martedì 6 giugno 2017

Il castello di martedì 6 giugno






SANTO STEFANO D'AVETO (GE) - Castello Malaspina-Doria

E' un edificio storico sito in piazza del Popolo a Santo Stefano d'Aveto, nella val d'Aveto. La sua struttura è considerata una delle più interessanti opere difensive della provincia genovese e della Liguria. Il castello è collocato al centro dell'ampia conca alle pendici del monte Maggiorasca, visibile sullo sfondo del castello, e circondato quasi interamente da prati e poco distante dall'odierno centro abitato di Santo Stefano. La sua posizione fu scelta poiché ritenuta strategica, difatti da tale postazione si potevano controllare le strade che salivano dai valichi appenninici verso la regione dell'Emilia. Secondo alcune fonti storiche la fortezza risalirebbe ancor prima del XII secolo e viene citata per la prima volta in un atto di cessione del 1164; in tale documento storico l'imperatore Federico Barbarossa decise la cessione del feudo di Santo Stefano e del relativo castello alla famiglia nobiliare dei Malaspina, già signori della Lunigiana e di altri feudi del levante ligure. La fortezza venne venduta nel 1495 al nobile e conte di Lavagna Giannetto Fieschi e in seguito ceduta nel 1547 da Carlo V di Francia all'ammiraglio di Oneglia Andrea Doria. Il castello rimase pertanto possedimento nobiliare della famiglia Doria, che assunse in seguito la denominazione di Fieschi Doria e ancora Doria Pamphili, fino alla soppressione dei Feudi Imperiali nel 1797 per volere di Napoleone Bonaparte. Le più importanti e significative modifiche alla struttura si verificarono nel XVI secolo quando divenne un importante centro di controllo per le vie verso la Pianura Padana. Oggi la fortezza, utilizzata per manifestazioni culturali, è divenuta proprietà del Comune di Santo Stefano d'Aveto che recentemente ha sottoposto, e sta sottoponendo tuttora, ad un delicato restauro conservativo l'intera area del castello. Il castello, costruito con pietra locale a vista, si presenta a forma di pentagono irregolare recante su quattro vertici, dei cinque in totale, stretti bastioni a fianchi rientranti a forma di cuneo. La quinta torre, più piccola, era forse destinata a funzioni di solo avvistamento), mentre una torre rotonda, più alta, si ergeva all'interno della cinta muraria: oggi ne rimane solo il basamento. Per entrare al suo interno anticamente si ricorreva a ponti mobili e oggi si presenta come un pendio che saliva dalla porta di accesso verso gli spalti retrostanti. Al centro è rimasta intatta la piccola piazza d'armi lungo la quale erano allineati i diversi vani, collegati tra loro tramite ballatoi impostati su colonne. Durante la fase di sgombero delle macerie, nei vari interventi di recupero, sono stati rinvenute tracce dell'antica costruzione medievale non demolite durante il rinnovamento del XVI secolo. Tali scoperte hanno permesso agli storici di ricostruire storicamente e architettonicamente le varie fasi di costruzione e relative modifiche della struttura; secondo alcuni studi la struttura nacque dapprima come semplice castello o dimora nobiliare e solo in seguito fu bastionata diventando una vera e propria fortezza difensiva. Le mura e le torri furono infatti maggiormente ampliate con nuovi bastioni garantendo così una maggiore resistenza ai colpi di artiglieria. All'interno dell'edificio, le varie attività amministrative e militari del feudo erano svolte in vani ricavati nelle mura stesse (comprendevano gli alloggi del Podestà e delle guardie, la cappella, l'armeria, la cavallerizza, la zecca, la prigione con sala di tortura, il tribunale di giustizia, un forno), disposti su tre piani il cui accesso era garantito da ballatoi colonnati (oggi crollati ed irriconoscibili). Un pozzo posto al centro del cortile, tuttora visibile, era utilizzato per le scorte d'acqua. La porta d'ingresso, in proporzione piuttosto piccola, è situata a circa tre metri d'altezza, ed era accessibile grazie ad una sorta di ponte mobile in legno, difeso da una guardiola sempre in legno. Attaccato e saccheggiato nel 1796-97, il castello è stato in seguito utilizzato come deposito di materiale agricolo, e poi abbandonato. Le strutture interne (a cominciare dalla torre rotonda) sono crollate sulla piazza d'armi, e ampie crepe si sono aperte nei bastioni e nelle mura. Una serie di provvidenziali restauri, terminati nei primi anni 2000, ha permesso la conservazione del sito, chiudendo le crepe e svuotando il cortile interno dalla gran parte delle macerie. Una scala metallica, che richiama l'aspetto del pontile originale, consente l'accesso all'edificio, che è però chiuso al pubblico mediante una cancellata (che consente, comunque, di osservarne l'interno). Altri link consigliati per approfondimenti: http://www.unamontagnadiaccoglienza.it/index.php?id_cont=38, http://www.valdaveto.net/documento_894.html, testo di Elisa Delgrosso su http://www.mondimedievali.net/Castelli/Liguria/genova/santostefano.htm, https://www.youtube.com/watch?v=1h4SHUKyTCs (video di "Terre di castelli").
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Santo_Stefano_d%27Aveto, http://www.icastelli.it/it/liguria/genova/santo-stefano-daveto/castello-malaspina-fieschi-doria-di-santo-stefano-daveto

Foto: la prima è presa da http://www.ilsecoloxix.it/p/levante/2014/09/12/ARS3wVvB-aveto_abusivo_netturbino.shtml, la seconda è una cartolina della mia collezione

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