lunedì 13 marzo 2017

Il castello di lunedì 13 marzo






CESARO' (ME) - Castello di Bolo

Centro di antica fondazione, le sue origini non godono della presenza odierna di documenti che aiutino a tracciarne l'evoluzione, se non in modo lacunoso. Le scarse notizie storiche, consistenti in nomi di personaggi rilevanti e date, si infoltiscono a partire dal XVII secolo. Anche se il piccolo nucleo urbano indubbiamente esisteva da prima del XIII secolo, essendo stato in origine una probabile fortificazione araba, risalgono a questo periodo i primi nomi di baroni e duchi che ressero l'omonimo Comune feudale, comprendente i territori circostanti, nomi tutti legati alla dinastia dei Colonna Romano, introdotta in Sicilia durante il regno di Federico II di Svevia. Tra i membri di tale casato, Mons. Giovanni, arcivescovo di Messina (1255), Cristoforo, medico di fiducia del re Federico II d'Aragona e Stratigoto di Messina (1320 - 1328), Tommaso suo figlio (1420) e molti altri, per un totale di 14 successioni signorili feudali, fino al XVIII secolo. L'origine del nome di Cesarò è incerta, ma la maggior parte dei filologi spiega la sua etimologia con la parola araba "kaer", cioè "luogo fortificato", che sarebbe poi evoluta in Kasr, Kasròn e quindi in Cesarò. Nel 1768 è nota l'istituzione di un Monte Frumentario a Cesarò, quale supporto per gli agricoltori poveri del Comune. Punto di riferimento fondamentale per lo studio delle origini e della storia del paese di Cesarò è ad oggi una monografia, "Cesarò", scritta dall'avvocato Francesco Schifani (1887 - 1918) ed edita a Napoli nel 1921. In tempi recenti il Comune di Cesarò ne ha curato una ristampa. Il Castello di Bolo giace sulla sommità di un'alta collina che domina le circostanti vallate tra Bronte e Troina. Della fortezza rimangono, con grande rammarico, solo pochi ruderi. Tuttavia è possibile ricostruirne parzialmente la pianta: essa è di forma stretta ed allungata ed occupa tutto lo spazio disponibile presso l'angusta sommità dell'altura. Due sostanziosi resti murari legano l'edifico ad epoca medievale, sebbene sia difficile, nell'attuale stato degli studi, affermare che i ruderi risalgano ad epoca normanna. Il primo accenno dell’esistenza del Casale di Bolo è del 1139. Nel 1392 un Diploma reale  prescriveva che i suoi abitanti dovevano rivolgersi per le loro cause al Capitano Giustiziere di Randazzo. Successivamente, nel 1535, Bolo e Cattaino furono abbandonati dagli abitanti per riunirsi, assieme agli altri casali, e formare un unico popolo in Bronte come ordinato da Carlo V. Gesualdo De Luca nella sua "Storia della città di Bronte" parla che della Rocca di Bolo "non avanzano che due solitari muri crollanti" e che "… più volte sono state, anche di fresco trovate grandi monete d’oro e di argento ove sorgeva il Casale, e lucerne e vasi di creta". Le mura sono costruite con pietre malamente sbozzate, legate insieme da malta di discreta qualità. L'equilibrio statico della costruzione è completamente compromesso e frequenti sono i crolli, soprattutto lungo il fianco meridionale del colle, particolarmente scosceso e difficilmente accessibile. La tipologia della fortificazione ricorda, a grandi linee, quella di una fortezza a guardia dei passi, che da Randazzo conducevano e conducono a Troina e viceversa. Del casale, che intorno al castello gravitava, a tutt'oggi non rimane, purtroppo, alcuna traccia. Presso i pochi resti murari ancora esistenti si riconosce la presenza di una cisterna. Altri link suggeriti: http://www.medioevosicilia.eu/markIII/castello-di-bolo-presso-bronte/, scheda di Giuseppe Tropea su https://www.mondimedievali.net/Castelli/Sicilia/messina/cesaro.htm, http://www.siciliafotografica.it/gallery/main.php?g2_itemId=23933 (per vedere diverse foto)

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Cesar%C3%B2, http://www.icastelli.it/it/sicilia/messina/cesaro/castello-di-bolo, http://www.bronteinsieme.it/1mo/altri4.htm

Foto: la prima è di Salvo Nicotra su http://www.etnanatura.it/foto/all/Castello_di_Bolo/31-05-2014%2019-46-15.jpg, la seconda è presa da http://www.medioevosicilia.eu/markIII/wp-content/uploads/2011/11/BO_01.jpg

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