domenica 6 agosto 2017

Il castello di domenica 6 agosto



CAMPOBASSO – Castello Monforte

Monumento nazionale e simbolo della città di Campobasso, il castello prende il nome dal conte Nicola II Monforte, dei Monforte-Gambatesa, che lo restaurò in seguito al terremoto del 1456 nel 1458. Fu allora probabilmente che fece abbattere le case ancora esistenti sulla sommità del colle, lasciando soltanto le chiese e spostando l’abitato più in basso rendendo, di fatto, la parte alta una cittadella militare ben difesa. Per altri autori il castello è di origine normanna, costruito in pietra in sostituzione di una torre lignea longobarda. Domina la città a circa 790 m s.l.m., quasi cento in più dell'altezza media del comune. L'area circostante è occupata dal parco della Via Matris, un percorso naturalistico che snodandosi lungo il pendio della collina ripercorre le tappe della Via Crucis. Un'antica pergamena risalente al 1375 conferma l'esistenza di un castello nella città già in tale data, ed è la testimonianza più antica al riguardo. Il castello è inciso su una moneta d'argento da cinque euro coniata dalla Zecca dello Stato nel 2012 per la serie "Italia delle Arti" dedicata alla città di Campobasso. L'edificio si presenta come un massiccio quadrilatero con ingresso principale, ora non più utilizzato, rivolto a oriente verso la città sottostante, che era staccato dal suolo da un fossato artificiale secco sul quale anticamente scendeva il ponte levatoio; con la caduta e la messa al bando del conte Nicola l’ingresso fu murato. Ad oggi l’unico ingresso praticabile è il vecchio ingresso secondario, aperto sul piazzale posto di fronte alla Chiesa della Madonna. Più che a stabile dimora del feudatario e della sua corte dovette essere costruito e poi restaurato a scopo militare poiché esso si collegava a mura di circumvallazione lungo cui correvano i piccoli fortilizi ed altre opere unite fra loro a formare un solo corpo a sistema di difesa formato da una doppia fila di mura poste ad una distanza di 4 metri l’una dall’altra e costituita da una parte superiore “apportico” entro il cui spazio si snodava il cammino di ronda e una parte inferiore “supportico” destinata agli spostamenti dei soldati. In seguito, in pieno periodo aragonese, fu aumentato il numero delle porte inserite nell’ ultima cinta muraria che raggiunsero il numero di sei. Una o due torri erano situate ai lati delle porte per una migliore sorveglianza. L’ ultima cinta muraria si snodava lungo le attuali strade Via Marconi, Via Orefici e Viale del Castello, ricollegandosi alla parte alta della città e del castello. Il maniero si erge a scarpata con dei torrioni circolari posti agli spigoli. Le finestre, poche e quadrate, a distanze uguali, sono piccole tanto che si confondono con le feritoie. Svetta in alto una grande torre rettangolare che attualmente ospita la Stazione meteorologica di Campobasso dell'Aeronautica Militare, questa essendo posta a 808 m s.l.m. è una delle più alte d'Italia. Alla sommità delle mura vi è una lunga sequenza di merli guelfi. Al di sopra dell'attuale ingresso, prospiciente un ampio piazzale, vi è lo stemma dei Monforte composto da una croce contornata da quattro rose. L’interno del castello, molto scabro, essenzialmente scoperto, presenta un grande spazio vuoto lungo i cui muri sono visibili le divisioni in piani e le tracce delle scale, è poi presente una sala coperta adibita dal 1937 a sacrario per i caduti in guerra e dove sono visibili pregevoli lavori in ferro battuto. Da una rampa di scale, in cui sono visibili suggestive feritoie, si accede al terrazzo dal quale si ammira un panorama ampio e suggestivo: si vedono i resti delle mura osco-sannite, la struttura a ventaglio del borgo antico, la città di Campobasso e i tanti paesini intorno. Lo sguardo spazia dalle valli dei fiumi Biferno, Trigno e Fortore, ai monti dell'Abruzzo, con la splendida Majella, dalle verdi montagne dell'Alto Molise fino alle gialle colline della Puglia e perfino il mare Adriatico, distante circa 60 km. Interessanti sono i sotterranei del castello, che coprono un'area pari a quella in superficie. La destinazione dell'area dei sotterranei è sconosciuta, ma si è ipotizzato che possa essere stata un deposito di cisterne, o galera, o ancora un rifugio durante le battaglie. Attualmente ospita delle riserve d'acqua che servono l'acquedotto civico. È stata sicuramente una prigione, invece, il locale posto nelle segrete, alle quali si può accedere passando per una torretta (da vari rogiti sappiamo che il castello fin dal 1573 venne utilizzato come carcere). Per alcuni secoli uno dei locali delle segrete è stato considerato la stanza delle torture. Una popolare credenza dice che da qui parta un passaggio segreto, oggi murato, che scendendo lungo il fianco della collina portasse fin fuori il borgo, a porta Sant'Antonio Abate. Un'altra credenza afferma che passando per una porticina posta sul lato nord del castello si potesse accedere ad un altro sottopassaggio, che collegava l'edificio ad una collina, chiamata tutt'oggi di San Giovannello, posta fuori dal centro cittadino. Questo sottopassaggio doveva servire come via segreta per una eventuale fuga dal nemico. Nel XVII secolo, il castello restò disabitato e sempre più diruto, poi nel XIX secolo venne usato come camposanto provvisorio. Nel 1858 in una valutazione dei beni dei Demanisti, il Castello venne valutato 64 ducati e dopo lunghe trattative venne acquistato dal comune il 10 ottobre 1861 per 460 ducati. Altri link suggeriti: http://www.girandoilmondo.it/itinerari-di-viaggio/europa/italia/molise/castel-monforte-il-castello-simbolo-di-campobasso, https://www.youtube.com/watch?v=ejo4d3JLtUI (video di ABRUZZO CHANNEL), https://www.youtube.com/watch?v=RjE29Sgfi0A (video, con drone, di Marco Fusaro), https://www.youtube.com/watch?v=6xJa7Mx9Lsc (video di lupettozonzolante)

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_Monforte, http://www.centrostoricocb.it/pagine/castello.htm

Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, la seconda è presa da http://www.moliseweb.it/info.php?id=3802&titolo=Castello-Monforte:-ecco-gli-orari-di-apertura-

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