sabato 11 febbraio 2017

Il castello di domenica 12 febbraio






ORCIANO DI PESARO (PU) – Torre Malatesta


La torre, grazie ai suoi 45 metri di altezza, caratterizza la fisionomia dell'abitato di Orciano. Si tratta di un monumento eretto, secondo le varie testimonianze pervenute da documenti scritti dall'Amiani, dallo Scipioni e dal Betti, sotto il periodo del potere dei Malatesta; pertanto la sua fondazione è da collocarsi nel basso medioevo. Le fonti riportano che i cittadini orcianesi, insieme con i popoli delle terre limitrofe governate dai sette capitani nominati da Galeotto Malatesta, insorsero in una ribellione contro lo stesso Galeotto e la sua folle politica di richiesta monetaria forzosa per il finanziamento bellico. La sommossa popolare sfociò nella cacciata dei capitani malatestiani e quelle stesse terre dovettero pagare delle dure conseguenze per l'insubordinazione dimostrata, subirono saccheggi e distruzioni da parte delle truppe malatestiane. Galeotto, per poter controllare i capi di rivolta e i moti surrettizi, nel 1348 fece costruire a Orciano un'alta torre che potesse fungere da vedetta sui territori limitrofi. Pertanto, in virtù di diverse fonti appartenenti ai secoli successivi al periodo malatestiano, ancor'oggi si ritiene che l'origine della torre sia da attribuire all'opera di Galeotto Malatesta, sebbene non siano stati trovati documenti malatestiani che attestino ciò o scritti coevi, relativi all'epoca malatestiana. Se da una parte si hanno notizie chiare sull'origine, ma non certe in via assoluta, non si può dire la stessa cosa sulla storia successiva della torre, le cui vicissitudini risultano non molto nitide, in quanto le versioni pervenuteci dagli scritti dello Scipioni, del Betti, del Serra, dell'Antaldi e del Bonamini si presentano talora in contrasto tra loro. Più recentemente Gianni Volpe, in una sua opera, ha provato a tracciare una linea comune tra le posizioni emerse, come di seguito. Come citano lo Scipioni e il Serra, nell'anno 1492 l'architetto fiorentino Baccio Pontelli ebbe l'incarico della costruzione della Chiesa di Santa Maria Novella e con ardito inglobò la nuova architettura ecclesiastica nella preesistente torre malatestiana, che ne fa ancora da fusto e ne rappresenta l'angolo posteriore sinistro della chiesa; in quest'opera di trasformazione, scrive lo Scipioni, la torre "venne a nuova foggia disposta" e acquisì un carattere esteriore rinascimentale, descritto con precisione e accuratezza dal Serra: « È a pianta cubica ampia, di m. 4,60x6,10, e al pari della chiesa è costruita in laterizio. Quasi a metà del fusto, sopra un cornicione in arenaria profilato nei modi proprii dell'ordine toscano s'apre in ciascuna faccia una bifora con le sezioni d'arco sovrastate da un occhio; al disopra gira una trabeazione, quindi, la pianta si cambia in ottagono con quattro luci alterne a nicchiette appena scavate formando tamburo di base alla cupola con lanternino. La costruzione rivela la mano di un grande architetto perché la solidità vi si sposa alla pienezza grandiosa delle forme, ad una ricchezza agile e viva di risorse. È questa la più bella torre campanaria elevata nella Marca durante il Rinascimento, quella più vivamente improntata di personalità. Si colgono nelle bifore rapporti con S.Aurea di Ostia, in modo da non escludere l'attribuzione al Pontelli. »

(Luigi Serra, L'arte nelle Marche. Il periodo del rinascimento, 1934)
Continuando nella storia della torre, il Betti, il Bonamini e l'Antaldi citano in maniera indipendente un nuovo intervento, successivo di qualche decennio rispetto a quello del Pontelli, del XVI secolo, da parte dell'ingegnere Filippo Terzi (su commissione del conte Bonarelli allora feudatario di Orciano) prima che questo si trasferisse a lavorare alle dipendenze del re di Portogallo. Il Betti parla di un'opera restaurativa mentre l'Antaldi e il Bonamini (quest'ultimo per informazioni ottenute da Cosimo Betti, nonno di Salvatore) sembrano non accennare a un restauro, quanto invece a una quasi nuova costruzione. Secondo l'esposizione riassuntiva di Gianni Volpe il successivo intervento restaurativo del cav. Terzi sarebbe da intendere come la riformulazione della parte sommitale della torre (si rimanda alla descrizione del Serra) che il Volpe definisce "chiaramente successiva" all'epoca del Pontelli. L'Antaldi e altri forniscono inoltre più volte un riferimento alla fonte «mss. [manoscritti] Bartoli in Rovigo», che potrebbe descrivere le fasi storiche costruttive dell'intera torre ma che attualmente risulta introvabile.Al Terzi si deve dunque l'ultimo ordine della torre di forma ottagonale con monofore alternate a nicchie, un elegante parapetto in pietra bianca e la cupola arricchita dal caratteristico lanternino.  Nel 1995 sono stati eseguiti lavori di restauro e consolidamento che hanno strappato la torre ad un lento degrado. Ecco un video dulla torre (di Mang P): https://www.youtube.com/watch?v=Gu2U_Yp1YrI


Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Torre_Malatestiana, http://www.lavalledelmetauro.it/contenuti/beni-storici-artistici/scheda/8193.html,

Foto: la prima è di Aldadian su https://it.wikipedia.org/wiki/File:Torre_Senza_Erba.jpg, la seconda è presa da http://www.culturaitalia.it/viewItem.jsp?language=it&case=&id=oai%3Asirpac.cultura.marche.it%3A84817




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