mercoledì 31 agosto 2016

Il castello di mercoledì 31 agosto






VALDIDENTRO (SO) - Torri di Fraele

Il paese in origine si è sviluppato grazie all'economia agricolo-pastorale ed ai commerci che transitavano tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia con l'Impero tedesco. Numerosi sono i reperti storici che testimoniano il passato di questa area geografica: la chiesa di Pedenosso che sorge sulla roccia come segno di fortificazione, la chiesa San Gallo nella frazione Premadio e le Torri di Fraele che segnano il confine tra la Valdidentro e la Val San Giacomo. Esse sono due e sono poste tra il Monte delle Scale (2521 m s.l.m.) ad est e la Cima Plator ( 2910 m s.l.m.) ad ovest. Le antiche Torri di Fraele (1930 m.) erano uno dei punti di forza del sistema di fortificazioni che doveva proteggere l’allora Contado dalle frequenti invasioni. Erano a quel tempo il più avanzato avamposto delle difese bormine ed erano costantemente presidiate da guardie che si occupavano anche della sicurezza dei viandanti che attraversavano la Via Imperiale d’Alemagna. Dalla loro vetta venivano infatti lanciati i segnali di fumo nel caso fossero stati avvistati dei possibili pericoli. Le torri, a pianta quadrata, vennero costruite nel 1391, nel pieno del periodo visconteo anche se è legittimo ritenere che possano essere state ricostruite più volte nel corso dei secoli sovrapponendosi alle opere che già anticamente proteggevano il valico. Nel 1481 vennero fortificate e rinforzate ad opera del Duca di Milano ma vennero successivamente distrutte dai grigioni nel 1513 in occasione della loro invasione di Bormio. Rimangono ora visibili solo i ruderi di quelle Torri che erano le sentinelle a protezione del Passo di Fraele (o Passo delle Scale). Tale nome deriva dalle traversine di legno che, utilizzate come gradini, venivano appoggiate sullo scosceso roccione sottostante le torri per facilitare il passaggio e, in caso di necessità, rimosse facilmente al fine di renderlo non più percorribile. La torre occidentale, altra tredici metri, è la più ben conservata; i muri alla base sono spessi più di un metro e sono costituti da pietre ben squadrate sugli spigoli e meno regolari sui fronti. Nei muri sono visibili delle piccole aperture che ne consentivano l'illuminazione, l'accesso era consentito da un'apertura al primo piano, mentre ora avviene attraverso un'apertura ricavata al piano terra che immette in un locale con camino. I piani superiori sono raggiungibili attraverso una scalinata in legno di recente costruzione. La seconda torre, ad oriente, presenta anch'essa una pianta quadrata e muri spessi, appare tuttavia mancante in molte delle sue parti. Entrambe le torri, grazie ai contributi della Legge Valtellina, sono state recentemente ristrutturate e sono raggiungibili da Premadio (5,5 Km. da Bormio) risalendo i versanti del Monte della Scale e addentrandosi tra i boschi del Parco Nazionale dello Stelvio. Si narra che durante il dominio degli Sforza, forte dei privilegi acquisiti, l’allora podestà Cisermundo, si permise di oltraggiare l’ambasciatore inviato dalle Tre Leghe Grigione per reclamare diritti sul Contado bormiese. Le Torri di Fraele furono il teatro dello scontro decisivo tra le truppe bormine e quelle degli invasori. Un esercito proveniente da Coira (Lega Caddea, o della Casa di Dio) e dalla lega delle Dieci Diritture, in tutto sei o settemila fanti, con 400 cavalli ed una schiera di donne al seguito, scendendo dalla Valdidentro, si presentò, il 27 febbraio, alle porte di Bormio. Al loro comando Giovanni Loher, Ermanno Capaul e Nicola Buol. A quel tempo da circa un secolo e mezzo la Valtellina era sottoposta alla signoria dei Duchi di Milano, i Visconti prima, gli Sforza dalla metà del Quattrocento. Narra, però, la leggenda che la presa di Bormio non fu per i Grigioni questione facile. Strenua fu la difesa dei Bormini ma non sufficiente ad impedire l’ingresso in paese dei Grigioni. In un misto di storia e leggenda la cruenta battaglia provocò un gran numero di caduti, tanto da far guadagnare al dirupo sottostante l’appellativo di “Burrone dei morti”.

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Valdidentro, http://www.bormio3.it/cancano-valle-fraele/torri-di-fraele.php, http://www.paesidivaltellina.it/valfraele/index.htm#fraele, http://www.waltellina.com/valtellina_valchiavenna/dalla_storia/torri_di_fraele/torri_di_fraele.html

Foto: la prima è di goribau, presa da http://mapio.net/pic/p-12136445/, mentre la seconda è di Maurizio Giove su http://www.panoramio.com/photo/34244398

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