domenica 13 marzo 2016

Il castello di domenica 13 marzo






TREVIGNANO ROMANO (RM) – Rocca Orsini

La Rocca dei Vico a Trevignano Romano è senza dubbio uno dei più romantici “manieri perduti” del Lazio. Le poche rovine del fortilizio, che dominano il borgo lacustre, si innalzano a mozziconi all'apice di un’irta collina basaltica, dalla forma vagamente somigliante a quella piramidale di Tolfa. Del resto qui, nel versante "viterbese" del Lago di Bracciano, non si è lontani dalle alture tolfetane, verso le quali i Colli Sabatini si protendono con lunghe propaggini boscose, dominate dalla mole del Monte Rocca Romana, mentre intorno all'abitato gli alberi si spingono sin quasi alle rive del lago, creando un felice contrasto fra il verde della vegetazione (di un caldo color marrone in inverno) e l'azzurro splendente delle acque specchiate nel cielo. Se le origini di un primitivo insediamento umano a Trevignano si perdono nella notte dei tempi (è noto, comunque, che fu città etrusca e romana, forse l'antica Trebonianum), l'ipotesi di una prima rocca a Trevignano è collocabile nell'Alto Medioevo, all'epoca delle invasioni barbariche. Fra il XII e il XIII secolo venne edificata per ordine del papa Innocenzo III, una vera e propria cittadella fortificata (il Castra Trivingiani), di grande peso strategico e militare nell'ambito della difesa di Roma e della sede papale. Tenuta all'inizio da signorotti locali, alla metà del Duecento il castrum veniva acquistato dalla famiglia dei Prefetti di Vico, che allora esercitava una notevole influenza su tutta l'area del Lago Sabatino e dei Monti della Tolfa, e ciò nonostante le reticenze di papa Innocenzo III, preoccupato per il crescente potere di quel casato. Divenuta poi feudo degli Orsini, la Rocca di Trevignano venne ingrandita. Erano tre le cinte murarie che difendevano il castello ed il borgo, tagliando il pendio dalla cima del rilievo su cui sorge la rocca sino alle sponde del lago. Sul lato nord la fortezza era difesa da un fossato che la separava dall'altipiano antistante, unico punto facile per raggiungere la rocca. Vi era poi una torre alta trenta metri. Verso la fine del Trecento ritornò in modo torbido e violento ai Vico, che approfittarono del caos della cattività avignonese. Il castello venne distrutto nel 1496 da Giovanni Borgia, fratello di Cesare Borgia, nel corso della guerra scatenata contro gli Orsini da Papa Alessandro VI Borgia, che peraltro non riuscì a impossessarsi del castello di Bracciano, che costituiva la maggiore fortezza della famiglia sul bacino. Alcuni edifici che erano originariamente all’interno della cinta difensiva sono stati riutilizzati nei secoli ed oggi fanno parte del borgo di Trevignano. Le distruzioni arrecate, come già detto, dai soldati del Borgia, l'incuria cui è stata per secoli lasciata, l'offesa delle intemperie e alcune piccole scosse telluriche, hanno ridotto oggi questa poderosa fortezza ad un cumulo di rovine. Recentemente il territorio circostante è stato riassestato e oggi è possibile accedere ai ruderi attraverso un sentiero. Oggi la rocca è un'attrattiva molto apprezzata dai turisti, che sempre più numerosi scelgono Trevignano come meta di vacanze. Sotto il profilo architettonico c'è in realtà poco da dire, avendo fra l'altro la fortificazione mantenuto una funzione schiettamente militare: si riconosce però un ambiente interno, suddiviso a sua volta in vani e racchiuso da un perimetro di mura, ed una specie di arco squarciato che dovette essere uno degli accessi all'edificio. Dal punto di vista meramente paesaggistico, invece, il luogo è semplicemente meraviglioso e permette allo sguardo di spaziare su tutto il Lago di Bracciano, sul quale i cui colori e le luci creano effetti sempre cangianti al mutar delle ore e delle stagioni; bello anche il colpo d'occhio sui tetti del borgo e sulle colline circostanti. Qui potete visitare virtualmente il monumento: http://www.italiavirtualtour.it/dettaglio.php?id=928



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