mercoledì 15 luglio 2015

Il castello di mercoledì 15 luglio





CRACO (MT) – Castello (o Torre normanna)

La prima testimonianza del nome della città è del 1060, quando il territorio fu sottoposto all'autorità dell'arcivescovo Arnaldo di Tricarico, che chiamò il territorio Graculum, ovvero piccolo campo arato. Erberto, di probabile origine normanna, ne fu il primo feudatario tra il 1154 e il 1168. La struttura del borgo antico risale a questa epoca, in cui le case sono arroccate intorno al torrione quadrato che domina il centro. Ancora nel 1176-1179 Craco era in mano di Roberto di Pietrapertosa, giustiziere regio, che possedeva con il collega Fulco di Miglionico una corte con l’assistenza di due giudici di Montepeloso (Irsina) e del camerario di Forenza. L’idea del feudatario riporta subito all’evidenza più consistente, cioè alla torre quadrangolare che si erge sull’abitato. Essa, in origine servita da scale di legno, all’interno doveva essere organizzata in una serie di stanze e soppalchi, le cui tracce sono ancora visibili dalle pareti esterne. Durante il regno di Federico II, Craco fu un importante centro strategico militare. Il torrione infatti domina la valle dei due fiumi che scorrono paralleli, il Cavone e l'Agri, via privilegiata per chi tentava di penetrare l'interno. La torre di Craco, insieme ad altre fortificazioni ed avamposti della zona, come la Petrolla, di rimpetto a Craco, erano barriera di protezione per città al tempo ricche quali Pandosia e Lagaria, entrambe al di là dell'Agri, entrambe prospicienti la Siritide. Quasi con certezza, fu questa torre ad essere la sede in cui troviamo Goffredo, feudatario nel 1239, che per ordine di Federico II vi rinchiuse alcuni prigionieri lombardi. Si racconta che qui Federico II avesse rinchiuso questi prigionieri in botti di legno e, provocando in esse un foro per guardare l’interno, li uccise, per sperimentare se l’anima uscisse dal corpo dei cadaveri. Nel 1276 Craco divenne sede di una Universitas. Con la salita al trono di Carlo I d'Angiò (1268) Craco venne infeudata a Pietro de Beaumont. Pochi anni dopo, nel 1277, Craco registrava 83 "fuochi", cioè famiglie. In seguito si avvicendarono al potere le più potenti famiglie del Medioevo: i Monforte (fine del XIII sec.), i Del Balzo, gli Sforza (XV sec.), i Sanseverino (XVI sec.). Nel XV secolo, la città si espanse intorno ai quattro palazzi: Maronna, Grossi, Carbone e Simonetti. A causa di una frana di vaste proporzioni, nel 1963 Craco iniziò ad essere evacuata e parte degli abitanti si trasferì a valle, in località "Craco Peschiera". Allora il centro contava quasi 2000 abitanti. La frana che ha obbligato la popolazione ad abbandonare le proprie case sembra essere stata provocata da lavori di infrastrutturazione, fogne e reti idriche, a servizio dell'abitato. Nel 1972 un'alluvione peggiorò ulteriormente la situazione, impedendo un'eventuale ripopolazione del centro storico e dopo il terremoto del 1980 Craco vecchia venne completamente abbandonata. Ad onta di questo esodo forzato, Craco è rimasta intatta, trasformandosi in un paese fantasma. Nel 2010, il borgo è entrato nella lista dei monumenti da salvaguardare redatta dalla World Monuments Fund. Il comune, nella realizzazione di un piano di recupero del borgo, ha istituito, dalla primavera del 2011, un percorso di visita guidata, lungo un itinerario messo in sicurezza, che permette di percorrere il corso principale del paese, fino a giungere a quello che resta della vecchia piazza principale, sprofondata in seguito alla frana. Nel dicembre 2012, è stato inaugurato un nuovo itinerario, che permette di addentrarsi nel nucleo della città fantasma. Craco è stata scelta da molti registi come location per i loro film. Da citare “La passione di Cristo” (2004) di Mel Gibson, ove Craco fu scelta dal regista come sfondo durante la scena dell'impiccagione di Giuda, e “Cristo si è fermato a Eboli” (1979) di Francesco Rosi: nell'episodio dell'arrivo di Carlo Levi alla nuova destinazione di confino, Gagliano. Per l'occasione furono disposti sulle prime case del paese degli stendardi a lutto, per ricreare lo scenario descritto nel libro, i quali ancora oggi sono visibili. Ecco un interessante video trovato sul web: https://www.youtube.com/watch?v=OQuWNAyel1k

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Craco, http://www.basilicatatour.com/craco.html, http://www.old.consiglio.basilicata.it/conoscerebasilicata/cultura/percorsi/castelli/craco.htm

Foto: di Basilicata Turistica su https://www.flickr.com/photos/basilicatatravel/3573144636/ e da http://www.aptbasilicata.it/comuni_pics_temp/pics/4ea093ab21.jpg

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