venerdì 21 agosto 2015

Il castello di venerdì 21 agosto






VIGEVANO (PV) – Castello Sforza

Il Castello di Vigevano è un tutt'uno con la Piazza Ducale che funge da regale atrio d'ingresso. Si può considerare una piccola città nella città, essendo per estensione uno dei più grandi complessi fortificati d'Europa.  Il primo nucleo risale all'età longobarda (VII-X secolo), mentre la sua trasformazione in residenza signorile si deve ai Visconti (in particolare a Luchino Visconti) e agli Sforza in particolare a Ludovico il Moro. Luchino Visconti, podestà di Vigevano nel 1319 e nel 1337, inserì il villaggio nel suo piano di dominio territoriale, decidendo di farne una roccaforte difensiva inserita nello scacchiere territoriale dei castelli posti lungo l’Adda e il Ticino a difesa del ducato di Milano. In quest’ottica, nel 1341, realizzò una rocca di difesa (in origine detta inferiore, prende l'attuale nome di rocca vecchia in contrapposizione alla rocca nuova edificata alla fine del XV sec.), posta ad una certa distanza dal castello, sul limite est del borgo che si stava ormai allargando fuori dal perimetro originale. Nel contempo iniziò l’opera di trasformazione del vecchio castello in nuovo fortilizio sede e dimora ducale, edificio che nella nuova conformazione si presentava con pianta quadrangolare formata da muri merlati con tre corpi di fabbrica, torri agli angoli e una torre d'ingresso al centro della cortina anteriore. I lavori di ampliamento ed abbellimento del maschio proseguirono poi per tutto il dominio visconteo. Nel 1347 i due fortilizi vennero uniti dalla cosiddetta "strada coperta", un grande edificio fortificato che, stagliandosi nel panorama cittadino, permetteva un rapido collegamento tra il castello e le campagne circostanti. Nel 1447, alla fine del dominio visconteo, la stessa popolazione di Vigevano, conquistò la libertà comunale e distrusse la rocca esterna. Libertà che finì già nel 1449, quando Vigevano venne cinta d’assedio da Bartolomeo Colleoni e Francesco I Sforza, marito di Bianca Maria figlia di Filippo Maria Visconti, e nuovo signore di Milano. Dopo la conquista lo Sforza riparò i danni dell'assedio e raddoppiò la parte centrale del maschio verso l'esterno inglobando i resti della torre di sud-est distrutta proprio durante l'assedio. Galeazzo Maria Sforza nel 1466, appena succeduto al padre Francesco, ordinò nuovi interventi che trasformarono definitivamente il maschio in palazzo ducale e, prendendo atto della cessata funzione difensiva delle mura dell'antico borgo, concesse la costruzione di case nel fossato esterno, di altezza non superiore al muro. Nel 1472 il nuovo Duca intervenne su due antichi edifici, posti lungo la muratura sud dell'antico borgo e utilizzati a stalla, sopralzandoli e modificandone il piano terra con l'inserimento di un doppio colonnato con volte a crociera e nuove finestre. Nel 1475 realizzò il ponte con loggiato, posto a sud del maschio, mentre poco prima della morte diede l'inizio alla costruzione dell'edificio della falconiera, completato poi da Ludovico il Moro, reggente il ducato a nome del nipote Gian Galeazzo Maria Sforza. Con Ludovico il Moro, nato proprio a Vigevano, il progetto sforzesco si attuò in interventi di proporzioni e qualità rilevanti, completando il processo di trasformazione del castello in residenza dinastica. Il cortile, occupato in origine dall'antico borgo, venne svuotato dalle residue costruzioni, si costruirono la terza scuderia, detta per questo di Ludovico, e l’edificio delle cucine, realizzato con la demolizione dell’antica chiesa di S. Ambrogio e collegato al maschio da un edificio a ponte, chiudendo così il circuito di edifici a contorno dell’ampio cortile. Il maschio venne ampliato sul lato est con la realizzazione di un giardino pensile racchiuso da due edifici porticati progettati dal Bramante e aperto verso est. Del complesso bramantesco rimane oggi, dopo il crollo del loggiato addossato alla strada coperta e lo svuotamento del giardino con l’abbassamento al livello attuale, solo l'edificio sud chiamato “loggia delle dame”. Ad opera del Bramante si deve anche parte della decorazione pittorica che abbelliva il complesso di edifici prospiciente il cortile, di cui oggi rimangono tracce sulle pareti della scuderia di Ludovico, e il sopralzo dell'antica torre comunale, che verso il 1476 era già stata rialzata con nuovi merli e beccatelli per ospitare le campane della demolita chiesa di S. Maria, realizzato in tre parti di cui la seconda con una cella campanaria e la terza con un corpo ottagonale coperto da una guglia. I fasti del dominio sforzesco terminarono con Francesco II Sforza il quale completò le decorazioni pittoriche del palazzo ducale. Tra il 1492 e il 1494 i lavori erano terminati. Con la fine della dinastia sforzesca (1535) il castello passò agli spagnoli e iniziò un lento declino. Nel 1696 i plenipotenziari dei governi europei convenuti per firmare la pace di Vigevano lo dichiararono inagibile e quando agli inizi del Settecento divenne sede di una guarnigione dell'esercizio austriaco cominciarono le trasformazioni radicali. Verso la metà dell'Ottocento divenne Caserma dell'Esercito Sardo e quindi del Regio Esercito Italiano e rimase sede militare fino al 1968. Il complesso architettonico del castello Visconteo-Sforzesco di Vigevano si presenta come un insieme di edifici che occupano una superficie di oltre 70 mila metri quadri, di cui 25 mila di coperture, cui vanno aggiunti i 36 mila metri quadri di cortile. Potrebbe contenere due volte Buckingham Palace, tre volte la basilica di San Pietro e sei volte il Duomo di Milano. Fin dall’inizio il castello di Vigevano non venne pensato solo ed esclusivamente come complesso fortificato per rispondere a esigenze difensive e militari, ma anche come residenza di prestigio, di rappresentanza, come luogo preferito per gli svaghi e diletti della corte. In tal senso rappresenta sia una anticipazione del palazzo rinascimentale spesso evolutosi proprio da un castello preesistente (si pensi ad Urbino e a Mantova), che una versione raffinata della tradizionale cittadella viscontea. A partire dagli anni Ottanta il castello fu sottoposto ad una campagna di restauri per il suo completo riuso e valorizzazione. Lo strumento che, negli ultimi anni, ha consentito una piena e fattiva operatività è l’accordo di programma sottoscritto il 29 luglio 1999 tra Stato, Comune di Vigevano e Regione Lombardia. Grazie a quell’accordo sono stati definiti e stabiliti gli interventi di restauro e le modalità di finanziamento e sono stati attivati gli organismi tecnici di vigilanza e controllo. Il 3 marzo 2003 il Consiglio Comunale di Vigevano ha approvato un documento contenente una ipotesi per il completo utilizzo degli spazi del Castello. ll maschio corrisponde all’antico castrum probabilmente di origine longobarda. Documenti del XII-XIII parlano di un complesso castellano che occupava l’altura poligonale al cui centro sorgeva il castello-recetto che era “fortissimo” e aveva per prima difesa una gran fossa. Fino al 1340 svolgeva una funzione di difesa per coloro che vi abitavano e di rifugio sicuro per gli abitanti del borgo e dei sobborghi. Lì si conservavano, come scrive nel XVI secolo il cancelliere del Comune Simone del Pozzo, “li grani et vini et altre cose più care delli homini et ivi, al tempo dille guerre, li homini si conservano ”. A partire dal 1345 iniziò la sua trasformazione in palazzo ducale. Fu soprattutto Ludovico il Moro con il contributo di Donato Bramante a conferirgli l'aspetto di un palazzo rinascimentale. Grazie all'opera di artisti e artigiani lombardi gli ampi saloni si presentavano affrescati e magnificamente arredati per accogliere la corte ducale, personaggi illustri e sovrani. La “Sala dell'Affresco”, la cui denominazione deriva dal rinvenimento e recupero di un antica testimonianza  pittorica, si trova nella parte sinistra del Maschio ed era parte integrante dell'antico Palazzo Ducale. L'affresco oggi restaurato viene fatto risalire agli anni di Galeazzo Maria Sforza (1466-1476), primogenito di Francesco Sforza. Si tratta di lacerti che tuttavia fanno presumere come la rappresentazione, in origine, doveva essere vivacissima da un punto di vista coloristico e affollata da quello compositivo. In un paesaggio popolato da fantastici alberi carichi di frutta e da animali (si riconosce un istrice e un coniglio bianco) accanto a figure in gran parte sparite di dame e cavalieri, risaltano due paggi che, con le gote gonfie, soffiano in due strani corni da caccia. Ad uno di essi é appesa una cartella con dipinti due frutti, forse melagrane, dal significato probabilmente araldico. Secondo gli studiosi si tratta di una delle rare testimonianze superstiti delle grandi imprese decorative avviate da Galeazzo Mario Sforza nei castelli di Milano e Pavia. La Falconiera è un edificio così chiamato perché destinato all’allevamento dei falchi da preda. La sua costruzione è databile intorno al 1488, epoca di Ludovico il Moro. La parte più antica è costituita dal piano terreno che si presenta diviso in ampie sale coperte da volte a lunetta. Il leggiadro loggiato aereo superiore, recentemente restaurato, è attribuito a Donato Bramante: presenta arcate a tutto sesto sostenute da esili colonnine di granito con capitelli simili a quelli delle scuderie ducali. Sulle arcate sono state recuperati affreschi con motivi decorativi d’epoca rinascimentale. Le cronache del tempo narrano che dall’edificio della Falconiera, venivano fatti levare in volo i falconi per accompagnare la corte ducale nelle cacce lungo i boschi del fiume Ticino e nelle campagne della Lomellina. La Loggia delle Dame è la parte superstite del “Palazzo delle Dame”, realizzato intorno al 1490 da Donato Bramante su incarico di Ludovico il Moro, e che sorgeva accanto al Maschio o Palazzo Ducale. La loggia superstite presenta i caratteri tipici degli edifici realizzati bramanteschi come il chiostro di S.Maria delle Grazie, la Canonica di S.Ambrogio a Milano. Il profilo è a sette arcate a tutto sesto in marmo bianco che poggiano su colonne dai raffinati capitelli in pietra scura e a motivi floreali. Originariamente la loggia si affacciava su un giardino pensile coltivato con essenze ricercate. Era questa la parte “femminile” del castello, la residenza riservata a Beatrice d’Este e alla sue dame. Doveva presentarsi riccamente decorata da affreschi eseguiti dallo stesso Bramante. Il giardino era noto come il “Giardino della Duchessa”. Sotto la quota del giardino erano interrate le cantine del castello. L’eliminazione del giardino con relativo sterramento è una conseguenza dei pesanti e spesso sconsiderati interventi eseguiti nel corso dell’Ottocento e finalizzati alla trasformazione del castello in caserma per l’esercito regio. La prima delle tre scuderie ducali che si sviluppano in successione, risulta essere in realtà quella più "giovane". Fu fatta edificare nel 1490 circa da Ludovico il Moro in sequenza continua con le due esistenti ed ex novo, come attesta una lapide posta sull’ingresso. E’ lunga 94 metri e larga 12. L'interno è tripartito da monolitiche colonne di serizzo. Secondo alcuni studiosi sarebbe servita da ispirazione per la stalla-modello disegnata da Leonardo da Vinci nel manoscritto B di Parigi. Più probabilmente si tratta del risultato del lavoro di maestranze lombarde certamente influenzate dallo stile del Brunelleschi di cui Leonardo si fece diffusore in Lombardia. La seconda scuderia fu realizzata nel 1473 da Galeazzo Maria Sforza. E’ a due piani. Il piano terra é a vani divisi in tre navate e campate con colonne in serizzo e le volte sono a crociera. L’impostazione rispecchia ancora lo stile gotico. Il piano terra viene utilizzata per mostre temporanee. Il piano superiore ospita il Museo Internazionale della calzatura. Sul lato posteriore si apre un cortile con tettoie e colonne anticamente adibito a mascalcia ove i cavalli venivano ferrati. La terza scuderia, infine, ubicata oltre il portone neogotico d'ingresso al castello da Corso Repubblica, è collegata all'edificio della Falconiera. Si presenta suddivisa in tre navate. L'esilità delle colonne e le proporzioni tra gli elementi portano a pensare ad una datazione anteriore rispetto alla Seconda Scuderia. E' sede del Museo Archeologico Nazionale della Lomellina, con ingresso libero. Ludovico il Moro fece affrescare le tre scuderie con decorazioni tipicamente bramantesche a disegni geometrici e finte architetture. La Cavallerizza è un maestoso edificio con una bellissima struttura a capriate in legno, che fu realizzato nel 1837 sull’area della distrutta Rocca Vecchia. Il progetto dell’ing. Ludovico Inverardi, commissario delegato del genio Militare, rispondeva all’esigenza di disporre di un maneggio coperto per i cavalli alloggiati in castello a partire dal 1811. Accanto alla attuale Cavallerizza, oggi ristrutturata e utilizzata per manifestazioni ed eventi, sorgeva un analogo edificio crollato negli anni Sessanta in seguito ad abbondanti nevicate. Al suo posto ora è stato realizzato un giardino pubblico. La “Strada coperta” è un manufatto unico in tutta l’architettura castellana europea e rappresenta una delle più formidabili opere di ingegneria militare medievale. Chiamata anche strada serrata o pensile, ha proporzioni gigantesche: è lunga 167 metri e larga 7.  Supera un dislivello di 10 metri tra il maschio del Castello e il luogo in cui un tempo sorgeva la Rocca Vecchia, fortilizio affacciato sulle campagna, al limite delle mura. Fu realizzata nel 1347 da Luchino Visconti per consentire ai signori di Milano di entrare e uscire dal castello senza essere visti dagli abitanti del borgo, e di fuggire in caso di pericoli incombenti. E’ una costruzione possente che é rimasta intatta nella sua colossale struttura: i militari vi fecero transitare pesantissimi cingolati fino alla metà degli anni '60 del secolo scorso senza alcun danno per la struttura. La sua realizzazione costò cara ai vigevanesi in quanto vennero abbattute diverse abitazioni dell’allora borgo. Le “Strade sotterranee” sono due imponenti e suggestive strutture di collegamento che, in successione, dalle immediate vicinanze di Piazza Ducale, conducono attraverso piani rialzati all’antico fossato del Maschio del Castello e alla spazio della Cavallerizza. Completamente percorribili grazie ad un recente restauro, si presentano divise in due sezioni di grandi dimensioni che ospitano nel corso dell’anno mostre ed eventi di richiamo. Il passaggio, specialmente del secondo tratto, consente di ammirare le stratificazioni storiche e funzionali: scuderia per cavalli a partire dal XVIII secolo, luogo di lavoro per le maestranze della corte ducale degli Sforza (è visibile il locale adibito a ghiacciaia). Alta ben 75 metri dal livello della piazza, la Torre del Bramante è l'attuale Torre Civica della città di Vigevano, di cui da sempre è il simbolo. L'origine della Torre, situata nel punto più alto della città (45°19'01.53"N, 8°51'24.90"E), presso il castello, risale al 1198 e fu terminata dal Bramante alla fine del XV secolo, mentre nel XVII secolo venne aggiunto il cupolino barocco "a cipolla" in sostituzione dell'originaria guglia conica. La Torre ha una forma originale che, nell'800, fu il modello per la torre del Filarete nel Castello Sforzesco di Milano; è costituita da sezioni che si restringono avvicinandosi alla cima. DaI terrazzi è possibile ammirare un'ottima visuale della Piazza Ducale, del castello e di tutta la città. La cella campanaria, inaccessibile al pubblico, ospita "il campanone", una grande campana seicentesca "fessa" per necessità. Infatti nell'Ottocento non esistevano i moderni sistemi elettronici per controllare le campane, e l'orologio della Torre, all'epoca meccanico, batteva ogni mezz'ora anche di notte. Pare che il suono del "campanone" fosse così forte, che gli abitanti delle case addossate al castello e alla Piazza fossero praticamente impossibilitati a prendere sonno. Così presentarono in Comune una petizione in cui si chiedeva di "zittire" il bronzeo disturbatore! Alla fine si raggiunse un compromesso: dalla campana, con precisione quasi chirurgica, venne asportato uno spicchio in modo da renderla fessa ed attutire il suono. Ed è così che ancora oggi la si può ascoltare battere i rintocchi ogni quarto d'ora. Altri link sul castello: http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/PV110-00023/, http://www.iatprolocovigevano.it/castello.html, http://www.castellidelducato.eu/struttura.php?id=25, video di “scoprendo” https://www.youtube.com/watch?v=P2A0D9ns3Is

Fonti: http://www.comune.vigevano.pv.it/turismo/cosa-visitare/il-castello, https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_Sforzesco_%28Vigevano%29 (da consultare per ulteriori approfondimenti…)

Foto: la prima da http://www.lombardiainrete.it/13/province/PV/vigevano/, la seconda è di Stefano Gusmeroli su http://www.milanofoto.it/services/aerial/

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