venerdì 28 ottobre 2016

Il castello di venerdì 28 ottobre






CASTELLETTO SOPRA TICINO (NO) - Castello Torriani-Visconti

Nel Medioevo, in un atto notarile del 1145, apparve per la prima volta il nome di Castelletto, legato chiaramente al castello, appartenuto prima alla signoria dei Torriani e donato come feudo il 6 agosto 1329 dall'imperatore Ludovico il Bavaro ad Ottorino Visconti, i cui discendenti lo abitano tuttora. Pur essendo stato adattato alle nuove esigenze abitative, conserva ancora l'imponente torrione originale quadrato, a blocchi di pietra, testimone di plurime vicende storiche. Nel 1332 Giovanni Visconti, divenuto vescovo di Novara, incluse l'ampio territorio nel Ducato di Milano. A questo periodo storico risale la concessione imperiale delle peschiere, fissate prevalentemente nell'alveo del Ticino. Le più antiche erano quelle di Sambrasca, Novelliola e Piana situate prima dell'ansa del Motto del Castello. Al 1340 risalgono gli Statuti di Castelletto, insieme di leggi che governarono la vita del borgo, trascritti da Simone Gafforio, che testimoniano il prestigio di questo Comune. Lo si vede, infatti, dominare in quell'epoca il traffico mercantile tra i Cantoni transalpini, Milano, Pavia, Venezia coi suoi abili navaroli e paroni alla guida di burchielli, che scendevano le acque del Ticino e lo risalivano contro corrente dall'alzaia, al traino di coppie di cavalli. Tra gli edifici ecclesiastici che segnalano il diffondersi della religiosità si ricordano la Chiesa di Santa Maria d'Egro, ricostruita in età barocca, la chiesetta di Sant'Anna all'interno ancora decorata da affreschi e l'oratorio di Sant'Ippolito di Glisente con affreschi dei secoli XV e XVI. Incisiva fu la presenza del vescovo Carlo Bascapè, giunto a Novara nel 1593, sostenitore dei principi emanati dal Concilio di Trento. La sua fermezza nell'organizzazione e nel controllo della diocesi diede impulso ad una più profonda religiosità e favorì la fondazione delle Confraternite. Qui si costituirono quelle del S.S. Sacramento, del Rosario e del Suffragio. Seguirono gradualmente la ricostruzione della Chiesa di Santa Maria d'Egro, l'erezione dell'annessa Cappella Ossario, della nuova chiesa parrocchiale di Sant'Antonio Abate e dell'oratorio di San Carlo. Dopo il Trattato di Aquisgrana (1748) il possesso del centro di Castelletto passò ai Savoia. L'armistizio di Cherasco del 1796, a seguito delle vittorie napoleoniche sulle truppe sabaude, segnò l'occupazione del territorio da parte dei francesi. Inserito nella Repubblica Cisalpina, fu interessato all'apertura della nuova arteria del Sempione, inaugurata nel 1805. Per l’edificazione della fortezza di Castelletto Sopra Ticino fu scelta una posizione strategica in vicinanza del fiume, su un poggio digradante verso lo stesso. Verosimilmente venne inizialmente eretta una torre che controllava l’attraversamento del Ticino; anche sull’altra sponda, quella lombarda nel comune di Sesto Calende, era presente una fortificazione e la località era detta Torre. Una indicazione relativa alla possibile esistenza di una fortificazione viene fornita dallo storico locale don Giuseppe Arista (1663-1725) che così afferma: Castelletto [...] che si dice sopra Tesino [...] trasse l’origine sua dal picciolo Castello, posto di guardia al magnifico Ponte fabricato da Beloveso primo Re de Galli Cisalpini. Già posseduto dai da Castello, passò in seguito ai milanesi della Torre o Torriani. Nel 1275 i Visconti cercarono di impossessarsi del maniero, ottenendo il riconoscimento ufficiale solo nel 1329 quando l’imperatore Lodovico il Bavaro, in un diploma emesso a Pavia il 6 agosto, ne concesse il possesso a Ottorino Visconti, figlio di Uberto detto il Picco. Il sovrano si limitò a confermare ciò che Ottorino già amministrava, cioè […] il possesso del mero e misto imperio, della giurisdizione semplice e del castello e della terra di Castelletto, nonché dei pedaggi, dei dazi sulle merci e del diritto di pesca sul Ticino entro i confini del territorio. Nel 1358, per ordine del duca di Milano Gian Galeazzo Visconti, fu disposta la demolizione di alcune fortificazioni del novarese; tra di esse, secondo l’Arista, anche quella castellettese. Il castello ed il territorio comunale furono in seguito posseduti da Uberto che fece legittimare i figli Ermes e Lancillotto Visconti. Questi ultimi decisero di risiedere entrambi nel maniero e risolsero di dividerlo estraendo a sorte le due parti. Ancora oggi è presente un alto muro che divide il cortile interno: al primo spettò la parte settentrionale, al secondo quella meridionale. Di comune pertinenza rimanevano invece alcuni edifici esterni, quali la stalla, il fienile, l’orto e il terreno circostante. Entrambi gli eredi ebbero una numerosa discendenza, gran parte della quale si stabilì nel maniero castellettese. Per questo motivo vennero apportate numerose modifiche alla struttura esistente e realizzati nuovi locali in prossimità di quelli già presenti. Ermes nel 1413 fu nominato barone di Ornavasso, mentre nel 1464 un figlio di Lancillotto, Alberto, a titolo d’onore per i servigi resi al re Ferdinando d’Aragona, venne adottato da questi con il diritto di fregiarsi del cognome e dello stemma reale. Da Alberto, quindi, discese il ramo dei Visconti d’Aragona, con i Visconti d’Ornavasso consignori di Castelletto. Le due famiglie Visconti mantennero congiuntamente la proprietà del castello fino al 1896 quando si estinse il ramo d’Aragona con il marchese Alberto; l’altro casato ebbe invece a terminare con l’ultima discendente, baronessa Maria Teresa Visconti d’Ornavasso sposata a un conte Perrone di San Martino. Il maniero di Castelletto Sopra Ticino ha mantenuto l’antica struttura a pianta vagamente quadrangolare con quattro torri fortificate verso gli angoli: due di queste sono oggi inglobate nella facciata principale, mentre le altre, verso il fiume, nella parte del rustico, sono mozze e mutate nelle loro strutture. La torre più antica, che svolse funzioni di guardia, è quella situata a sud-est nel punto più prossimo al fiume. Oggi risulta mozza ed è databile all’XI-XII secolo. Ha pianta quadrata con possenti muri di ciottoli, rinforzati agli spigoli da conci in pietra; attualmente è coperta da un tetto a quattro falde con manto in coppi. Nel corso del XVI sec. l’edificio prese a trasformarsi in residenza secondo le necessità dei rispettivi proprietari. Buona parte del castello venne impiegata come abitazione, comprese le torri nord-ovest e sud-ovest; quella di sud-est e la parte orientale, invece, servirono per gli usi agricoli. La parte che ha subito più trasformazioni si identifica con l’ala occidentale. La torre nord-ovest, la cui ultima ristrutturazione è avvenuta nell’Ottocento, era coronata da una merlatura, oggi trasformata in altana, su cui venne realizzata una copertura a quattro spioventi. Sulla facciata principale è ancora visibile lo stemma dei Visconti d’Ornavasso, in pietra bianca d’Angera, mentre rimangono scolpiti sui pilastri del cancello d’ingresso i rispettivi stemmi nobiliari: quello del ramo dei Visconti d’Ornavasso e quello dei Visconti d’Aragona. Un ampio parco piantumato circonda l’intero edificio.
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Castelletto_sopra_Ticino, testo di Stefano Della Sala su http://www.100castellinovara.it/castle?filter=Y2FzdGVsbGV0dG9fc29wcmFfdGljaW5v
Foto: la prima è presa da http://www.ariarona.it/img/Castello%20Castelletto.jpg, la seconda è di Marco Ferrari su http://www.panoramio.com/photo/100031738

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