giovedì 16 marzo 2017

Il castello di giovedì 16 marzo







PIETRAPERTOSA (PZ) - Castello Normanno-svevo

Durante le invasioni barbariche, fu occupata dai Goti e poi dai Longobardi, che inclusero Pietrapertosa nel gastaldato di Acerenza. Passò in seguito sotto la dominazione bizantina da parte del signore saraceno Bomar. Fu proprio sotto la dominanza dei Saraceni che Pietrapertosa vide la costruzione delle sue parti più caratteristiche. La discesa Normanna-Sveva, vide il paese diventare uno dei più importanti centri strategici della Lucania data la sua posizione dominante della collina sottostante, partecipò alla rivolta ghibellina contro il Papa nel 1268. In epoca angioina, divenne feudo di Guglielmo Tournespè nel 1269, per poi passare sotto altri feudatari come Pietro de Burbura (1278) e Giovanni Borbone (1280). Con l'arrivo degli aragonesi, Pietrapertosa divenne possedimento dei Gozzuti, dei Grappini e dei Diazcarlon, conti di Alife. Nel XVI secolo, passò ai Carafa, agli Aprano, ai Campolongo, ai De Leonardis, ai Suardi, ai Iubero ed infine ai Sifola di Trani. Nel giugno del 1647, il popolo pietrapertosano partecipò alla rivolta contro le gabelle imposte dai signori la quale, però, fu duramente repressa. Per sfuggire alle pene, i più poveri furono costretti ad allontanarsi dal proprio paese e, chi scappava senza versare le tasse, veniva dichiarato bandito. I fuggitivi furono così forzati a darsi alla macchia, compiendo depredazioni. Anche molti monaci di campagna, che collaboravano con i banditi, dovettero abbandonare il centro cittadino. Tra questi banditi è da menzionare Scalandrone, un contadino di Pietrapertosa, che operava nella valle del Basento. Nell'Ottocento, durante la dominazione francese di Gioacchino Murat, Pietrapertosa fu centro liberale governato da un consiglio comunale, un decurionato, un sindaco e una guardia urbana per l'ordine pubblico, tutti eletti dal sovrano. In seguito partecipò ai moti antiborbonici del 1820 e del 1848. Il castello è un complesso fortificato che risale all'epoca romana e che divenne importante all'epoca dei normanni nel IX secolo. È situato sulla cima della roccia cui si aggrappa la parte alta dell'abitato (il quartiere dell'Arabata). Una fortezza naturale che ha sempre favorito la presenza dell'uomo. Il Castello di Pietrapertosa è posto nel punto più alto della Valle del Basento, da cui si può dominare un lungo tratto della vallata (che fino al XVI-XVII secolo costituiva una importante via di comunicazione tra le regioni costiere dei mari Ionio e Tirreno). In ragione di questa posizione il Castello ha avuto sempre una funzione militare di avvistamento. Per questo utilizzo, infatti, in corrispondenza della vetta vi è una postazione di sentinella, coperta da un arco naturale, un foro sulla cima ben visibile anche dal fondo della valle dove si vede svettare questa grande roccia bucata. Il fortilizio fu utilizzato prima dai saraceni guidati da Bomar, e in seguito diventò una roccaforte Normanno - Sveva. Nel tempo la struttura si è evoluta dalla condizione di fortilizio verso quella di residenza baronale. Il progressivo abbandono dell’edificio nel secolo XIX sono la causa di crolli ed anche di parziali demolizioni effettuate nel primo dopoguerra. Abbandonato nel XVII secolo e ridotto in stato di rudere, il Castello è stato recentemente sistemato con scavi che hanno riportato alla luce locali di servizio ed importanti reperti archeologici che per tanto tempo sono rimasti coperti dai detriti. Gli scavi archeologici hanno permesso di individuare tre diverse fasi di ampliamento del castello, in direzione del portale di accesso, testimoniate dalla presenza dei resti di altrettante facciate. Nel momento di massima espansione la parte dell’ingresso era costituito da ben tre piani conclusi da un sistema di caditoie utilizzate per la difesa dell’ingresso. Alcuni edifici erano addossati alla roccia nella quale erano anche stati scavati alcuni ambienti. Su alcune pareti rocciose si leggono ancora le tracce dei tetti a falda degli edifici crollati. Alla cinta muraria verso il paese erano addossati alcuni edifici costituiti da un seminterrato e da un piano fuori terra, successivamente crollati. A valle della cinta muraria, un grande terrazzo nel quale sono da completare gli scavi archeologici, costituiva uno spazio a servizio del castello ma con funzioni ancora non indagate e un probabile secondo accesso verso il paese. In questa zona del castello è presente una necropoli altomedievale, formata da sepolture ad arcosolio con le nicchie e lo spazio di deposizione scavati direttamente nella roccia di alcune guglie di arenaria, anticamente raggiungibili con scale rimuovibili. Un’altra guglia, invece, ospita un punto d’avvistamento isolato dalla cinta fortificata e scavato nella roccia. Infine una gradinata,ancora esistente, direttamente scavata nella roccia, conduceva sulla sommità del picco roccioso sul quale sorge il castello, che permetteva il controllo "a vista" di un ampio territorio. Nel castello sono presenti due cisterne per la raccolta dell’acqua piovana. Nella più profonda si erano conservati, sepolti nella melma, i resti di un tronetto medievale in legno. In adiacenza del portale d’ingresso è venuta alla luce la gradinata originaria di ingresso al piazzale superiore ed una serie di murature addossate l’una all’altra, che testimoniano tre fasi di ampliamento della cinta muraria. Alla fase medievale del castello appartengono un vano semirupestre, utilizzato a servizio della guarigione, un grande vano ipogeo suddiviso in due ambienti da un arco in pietra, in buona parte conservato sul posto e un piccolo ambiente scavato nella roccia che documenta la presenza di un stallaggio per animali. La cinta fortificata conserva testimonianze di tecnica costruttiva medievale caratterizzata dall’uso di “ diatoni “ in legno ovvero piccole travi lignee infisse trasversalmente nelle mura secondo una precisa maglia geometrica, per migliorare l’efficienza delle murature. Il castello oggi è fruibile grazie a un intervento di restauro che ha riportato alla luce le testimonianze medievali ancora presenti, accessibili con strutture moderne che denunciano l’inserimento del nuovo nell’antico, sono rimuovibili e proteggono dai danni provocati dal passaggio dei visitatori, le parti del castello scavate in una roccia che risulta particolarmente friabile. Ecco un video molto interessante (di tvbasilicata), con riprese dall'alto che aiutano a comprendere meglio la conformazione della foretificazione: https://www.youtube.com/watch?v=W4B0ooIaTjk. Altri link suggeriti: http://www.aptbasilicata.it/Galleria-Immagini.1428+M5aadfc62c23.0.html#gallery (con numerose foto), http://www.basilicataturistica.it/territori/pietrapertosa/?lang=it

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Pietrapertosa, http://www.comune.pietrapertosa.pz.it/detail.jsp?otype=1011&id=100057

Foto: la prima è presa da http://www.meteweekend.it/Mete/Italia/Basilicata/pietrapertosa-e-castelmezzano.html, la seconda da http://www.basilicatadavedere.com/images/Pietrapertosa_castello-7.jpg, infine la terza da http://www.alambiccaio.it/Pietrapertosa%20Il%20Castello.jpg

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