sabato 3 dicembre 2016

Il castello di sabato 3 dicembre






PIEDIMONTE MATESE (CE) – Castello Ducale

Appare citata soltanto nel 1168 come possesso di Novellone di Bussono. Federico II la concesse in feudo a Landolfo d’Aquino, che nel 1229 vi resistette vittoriosamente all'assedio del cardinale Pelagio, comandante delle truppe pontificie. Passata ai Della Leonessa nel XIV secolo, nel 1383 fu ceduta definitivamente ai Gaetani d’Aragona. Nel Quattrocento, il piccolo borgo di Piedimonte crebbe e vi vennero fondate nuove chiese. Assediata e conquistata dal cardinale Vitelleschi per conto del papa Eugenio IV nel 1437, fu nuovamente assediata dalle truppe del re di Napoli durante la congiura dei baroni e nel 1504 fu invasa e saccheggiata dagli spagnoli. In seguito prese a svilupparsi rapidamente come centro commerciale e manifatturiero (tessuti di lana e cotone). Fu così eretta a principato nel 1715, confermata in feudo ai Gaetani d'Aragona e nel 1730 ottenne il titolo di città dall'imperatore Carlo VI. Assediata e saccheggiata nuovamente dai francesi nel 1799, nel 1860 subì persecuzioni da parte dei Borboni, tornati in città dopo la proclamazione della caduta del Regno di Napoli. Il palazzo ducale dei Gaetani d’Aragona, rifatto agli inizi del secolo XVIII, conserva della precedente costruzione alcune finestre ogivali, un portale del Seicento, uno del secolo XV in stile durazzesco e stucchi e dipinti del secolo XVII. La storica dimora, che affaccia sul campanile della chiesa di San Tommaso d'Aquino (detta anche di San Domenico) e su quella del San Salvatore, è un immobile di indiscusso valore architettonico. All'interno, il Cortile delle Aquile, con la bella fontana in travertino, divide diagonalmente i due rami del palazzo, di proprietà, appunto della Provincia e di un ramo della famiglia Gaetani. Sul cortile si apre il porticato cinquecentesco, dal quale si accede agli appartamenti ancora visitabili e solo in rare occasioni aperti al pubblico per concerti o eventi d'arte. L’edificio sorse dove prima insisteva un antico nucleo fortilizio del 1000, uno dei primi e dei più importanti, in un luogo strategico e panoramico. Una strada in salita conduce alla piazzetta in pietra dove si apre il portale in stile durazzesco. La via che ci conduce all'interno percorre delle scalette, ricavate da un vecchio passaggio del castello. Salendo, si possono vedere i resti dell'antico teatro di corte, ricoperto negli anni cinquanta. Il palazzo conserva fiero le sue rughe che lo rendono suggestivo e autentico. Lo spazio interno è suddiviso in vari ambienti, ognuno caratterizzato da elementi originali. Particolare il soffitto a cassettoni della sala pompeiana, decorati con allegri girasoli. Per chi ama i grisailes, c'è poi la sala grigia, dove figure femminili in rilievo movimentano le pareti. Nella sala degli amorini allegri festoni si alternano a puttini, mentre più in alto fanno sorridere le smorfie dei grotteschi volti in stile Vasari. Il camino conserva tuttora l'antico bracere intorno al quale è facile immaginare donne antiche, la sera, riscaldarsi tra chiacchiere e ricami. In questa stanza si apre un piccolo spazio arredato da un armadio del 700 il cui interno riserva una sorpresa, un piccolo altare. Un recente studio iconografico ad opera di Anna Barbiero ha permesso di individuare gli artisti che hanno lavorato alle decorazioni del palazzo nelle diverse epoche, quali Franceso Solimena, che replicò per donna Aurora Sanseverino “L’Aurora” dipinta per l’elettore di Magonza, Nicola Maria Rossi che lavorò a Vienna e per il conte Harrach, Bernardo De Dominici che fu nominato pittore di corte. Il cortile interno, calmo e raccolto, è decorato da una fontana centrale e circondato da arcate. Pochi mesi fa è nato un Comitato civico per iniziare una serie di azioni concrete volte al recupero del Palazzo Ducale Gaetani d’Aragona di Piedimonte Matese. L’iniziativa è nata dal crescente bisogno, da parte dei cittadini piedimontesi, di riappropriarsi di un luogo lasciato da troppo tempo in uno stato di completo e vergognoso abbandono. E così, nel mese di febbraio 2016, è partita la prima petizione popolare per chiedere alla Provincia di Caserta, proprietaria da 15 anni del cosiddetto “piano nobile” della dimora, circa la mancata spesa di 2.500.000 euro in favore del restauro conservativo e della messa in sicurezza del Palazzo. Infatti, dopo il terremoto del 2013, fu siglato un protocollo d’intesa fra Regione Campania e Provincia di Caserta, e quest’ultima avrebbe dovuto avviare la gara d’appalto per i lavori e rendicontare le spese entro il 31 dicembre 2015. Ma ciò non è avvenuto e molto probabilmente quei soldi sono andati persi. Per questo motivo, il Comitato ha inviato diverse richieste di chiarimenti all’Ente, ma ad oggi non si è ricevuta alcuna risposta. Nel frattempo, la delegazione cittadina si è data da fare e ha colto l’occasione di sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica, aderendo alla campagna promossa dal FAI “I luoghi del cuore”. In questo modo, tutti hanno potuto dare il proprio contributo votando Palazzo Ducale, fino allo scorso novembre, direttamente sul sito FAI o firmando i moduli cartacei. Per approfondimenti suggerisco questi due link: http://asmvpiedimonte.altervista.org/Palazzo_ducale_Piedimonte/Palazzo_ducale_indice_studi.htm e http://www.rterradilavoro.altervista.org/articoli/08-04.pdf. In questo video di Umberto Cimorelli si possono apprendere molte informazioni sul Palazzo: https://www.youtube.com/watch?v=1VBKEGdmTeM

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Piedimonte_Matese, http://iluoghidelcuore.it/luoghi/14779, http://www.bancacapasso.it/la-nostra-terra/i-paesi/piedimonte-matese/il-palazzo-ducale/, testo di Annabella Ciardiello su http://www.clarusonline.it/2016/07/05/piedimonte-matese-palazzo-ducale-tra-i-luoghi-del-cuore-del-fai-ce-tempo-fino-a-novembre-per-votare/,

Foto: la prima è di Michele Menditto su http://www.bancacapasso.it/la-nostra-terra/i-paesi/piedimonte-matese/il-palazzo-ducale/, la seconda è presa da https://altocasertano.wordpress.com/2010/04/21/piedimonte-matesece-il-palazzo-ducale-abbandonato-al-degrado-e-senza-futuro/


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