martedì 17 novembre 2015

Il castello di martedì 17 novembre






FORMICOLA (CE) - Palazzo Carafa

L'origine del nome deriva dall'ebraico fhor-michol (bollente ruscello), volendo indicare che nella zona c'era la presenza di fonti di acqua calda. Questa tesi è avvalorata dalla scoperta di fonti nella zona di Trebula. L'origine del territorio si aggira intorno al IX secolo, la zona più antica è Maiorano, che ancora oggi rappresenta la parte più antica del paese. Durante la dominazione angioina il feudo della baronia, fu assegnato a Frapane (Frangipane), un nobile del tempo, successivamente, nel 1306, a fu assegnata a Tommaso de Marzano, duca di Sessa. Testimonianza del loro dominio sono la torre merlata distrutta nel XVIII secolo ma ancora visibile a Pontelatone, dove se ne trova una gemella. Nel 1420 il nobile Cubello d'Antignano di Capua pose in essere un feudo, che successivamente nel 1445, passò ai signori della Ratta. Il 1º febbraio del 1465 fu affidato a Diomede I Carafa, che insieme alla sua dinastia, si fregiò del titolo di Principe di Colubrano. Questa famiglia rimase a capo del feudo fino all'abolizione di quest'ultimo ad opera di Giuseppe Bonaparte (1806), per disposizione imperiale. Diomede I Carafa fece edificare al centro del paese un magnifico palazzo con una torretta, sormontata da una colombaia ed un seggio, sulle cui finestre si esponevano le teste dei giustiziati. Il Palazzo Baronale fu ultimato nel 1467, su una struttura preesistente. Infatti, anche a Formicola la metodologia di insediamento adottata dai Carafa fu la stessa che per altre località: costruzione del palazzo, adeguamento del palazzotto già dei Marzano in seggio, adeguamento della chiesa di S. Maria della Pietà (poi del Ponte) in Cappella di famiglia. Ad ulteriore conferma della costruzione del palazzotto da parte dei Marzano è l’evidente differenza morfologica del palazzotto e del palazzo, realizzato invece dai Carafa: il primo ha una struttura “chiusa”, fortificata da un alto contrafforte, circondata da un fossato in cui scorreva un ruscello e su cui si apriva un ponte levatoio; il secondo presenta una struttura più “aperta” e moderna, con ampia corte interna, arcate e logge. Il palazzo tutt’oggi si fa carico della testimonianza del potere civile a lungo esercitato dai Carafa e, come altri palazzi dell’epoca presenti in quelli che furono i feudi di Maddaloni e Formicola, anche questo, per la consistenza e la collocazione urbanistica, si fa rappresentante di un episodio di grande importanza nel panorama delle espressioni meridionali nel periodo rinascimentale. L’intera struttura baronale dei Carafa è inserita in un’insula delimitata a nord da via Roma, a sud da via Diomede Carafa, dove fino ai primi decenni del ‘900 scorreva un ruscello, in quello che veniva chiamato Vallone della Storzella, e dove negli ultimi anni è sorta una villa comunale, ad est da via Morisani, ad ovest da via Santa Cristina. Al palazzo si accede attraverso un portale a tutto sesto e si perviene in un grande cortile quadrato, su cui si aprono un porticato e logge con archi a tutto sesto impostati su pilastri, dominato, a lato, da un ampio scalone voltato che porta al piano nobile dove un’ampia porta di pregevole fattura immette in un grande vano a copertura piana lignea. Da questo si passa in una serie di ambienti minori, in uno dei quali si conserva ancora una volta affrescata con un dipinto di scuola settecentesca. Completa la proprietà un giardino a livello di circa 1.400 mq con un pozzo e qualche albero da frutto. A quanto pare l'anno scorso il palazzo era in vendita, visto che sul web si trovano diversi annunci immobiliari che lo riguardano. Ecco un video (di www.immobiliare.it) con alcuni scorci della costruzione: https://www.youtube.com/watch?v=3xujV4bHVKM

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Formicola, http://www.rterradilavoro.altervista.org/articoli/11-02.pdf (di G. Stefania Catapane),

Foto: da http://www.communicationprogram.tv/alberoformicola.jpg e da http://www.rterradilavoro.altervista.org/articoli/11-02.pdf

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