mercoledì 26 luglio 2017

Il castello di mercoledì 26 luglio






MAZZO DI VALTELLINA (SO) - Castello di Pedenale

Fra Tirano, capoluogo dell'antico terziere superiore di Valle e Bormio, il territorio della cosiddetta Magnifica Terra e sede dell'antica contea (la Contea senza conte) sta un gruppo di paesi fra loro non distanti - Mazzo, Grosotto e Grosio - fra i più ricchi di storia ed arte della Valtellina tutta. Fu qui che nei tempi andati - quelli delle lotte fra Papato e Impero, tra guelfi e ghibellini - dominò la signoria dei Venosta venuti dall'omonima valle altoatesina sotto il nome di Matsch. Che Mazzo derivi il nome da Matsch e quindi dai Venosta è assai probabile se non certo. In un documento dell'824 è riferito che vi erano allora in Valtellina o almeno nell'Alta Valle tre chiese battesimali e cioè ad Amatia, Bormio e Poschiavo: la data essendo anteriore alla venuta dei Venosta o Matsch in Valle, l'indicata origine del toponimo non avrebbe ragion d'essere, ma Enrico Besta, forse il più autorevole storico della Valtellina, ha pensato ad una successiva interpolazione e così Mazzo deriverebbe proprio da Matsch. Certo è che all'illustre casata, dapprima stanziatasi in quel di Mazzo e poi estesasi fino a Grosio risalendo la valle adduana, si deve il volto medioevale della zona ricca di torri e castelli, fra cui quello di Mazzo (Qel Castel de Mazzu ancora oggi in dialetto), poi detto di Pedenale forse perchè connesso all'omonima contrada un tempo fortificata nella quale non ci si poteva muovere che a piedi (onde Pedenale") a non voler dar credito ad un etimo illirico dove "pedena" varrebbe per luogo munito. Mazzo fu capoluogo di un'antica pieve di Valle, anzi di una delle quattro più antiche e conseguentemente anche sede del capitanato di pieve. La chiesa appunto plebana di Santo Stefano - l'odierna parrocchiale - estendeva in origine la sua potestà da Sondalo fino a Sernio. Gioverà accennare alle ragioni per cui, oltre alla famiglia princeps dei Venosta, mettessero piede a Mazzo altre illustri casate come i Quadrio e i Lavizzari, contrassegnati i primi sui portoni delle vecchie case - come nel resto dell'alta e media Valtellina - dallo stemma coi tre famosi quadri, gli altri, ossia i Lavizzari, dall'aquila e dalla torre (ma lo stemma più antico esistente nel borgo - ovviamente quello dei Venosta). Furono soprattutto due - sembra - i motivi del cospicuo insediamento: quello accennato dell'importanza della pieve all'ombra dei due poteri sovrani di allora, quello signorile e quello ecclesiastico, e l'altro della salubrità del clima. Infatti, se si pone mente alla collocazione delle case patrizie dei Venosta, dei Quadrio e dei Lavizzari nel contesto urbanistico, per così dire, del borgo, si rileverà come essa discosti signorilmente dalla vita del traffico e quasi nascosta in una quinta del borgo, giustappunto vicina all'antica Plebana. Collocato nei boschi sopra Mazzo di Valtellina, il castello di Pedenale è un esempio del complesso sistema difensivo posto a guardia delle vie che conducevano al Passo del Mortirolo, comprendente anche il Castello di Bellaguarda. La torre (secolo XII) è ciò che rimane di un antico castello edificato dalla potente famiglia Venosta. Ben conservata, ha una pianta quadrangolare e si sviluppa su quattro piani, nelle mura sono state ricavate feritoie e finestre aventi scopo difensivo. Attorno ad essa poche case a schiera ed un alto muro su cui si apre una porta costituiscono l'antica contrada fortificata di Pedenale.

Fonti: http://www.calendariovaltellinese.com/territorio/mazzo-di-valtellina, http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1n120-00097/, http://www.waltellina.com/valtellina_valchiavenna/dalla_storia/castello_di_bellaguarda/castello_di_bellaguarda.html

Foto: la prima è presa da http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1n120-00097/, la seconda è di Giorgio Sari su http://mapio.net/a/73543153/

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