venerdì 6 febbraio 2015

Il castello di venerdì 6 febbraio







MACCHIA VALFORTORE (CB) – Palazzo Ducale Gambacorta

Il paese si colloca in una posizione molto suggestiva, a metà strada tra Pietracatella e Sant’Elia a Pianisi, dominando il lago artificiale di Occhito, trait d’union con la Puglia. Il palazzo baronale poggia le sue fondamenta su un antico castello di epoca medievale, ricostruito e riadattato a residenza signorile nel Cinquecento. L’intero borgo di Macchia Valfortore ha infatti origini castrensi: già nel 1150 come “dominus” dello stesso viene nominato un certo Gualterius Gentilis. Notizie successive riguardano la dominazione aragonese, quando il feudo di Macchia Valfortore risulta appartenere ad Antonio Colla. Per circa tutto il Cinquecento signori di Macchia furono i de Regina. Probabilmente a loro sono dovuti i lavori di riadattamento a residenza signorile del castello. Il secolo successivo per Macchia fu il secolo dei Gambacorta, che rimasero titolari del feudo dal 1618 al 1701. Dopo il fallimento della congiura di Macchia contro la corona spagnola, Gaetano Gambacorta, uno dei suoi più accessi sostenitori e capeggiatori della rivolta, fu costretto a devolvere la sua proprietà al Demanio Regio, che cedette Macchia a Giuseppe Ceva Grimaldi: la sua famiglia rimase titolare del feudo e del castello sino all’eversione della feudalità. Il castello ha continuato ad essere identificato come il palazzo Gambacorta. La struttura, che indiscutibilmente ha subito diversi rimaneggiamenti nel corso del tempo, si sviluppa su tre livelli. É possibile accedervi attraverso l'ingresso posto sul lato più corto; da qui, poi, attraverso una scalinata si giunge al cortile interno. Con un'altra scalinata, di recente realizzazione, si arriva al piano nobile. Senza dubbio ciò che colpisce maggiormente è la torre, utilizzata in passato per la guardia al borgo e al palazzo stesso, incassata parzialmente nelle mura del palazzo e posta sulla destra dell'arco d'ingresso, che si sviluppa su tre diversi livelli.
Foto: dal gruppo Facebook “Castelli del Molise” e da http://www.mondimedievali.net

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