venerdì 21 ottobre 2016

Il castello di venerdì 21 ottobre






ROCCASTRADA (GR) - Castello di Roccatederighi

Roccatederighi è un borgo-castello di circa 800 abitanti, uno dei siti medioevali più interessanti della Maremma: a 538 m sul livello del mare, nascosto tra le enormi pietre di riolite, chiamati "i massi", si staglia il suo profilo di torri e tetti, perfettamente integrato con la natura circostante. Si entra nell’antico borgo attraverso una porta ad arco tondo, che si apre tra massi e mura, che porta nel dedalo di vicoli, arcate e scalinate. Qui si resta stupiti da come le rocce di trachite siano state utilizzate dalle abitazioni come fondazioni o come baluardi difensivi. Arrivati in "piazzetta Senesi", si incontrano la torre dell’orologio e i resti del cassero. Nella direzione opposta si giunge alla chiesa di San Martino che si trova su uno sperone roccioso situato dove aveva sede il primitivo castello. Proseguendo fino sulla sommità dei massi si rimane incantati dalla vista che spazia su tutta la pianura grossetana fino ad arrivare al mare e alle isole dell’arcipelago toscano. Si consiglia di dare uno sguardo anche al "Tufolino" con la sua scalinata e alle case scavate nella roccia. Roccatederighi è l’antica Rocca Nossina citata in un documento del 29 agosto 1110 in cui compare un Rinaldo di Tederigo. Il nome di Roccatederighi, a partire dal 1239, sarebbe poi derivato dalla  famiglia dominante dei Tederigi. Nel 1294 i signori della Rocca iniziarono a vendere al Comune di Siena le loro quote di possedimenti e diritti su questo castello; l’ultima vendita risulta conclusa nel 1323, quando Tora di Bolgaruccio moglie di Boccio d’Inghiramo, conte di Biserno, vendette la residua parte del castello comprese le miniere. Nella prima metà del 1300 Roccatederighi apparteneva completamente a Siena che poi la donò nel 1369 alla famiglia Salimbeni. Qui Niccolò Salimbeni individuò il suo quartier generale giudicandola in posizione ideale al controllo della Val di Merse. Il dominio dei Salimbeni durò fino alla loro caduta, nel 1404, quando i rappresentanti del Comune della Rocca conclusero un patto di sottomissione a Siena che li liberava definitivamente dai Salimbeni. Espressione della ritrovata libertà fu poi la redazione del primo Statuto, nel 1406,  riformato e migliorato nel 1452. Il Palio storico dei ciuchi, tradizione ancora in auge e seguita ogni anno da migliaia di persone, fa riferimento a questo evento: la ritrovata libertà e l’approvazione dello Statuto, come segno per la comunità di partecipazione collettiva e autonomia nella gestione della cosa pubblica, del proprio territorio e delle proprie risorse. Autonomia che ovviamente aveva come limite la soggezione alla città dominante di Siena, a cui spettava, oltre che l’amministrazione della giustizia, la riscossione delle tasse, i censi, dettare alleanze politiche e militari Roccatederighi restò sotto Siena fino alla caduta della sua Repubblica, nel 1554. Per la cronaca durante la campagna militare del 1553 le armate del marchese di Maragliano distrussero completamente Roccatederighi lasciando giungere fino ai nostri giorni solo la porta di ingresso. Nel 1618 Cosimo II dei Medici la costituì in feudo, investendo Giovan Cristofano Malaspina di Mulazzo con il titolo di Marchese, analogamente al vicino castello di Montemassi. Successivamente i Malaspina vendettero il feudo a Giovan Domenico Cambiaso di Genova. Con le riforme leopoldine Il Granduca impose a tutti i feudatari il pagamento di una provvigione annua di mille lire. Il Marchese Cambiaso decise quindi di rinunciare al diritto feudale sulla Rocca. Con gli sconvolgimenti napoleonici, Sua Maestà la Regina Reggente Maria Luisa concesse di nuovo in feudo i castelli di Roccatederighi e Montemassi a Vincenzo Salucci di Livorno come attestato della riconoscenza per i servizi da lui resi a Lodovico I. Del primitivo castello non restano tracce, mentre oggi sono ancora visibili gli scarsi resti del cassero situati presso la torre dell'Orologio, ricostruita nel 1911, e diversi particolari decorativi e architettonici che sono sparsi un po' dappertutto. E' ancora parzialmente individuabile anche l'andamento delle antiche mura nel giro delle case che seguono il perimetro dello sperone roccioso.

Fonti: http://www.roccatederighi.info/roccatederighi.php, http://www.roccatederighi.it/page/3/roccatederighi-paese-nella-maremma-toscana-storia, http://www.castellitoscani.com/italian/roccatederighi.htm

Foto: la prima è una cartolina trovata sul sito www.delcampe.net, mentre la seconda è presa da http://www.fortezze.it/roccatederighi_it.html

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