sabato 1 aprile 2017

Il castello di domenica 2 aprile






LONGI (ME) – Castello

Oggi l'unica testimonianza che potrebbe dar luce alle origini del paese di Longi è il castello medievale. Solo con degli scavi archeologici dentro le mura e nella zona circostante, si potrebbe avere una risposta sicura e storicamente certa,sulle date esatte , ma delle vicende storiche della casata Lancia - cioè i primi feudatari che ottennero Longi nel 1234 per concessione di Federico II di Svevia - si ritiene che Longi sia nata verso la fine del primo millennio intorno ad una Rocca Araba. La storia del castello medievale ha inizio con il rafforzamento delle strutture militari del territorio, che si verificò intorno al secolo VIII. L’edificio non ha avuto una funzione prevalentemente di sorveglianza, come è testimoniato dalla cerchia muraria difensiva. Il castello oggi non presenta alcun particolare stilistico al quale si potrebbe far riferimento. Solo i resti di una finestra monofora, con arco acuto e strombato profondamente, mettono in evidenza un elemento strutturale tipico dei Normanni, che molto probabilmente ingrandirono la fortificazione verso la metà del XII secolo. La struttura, che sovrasta tutto l’abitato, appare sopraelevata da una parte rispetto al livello della strada. Ma, dalla lettura esterna e dalla planimetria, sembra solo un palazzo che nel tempo è stato fortificato per ragioni difensive e reso autosufficiente grazie alle varie parti che lo componevano: il cortile, la cisterna, le stalle, i magazzini, le cucine, le camere, ecc. La parte più antica è quella a nord-est, più vicina al passo del fiume. Al 1600 risale, invece, la parte del piano terra che si protrae verso la piazza. Non ha torri, fa pensare più ad un edificio civile che militare, infatti è servito a rendere la dimora baronale dei Lancia più dignitoso e accogliente fino al 1658. Nel 1692 passò alla famiglia dei Napoli e successivamente ai Loffredo fino al Duca Vincenzo Loffredo d’Ossada e alla duchessa Domenica Zumbo. Infine il castello venne ereditato dal Marchese Silvestro Gutkwski Loffredo di Cassibile. Il portale d’ingresso, che sulla chiave dell’arco porta lo stemma in pietra dei Lancia (un leone rampante coronato), è seguito dal cortile che lega le due parti. Gli ultimi ampliamenti e i miglioramenti apportati all’intera struttura furono eseguiti tra il Settecento e l’Ottocento con la costruzione del piano sopraelevato o cosiddetto nobile, al quale si accede da uno scalone esterno in pietra che costeggia un breve incamminamento ricavato nello spessore della cortina muraria esterna. All’interno, la parte più interessante artisticamente è quella settecentesca, abitata fino alla morte dalla Duchessa Zumbo, vedova di Vincenzo Loffredo, Duca D’Ossada. Dalla lettura iconografica delle pitture esistenti in alcune stanze, dalle decorazioni, dai mobili e dalle porte si possono dedurre gli ultimi interventi, avvenuti nel secolo scorso dei quali alcuni portati a termine, altri mai ultimati. Attualmente il castello è di proprietà  della “Banca di Credito Cooperativo della Valle del Fitalia” in cui, in alcune ale dell’edificio (l'intero piano terra, un tempo utilizzato come magazzini, stalle e alloggi della servitù), sono situati gli uffici principali. Ciò nonostante le aree del castello di rilevanza artistica e archeologica sono visitabili. Il primo piano o piano nobile, a cui si accede da uno scalone ad unica rampa che parte dal cortile trapezoidale, è composto da molti vani fra cui la stanza più rappresentativa, con un soffitto a crociera delimitato da una cornice dipinta aggettante che forma quattro medaglioni angolari. Al centro vi è raffigurata, entro schemi architettonici, arricchiti da un drappeggio movimentato e di grande effetto plastico, S.Caterina prostrata al cospetto di un re asiso sul trono attorniato da soldati e cortigiani. La porta che immette in detto vano ha disegni di personaggi vestiti secondo i costumi del '700. Il riquadro è sormontato da uno stemma araldico scolpito in legno raffigurante nel campo un giglio e lateralmente due stelle a più punte. Dalle analisi superficiali delle strutture si possono rivelare almeno tre o quattro diverse fasi e quindi diverse epoche di realizzazioni. In un’altra camera sono rappresentati, sempre con tecnica con “affresco”,  soggetti naturalistici e archeologici molto usati dagli artisti del 700, in riferimento al fatto che l’Italia stava vivendo con i primi scavi archeologici in recupero dell’antichità classica greco-romana. Alla fine del XIX secolo risalgono le ultime ristrutturazioni e sopraelevazioni non portate a termini. Altri link utili: http://www.icastelli.it/it/sicilia/messina/longi/castello-di-longi,



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