giovedì 2 febbraio 2017

Il castello di giovedì 2 febbraio






MONDAVIO (PU) - Rocca dei Della Rovere

Rappresenta una delle più importanti ed interessanti testimonianze dell'attività progettuale in campo militare di Francesco di Giorgio Martini nelle Marche. Venne costruita per commissione di Giovanni della Rovere (signore di Senigallia, del Vicariato di Mondavio e genero di Federico di Montefeltro), insieme ad altre rocche del ducato (Cagli, Cantiano, Fossombrone, Frontone, Sassocorvaro, Pergola, Mondolfo), e risale con ogni probabilità alla fase più tarda dell'attività dell'architetto senese, probabilmente al decennio 1482-1492. Attorno al cassero malatestiano del '300 il Martini ideò, ampliandola notevolmente, la nuova fortificazione, composta da un "mastio" di 5 piani e da un "torrione" semicircolare. Il primo era accessibile solo dopo aver superato una serie di difese passive: il fossato, le alte mura, i ponti levatoi a monte e a valle, poggianti su rivellini, la porta sotto il torrione, il torrioncino-avamposto sulla rampa e il ponte levatoio all'entrata del mastio. Tre piani sono attrezzati con postazioni di artiglieria e feritoie: al piano terra per il tiro radente, al terzo per il tiro a mezza altezza e al quinto, merlato, per il tiro lungo e controllo a vista del territorio. La costruzione rimase incompiuta per il ritorno dell'architetto Francesco di Giorgio Martini nella natia Siena e per la successiva concomitante morte sia del committente Giovanni della Rovere sia dell'architetto (1501). Nel 1631, alla morte dell'ultimo duca di Urbino (Francesco Maria II della Rovere), il ducato ritornò a far parte dello Stato della Chiesa e la rocca di Mondavio non avendo più scopi difensivi venne trasformata in carcere pontificio. Tale utilizzo continuò anche dopo l'unità d'Italia fino agli anni quaranta del XX secolo. A differenza di molte altre rocche del Martini, la rocca di Mondavio è giunta fino ai nostri giorni in ottimo stato di conservazione (sebbene più volte ristrutturata), non avendo mai subito attacchi o assedi. La maestosa fortezza si presenta come una vera e propria macchina da guerra, in cui ogni forma e struttura è stata studiata per resistere agli attacchi sferrati con le armi dell'epoca: sia con le armi a getto (catapulte, trabucchi) sia con le armi da fuoco, che cominciavano a diffondersi in quegli anni. La presenza del mastio domina l'intera struttura sia per le sue dimensioni che per la particolare forma. La sua forma è ottagonale a larga base con pareti esterne trapezoidali inclinate che si elevano elicoidalmente per sfuggire all'impatto dei proiettili; nella parte alta sporgono a strapiombo, sorrette da beccatelli, per terminare nei merli del quinto piano. Al mastio si allaccia un camminamento, protetto da un torrioncino, che porta ad una massiccia torre semi-circolare, unita con un ponte a due rivellini d'ingresso (uno di questi è ancora visibile). Il camminamento e la torre semi-circolare formano se visti dall'alto la figura di una balestra. Tale stravaganza architettonica può essere considerata la firma stessa di Francesco di Giorgio Martini. Dal rilievo che raffigura la Rocca Roveresca in sezione, risulta che i resti d'una torre medioevale sono stati inglobati dalla nuova costruzione. Il Martini intervenne modificando il percorso primitivo del camminamento (come testimoniano i tre archi visibili all'ingresso), facendolo deviare verso il ricetto esterno adattandolo per la difesa della fortificazione; egli attua un nuovo camminamento tra il torrione e il mastio, tutt'oggi esistente. Il Martini ha ideato un sistema difensivo, a guardia del centro storico, integrando la fortificazione preesistente, ampliandola e adattandola, affinchè risultasse adeguata al suo progetto. La rocca, nel suo complesso, era in grado di attuare una difesa progressiva e l'eventuale offesa a discapito di una torre o di una postazione trovava risposta in una immediata capacità difensiva, attuata dall'insieme delle controffese. Per soddisfare le esigenze difensive, ogni elemento era collocato al posto più conveniente, in modo che la difesa risultasse efficace dal particolare al generale. La complessità dell'intera fortificazione si sarebbe ulteriormente accresciuta se fosse stato edificato, come riportato nei Trattati dell'architetto, un'ulteriore torrione rotondeggiante, previsto sul versante occidentale e mai realizzato. Tale torrione avrebbe compreso le stanze da utilizzare come abitazione, non presenti all'interno della rocca. Gli ambienti interni corrispondono in gran parte alle strutture originarie. Attualmente tali spazi sono destinati a spazi espositivi e museali, tra cui un'importante armeria (collezione di armature, artiglierie e strumenti di uso militare). Il museo di rievocazione storica, ricostruzione di scene vita rinascimentale (dalla festosa scena del banchetto agli orrori del carcere e della tortura), si articola su quattro dei cinque piani del Mastio. Nel rivellino è esposta una vasta gamma di bocche da fuoco, tra cui il mascolo, parte terminale di una bombarda grossa, del peso di oltre sei quintali. Sono presenti anche artiglierie leggere: moschettoni, falconetti, spingarde e bombardelle. Si possono ammirare inoltre alabarde, spiedi, ronconi ed altre armi bianche, spesso artisticamente decorate. L'armeria propone al visitatore oltre alle artglierie, una interessante raccolta di armi rinascimentali. La visita consente un diretto coinvolgimento in aspetti della cultura e della civiltà che hanno segnato uno dei momenti più alti delle comunità metaurensi. Dal 2000, nel fossato della fortificazione è stato allestito un Parco di "Macchine da guerra" di Francesco di Giorgio Martini. Unica nel suo genere il parco comprende fedeli ricostruzioni in dimensione reale di catapulte, trabucchi, bombarde e altre macchine da assedio, tutte tratte ed elaborate dai disegni originali dell'architetto senese. Altri link suggeriti: scheda di Fabio Mariano su http://www.mondimedievali.net/Castelli/Marche/pesaro-urbino/mondavio.htm, https://www.youtube.com/watch?v=Clhe3kiZWjo (video di Federico Channel), https://www.youtube.com/watch?v=mvRbZYjtwE4 (video di Marco Ianassi).

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Rocca_Roveresca_(Mondavio), http://www.mondavioturismo.it/la-rocca-roveresca/, http://www.comune.mondavio.pu.it/rocca-roveresca/, scheda di Enrico De Santi su http://www.lavalledelmetauro.it/contenuti/beni-storici-artistici/scheda/5455.html

Foto: le prime due sono cartoline della mia collezione, mentre la terza è presa da http://musei.cultura.marche.it/web/RicercaMusei/DettagliMuseo.aspx?id=213

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