mercoledì 2 agosto 2017

Il castello di mercoledì 2 agosto






GAGLIANO CASTELFERRATO (EN) - Rocca

La venuta degli Arabi in Sicilia spaventò e sbigottì anche i Galarini, i quali sebbene trincerati in un Castello forte e ben munito, ignoravano l’entità delle forze nemiche, vagavano in un mare di confusione. Una delle più tremende battaglie doveva, proprio in loco, sostenersi e combattere accanitamente nell’anno 858 d.c. L’assedio durò circa due mesi. I musulmani guidati da Abbas strinsero d’assedio il Castello. La popolazione Gaglianese offrì una taglia di 15.000 denari, ma Abbas ricusò la predetta somma. Quello di distruggere le fabbriche fu un durissimo colpo che colpì la popolazione di Gagliano. Con la caduta del Castello in mano straniera cessò il momento glorioso di Gagliano. La venuta dei Normanni in Sicilia fu molto fortunata trovando il popolo favorevole ed incline ai nuovi arrivati, con a capo Ruggero. Anche Gagliano, dopo Troina, Cerami e Nicosia fu conquistata. Il Castello fu concesso in premio da parte di Ruggiero a coloro che avevano militato e combattuto sotto le sue insegne. Gagliano così assume il titolo di Baronia, Contea, Principato, Viscontea e perfino di Vicaria. Dalle buone condizioni del dominio dei Normanni la Sicilia passò agli Svevi, durante questo periodo Gagliano fu concesso ad un certo Fulgone Dal Poggio Riccardo, il quale avendo reso servigi importanti a Federico II, ottenne da quest'ultimo in dono il Castello di Gagliano. Nel 1268 in Sicilia iniziò la dominazione Agioina. Carlo d'Angiò fu re molto crudele, aguzzino e sanguinatore. Il popolo siciliano aspettava la scintilla per la ribellione, e nel 1282 vi fu la rivoluzione del “Vespro”. Con il vespro siciliano, il trono di Sicilia venne occupato da Pietro d'Aragona il quale concedette ai siciliani molti privilegi. Vi fu un momento in cui si temette che l’isola sarebbe ricaduta sotto la dominazione Angioina, se non fosse stato per quella memorabile battaglia di Gagliano, avvenuta nel febbraio del 1300, che avvilì e segnò la definitiva sconfitta dei francesi. Fu proprio da Gagliano che partì il segnale d’allarme per la ricacciata totale dalla Sicilia del nemico. Subito dopo la celebre battaglia menzionata, un’altra pagina di storia locale si apre con il soggiorno del più illustre ed benemerita personalità del tempo, lustro e decoro della Sicilia, Re Federico. Fu il castello di Gagliano, slanciato e solenne, forte ed inespugnabile, ricco e sontuoso, arieggiato e spazioso, la dimora accogliente, scelto ed adatto ad ospitare il re in persona con tutta la sua corte e il suo seguito. Tra il 1300 e il 1356, i legittimi eredi sul trono di Gagliano furono: Pietro  e Ludovico, per poi passare nelle mani della famiglia Tedeschi. Subito dopo fu dichiarata signora padrona di Gagliano una donna: Eufemia d’Aragona. In seguito alla sua morte, fu nel 1359 Bernardo Spadafora ad occupare il Castello di Gagliano. A causa di una dominazione poco accetta, nel 1392 furono prima Perio Sancio di Calataiudo e poi Roberto detto Miles ad occupare il Castello con la forza. Questo ultimo lo tenne fino al 1419 epoca in cui fu attaccato e poi sconfitto da Almirante Sancio Ruiz de Liborio. Nel 1455 questo ultimo vendette il Castello e le terre di Gagliano a Ludovico de Periglios. La dominazione dei Periglios fu abbastanza lunga e piena di avvenimenti. Fu poi don Almerico Centelles nel 1515 a sancire la fine dei Periglios. Dal 1629 al 1689 Gagliano fu dominata da Gregorio Castello. Lui stesso nel 1666 fu il primo a ricevere il titolo di “Principe di Gagliano”. Il suo erede fu il primogenito Ferdinando Castello. La dinastia dei Castello finì nel 1743. La dominazione continuò prima con don Gabriele e poi con don Carlo Girolamo Lancillotto Castello. Nel 1750 la terra di Gagliano fu venduta ad Alvaro Villadicani che la possedette fino al 1809. Da qui riprese la successione dei Lancillotto Castelli, con il primogenito don Vincenzo Castelli che fu investito il 30 marzo 1809. Il monumento che maggiormente caratterizza il panorama è indubbiamente la "rocca". Si tratta di un castello scavato nella roccia. Vito Amico lo descriveva così: "Antico paese sotto dirupata e scoscesa rupe, sovrapposto a declive altura, rivolta a Scirocco, da ogni dove ricinto da colline; le viscere poi della rupe da ferro incavate presentansi in forma di fortezza che sebbene attualmente sia involta in ruine conserva non oscure vestigia di antica magnificenza, e decentissime abitazioni appresta pel Barone con oratorio, da poco tempo formate. Derivasi come appare dai ruderi, aver compreso un tempo la medesima rocca cinque torri, dodici fosse e cisterne, diciassette spelonche da congresso, trenta aule e più, nella maggior parte nel vivo sasso incavate.". La Rocca (Antico Castello), oggi è un masso enorme, imponente, gigantesco, maestoso come un monumento solido, massiccio che cade a picco slanciato, avente accanto altre rupi e circondato da montagne. Questo meraviglioso panorama, si ammira e si guarda come in un proscenio da teatro, con le sue luci e riflessi con i suoi vividi colori, nella superba grandiosità dell’apparato naturale-artistico proprio a Gagliano. Ai piedi dell’imponente masso: le case le una addossate alle altre che scendono dolcemente fino giù. All’imponente masso, attiguamente, come nobile consesso ornamento, si ergono altre rupi o punte rocciose come la Rocca della Malazita. Nel punto più alto, sempre ai piedi della Rocca o Castello, domina la Madrice con il suo Campanile a stile gotico e l’imponente guglia che si slancia verso l’alto. Testimone di grandi imprese di guerre cruenti di sedizioni, di rivolte, di congiure, di eroismi, di sacrifici, di vittorie e di sconfitte quelle grotte e spelonche scavate nel gigantesco masso, quei ruderi di massicci muri che ancora esistono, la celebre Porta Falsa, con la rudimentale apertura in perfetta sintonia con il luogo e le altre cose che lo circondano, ridicono e ricantano pagine di storia antica, eventi nuovi e vecchi che nessuno mai può cancellare. La Rocca, che esiste dai tempi antichissimi, è un valido elemento, una testimonianza viva una dimostrazione di fatti passati. La Rocca o Castello è stata chiamata Forte o meglio Castello di Ferro (Castelferrato) da qui il nome. Tra gli antichi monumenti e gli avanzi degni di rilievo e di menzione, tra i cimeli più significativi che hanno resistito alla edacità del tempo e alla trascuratezza degli uomini: la Porta Falsa. Questa porta che segnava una delle tante muraglie di cinta del Castello, sicuramente distante dalla porta di entrata un trabocchetto combinato ad arte, in modo da ingannare il nemico. Si lasciava la detta porta aperta, il nemico non conoscendo l’inganno, entrava fino ad un certo punto in alto quando sicuro di sé, all’improvviso rincorso dalla guarnigione notturna, ritornando dal medesimo punto di dove era entrato, lì trovava la morte, difatti per mezzo di un congegno veniva tagliato a pezzi e buttato fuori dal precipizio. Il muro è massiccio resistente alle intemperie, e di spessore largo ed alto, ha una apertura principale con diversi piuoli sporgenti che servivano per salire materiale sul Castello. La Porta Falsa vista da lontano dà l’idea della rigidità della costruzione di un antico Castello, tra le altre rupi, risalta ed emerge in perfetto stile e attraente panorama. La porta falsa tra le tante rupi e giganteschi massi è parte integrante del Castello, entrambi sono testimoni di guerre e battaglie di sedizioni, di imprese faticose, di vittorie e di sconfitte. C’è da dire che oggi monumento storico, non splende più di luce viva, se si pensa alle cinque torri, ben solide, oggi ormai inesistenti, che davano una fisionomia tutta propria al Castello. Per meglio comprendere la struttura di questo particolare castello rupestre analizziamo la planimetria (le lettere maiuscole presenti di seguito si riferiscono alla pianta a quota 732,5 m, rielaborazione da Alberti, Anselmi). La cinta muraria esterna si snodava ai piedi della rupe ed è parzialmente identificabile con le case poste lungo la via della Porta Falsa (A); quest'ultima è ancora esistente e si apre a sud verso la campagna in un muro rettilineo (B) di circa 2,5 m di spessore e 22 m di lunghezza. Dalla Porta Falsa si prosegue lungo un ripido sentiero sino a giungere al portone d'accesso al nucleo centrale del castello. Esso è costituito da uno spazio irregolare, posto a quota 731 m.s.l.m., ricavato in uno spazio ristretto compreso tra le rupi e delimitato a sud e sud-est da resti di un muro di cinta. Nello spazio tra le rupi sono visibili i resti di un edificio rettangolare (C) di circa 7x14 m con l'asse maggiore orientato in senso nord-sud. Nella rupe, immediatamente ad ovest dell'edificio rettangolare, è stata scavata una sala polilobata (D) caratterizata da un portale di ingresso sormontato da un'interessante timpano ogivale. Altri camminamenti ed ambienti ipogei sono presenti nella rupe ad est dell'edificio rettangolare. A sud dell'ingresso al nucleo centrale si trova un ambiente ipogeo (E), di circa 22 m di lunghezza per 4 di larghezza, con quattro aperture orientate a sud. Altri link consigliati: https://www.youtube.com/watch?v=r3dgRTdkKEE (video di Lorenzo Macchio), http://win.lafrecciaverde.it/n121/Gagliano%20Castelferrato/art.html, https://www.youtube.com/watch?v=csJ2TLm0Szc (video di Alfio Monaco), http://www.gaglianocastelferrato.com/images/rocca/rocca.htm

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Gagliano_Castelferrato, http://www.comunegaglianocastelferrato.gov.it/, http://www.icastelli.it/it/sicilia/enna/gagliano-castelferrato/castello-di-gagliano

Foto: la prima è di costagar51 su https://www.flickr.com/photos/36609145@N02/13907386800, la seconda è presa da http://win.lafrecciaverde.it/n121/Gagliano%20Castelferrato/art.html

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