sabato 21 febbraio 2015

Il castello di sabato 21 febbraio






MACCASTORNA (LO) – Castello Visconti-Bevilacqua

Fu edificato a pianta quadrangolare ma irregolare nel XIII secolo dai ghibellini cacciati da Cremona in prossimità della riva destra dell’Adda. Per la sua posizione al confine con la provincia di Cremona, il fortilizio (chiamato “Belpavone”) fece gola ai tempi dei ghibellini (che lo abitarono) e poi dei guelfi (che lo espugnarono con il massacro dei residenti). Nella prima metà del XIV secolo fu acquisito dalla nobile famiglia milanese dei Vincemala e con essi, il primitivo “fortino” subì una radicale trasformazione, mutandosi da edificio prettamente militare, in struttura parzialmente residenziale. Nel 1371 venne acquisito da Gian Galeazzo Visconti, signore di Milano che nel 1385 lo regalò, assieme al feudo, a Guglielmo Bevilacqua in segno di riconoscimento dell'aiuto per essersi sbarazzato di Bernabò Visconti. Nel XV secolo la struttura, assieme al feudo di Maccastorna, passò nelle mani di Cabrino Fondulo di Soncino, condottiero al servizio dei cremonesi Cavalcabò, signori di Cremona. Costui si stabilì nel maniero ed apportò importanti modifiche: edificò le mura di cinta, il fossato con il suo ponte levatoio e le prigioni. Il 24 luglio 1406 diede ospitalità nel castello a Carlo Cavalcabò, cugino di Ugolino Cavalcabò e signore di Cremona, ai suoi fratelli e al suo seguito di ritorno da Milano dopo una visita ai Visconti. Cabrino Fondulo dopo aver rifocillato e accolto nelle camere i circa 70 ospiti, aiutato dai suoi sgherri, li fece massacrare a pugnalate o strozzare e ne buttò i corpi nel pozzo delle spade. Da allora si narra che nelle sale del castello riecheggino ancora le grida dei morti. Questo sanguinoso episodio, entrato di diritto sui libri tra le più intense leggende di fantasmi d’Italia, fece chiamare il maniero anche “Castello dei settanta fantasmi”. Dopo poco Fondulo si autoproclamò signore di Cremona. Se Cabrino Fondulo, smanioso del potere si comportò da vile criminale, le sue vittime avevano a loro volta occupato il maniero medioevale approfittando della morte di Gian Galeazzo Visconti facendosi eleggere signori di Cremona. Il sanguinario capitano di ventura Cabrino Fondulo (che trovò la morte per impiccagione al Broletto di Milano) non fu da meno neppure allo smanioso di potere Gian Galeazzo Visconti che aveva comprato la rocca nel 1371 impadronendosi col tradimento del ducato di Milano e concedendola in feudo a Gugliemo Bevilacqua, suo complice nel delitto dello zio Bernabò. Nel 1417, il duca di Milano Filippo Maria Visconti, concesse il feudo a Galeotto Bevilacqua, appartenente alla famiglia originariamente proprietaria dello stesso. Il castello è rimasto, sino al 1901, in proprietà alla famiglia veronese dei Bevilacqua. Dal 1901 il maniero passò alla famiglia di Codogno Biancardi. L’impianto dell’edificio è a pianta trapezoidale tendente al rettangolo. Il lato meridionale e il lato nord presentano un tracciato concavo e al centro un torrione merlato. Il lato orientale presenta invece una torre d'ingresso quadrangolare preceduta da un rivellino merlato ed è affiancata da un corpo di maggiore spessore a destra. Il lato nord è inserito fra due torri merlate (angoli nord-est e nord-ovest). Cinque delle otto torri originarie sono state "abbassate" a livello delle murature perimetrali. Caratteristico di tutta l'architettura è l'apparato quasi continuo retto da beccatelli a mattoni digradanti e la cinta merlata che un tempo cingeva tutta la rocca ora limitata agli angoli sud-est e sud-ovest. Una lunga balconata sorretta da mensoloni in pietra o legno si estende lungo i lati nord, sud e parte dell'est, sormontata da un tetto a falda unica a sua volta sorretto da piccoli pilastri in legno. Sei balconi rientranti e allineati con la muratura interna contraddistinguono il piano superiore del lato ovest, in corrispondenza delle stanze da letto degli ospiti. Alla fine dell '800 l'acqua del fossato ed il relativo ponte levatoio sono stati sostituiti da un prato e da un ponte in muratura.

Fonti: http://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Maccastorna, http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/LO620-00041/, testo di B.B. su http://www.ilgiorno.it/lodi/cronaca/2013/08/18/935841-settanta-fantasmi-castello-maccastorna.shtml, http://www.preboggion.it/CastelloIT_di_Maccastorna.htm

Foto: entrambe di Solaxart 2012 su http://www.preboggion.it/CastelloIT_di_Maccastorna.htm

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