos/a.10150898658960340.448534.112204045339/10152871152745340/?type=1&theater

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