giovedì 27 luglio 2017

Il castello di giovedì 27 luglio






TREVICO (AV) - Castello

Nel Medioevo Trevico fu centro e roccaforte della Baronia di Vicum, comprendente gli attuali comuni di Flumeri, S. Sossio, S. Nicola, Castello, Carife, Vallata, Vallesaccarda, Scampitella e Zungoli. A questi si aggiunsero anche Villanova del Battista, Anzano, Montaguto, Accadia, S. Agata di Puglia e Ascoli Satriano che avevano lo scopo di impedire al nemico di giungere a Trevico. Nella prima metà del Cinquecento la Baronia di Vico perse la sua unità dando origine allo Stato di Trevico, con S. Sossio e Zungoli, a quello di Flumeri, con Castello, S. Nicola e Acquara, ed ai feudi autonomi di Carife e Vallata. L'ultimo comune che ha conquistato l'autonomia è stato Vallesaccarda nel 1958. Oggi la Baronia comprende i comuni di Trevico, Vallesaccarda, Scampitella, Vallata, Carife, Castello, S. Nicola, S. Sossio e Flumeri. Il nome del paese deriva probabilmente dal latino "Tres Vici", che indicava l'insieme di tre villaggi: frazione S. Giuseppe e Taverna delle Noci in Vallesaccarda, e S. Pietro di Olivola verso la Puglia. Alcuni fanno derivare il nome dalla Dea Trivia che una volta aveva un tempio su questo monte. La prima notizia del borgo fortificato è riportata in un atto notarile del 1113, dove si legge che un certo Guarino de Olia, dona una proprietà al rettore della chiesa di S.Pietro Apostolo. A Guarino successe il figlio Riccardo de Formari, ucciso nel 1122 durante la terribile rivolta contadina di Flumeri. Dopo alterne vicende storiche il castello e il feudo passarono per via matrimoniale nel 1375 a Nicola Orsini, seguirono nel dominio Giovanni del Balzo, Consalo de Cordova e Francesco de Loffredo. La città riacquistò il nome di Trivicum nella metà del Cinquecento su iniziativa del marchese Ferdinando Loffredo. Tale famiglia rimase feudataria di Trevico per circa tre secoli. Trevico fu sede vescovile per circa un millennio (da qui anche il motivo dell'appellativo di Città), fino al 1818, anno in cui, dopo il passaggio al Regno delle Due Sicilie, fu unita alla Diocesi di Lacedonia. Il primo vescovo fu Benedetto nel 964. L 'ultimo fu Agostino Gregorio Golini di Giuliano (Aversa) eletto nel 1792. Nel 1422 fu vescovo Nicolò Saraceno Carbonelli che era originario di Trevico. L'antichità di Trevico è testimoniata, oltre che dalla 5° Satira di Orazio Flacco, 3° libro, dove il poeta latino, narrando il suo viaggio da Roma a Venosa nel 20 a .C., racconta di una tappa nella località di "Trivici" presso una probabile stazione di posta detta "Taverna delle noci", anche dai numerosi oggetti quali fibule, vasi, monete e statuette rinvenuti nel corso di alcuni scavi. Nel punto più elevato del centro storico, in posizione strategica di dominio della vallata della Baronia di Vico, sono visibili i ruderi del castello medievale di Trevico, liberamente visitabili. L'edificazione della struttura, secondo alcuni, dovrebbe risalire all'epoca normanna, ma altre teorie attribuirebbero la costruzione addirittura ai romani, a ragione della tecnica costruttiva (mattoni con malta) simile a quella utilizzata per la costruzione degli acquedotti. Di esso, comunque, se ne parla già nel 1078 quando Gradilone, signore del castello di Vico, partecipò ad una sollevazione contro Roberto il Guiscardo che però lo prese e gli fece cavare gli occhi conquistando anche la città di Trevico. Dopo il Medioevo, nei secoli successivi, il castello venne adibito a dimora nobiliare di baroni e marchesi, con alloggi per la servitù, accogliendo altresì locali adibiti a deposito di vettovaglie, frantoi, mulini, magazzini, officine. Purtroppo, successivamente, il castello venne utilizzato come cava per ricavarne pietre e mattoni, il che ovviamente sfigurò orrendamente il castello e spiega quanto poco oggi sia visibile della struttura originaria: una torre cilindrica sul lato orientale, la cinta muraria con sei grandi finestre, senza il rivestimento esterno in travertino, parte degli ambienti un tempo adibiti ad abitazione. Ad aggravare la già precaria situazione del sito, la costruzione nel 1951 di una stazione-osservatorio dell'Aeronautica Militare che comportò l'abbattimento di parte delle mura. Attualmente, la stazione è stata demolita e ricostruita a lato del castello ed i suoi ruderi sono stati riportati alla luce, a testimonianza dell'unità etnica, geografica e politica del territorio della Baronia. Nel 1936 ai piedi del castello vennero piantate le querce dell'attuale Bosco dell'Impero, che nasconde la grande muraglia rimasta ancora in piedi.
   
Fonti: http://www.comune.trevico.av.it/default.asp?pg=storia&lang=it, http://www.museodeicastelli.it/castelli/70-trevico-castello-medioevale.html, http://www.irpinia.info/sito/towns/trevico/castle.htm, http://www.castellidirpinia.com/trevico_it.html, http://www.trevico.net/base.asp?http_request=castello

Foto: la prima è presa da http://www.trevico.net/base.asp?http_request=castello, la seconda è di janisdylan su http://www.paesaggiirpini.it/foto/trevico/castello/2482/

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